mercoledì 29 gennaio 2014

Spezzatino di maiale in crema di latte alle castagne

Un abbraccio è in grado di collegarti al resto del mondo in un attimo. È il luogo dove scoprirsi senza timore, il vuoto che si riempie del tutto, la terapia contro lo spleen generazionale.
Può durare qualche secondo oppure fermare il tempo, se nasce da un bisogno di conforto.
L’abbraccio, molto più di un bacio, ci consente di liberare ed esprimere emozioni nascoste. Comunica il desiderio di lasciar cadere ogni barriera. Così mi lascio andare in un abbraccio tenero, come quello dipinto da Klimt per L’albero della vita, che racchiude l’impronta essenziale della riconciliazione. Una stretta complice e consolatoria, quasi sussurrata, che allontana lo stress e tranquillizza.
Le cose importanti non hanno bisogno di tante parole per essere dette. Più parole usi e più ti allontani dalla verità.
E se la comunicazione nasce attraverso l’abbraccio, anche i baci saranno migliori.

SECONDI > SPEZZATINO DI MAIALE IN CREMA DI LATTE ALLE CASTAGNE

Spezzatino di maiale > 700 g
Latte intero > 1 l
Marmellata di castagne > 3 cucchiai
Pancetta affumicata > 100 g
Salvia > 3 foglie
Vino bianco > 1/2 bicchiere
Cipolla > ½
Farina > 1 tazza
Burro > 60 g
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Affettate una cipolla e fatela soffriggere nel burro, unendo poi la salvia e la pancetta affumicata a cubetti.
Salate e pepate lo spezzatino, passatelo nella farina e fatelo rosolare nel soffritto.
Sfumate col vino bianco.
Sciogliete la crema di castagne nel latte e versatelo tiepido sulla carne.
Cuocete a fuoco lento per circa 80 minuti (il tempo varia a seconda della dimensione dei pezzi di carne), aggiungendo altro latte tiepido (o brodo vegetale) se dovesse asciugarsi troppo in fretta.
Quando la salsa si sarà rappresa lo spezzatino sarà pronto per essere impattato.
Guarnire a piacere con un trito di pistacchio.

martedì 14 gennaio 2014

Bocconcini di pollo allo zafferano con ceci e albicocche secche

«Cucinare è come amare» scriveva la giornalista americana Harriet Van Horne. «O ci si abbandona completamente o si rinuncia». E amare, in cucina, significa anche dedicarsi una cena domestica, coccolati come se si fosse al ristorante.
In molti mi hanno chiesto una ricetta per un romantico San Valentino. D’altronde, si sa, l’appetito sessuale nasce a tavola… E non sono solo ostriche & champagne a risvegliare i sensi. Molti dei prodotti che troviamo nei nostri mercati possono infatti aiutarci a conquistare e sedurre l’oggetto dei nostri desideri.
L’amore richiede quel pizzico di follia che non si nutre di domande, ma solo di emozioni (e di sensazioni organolettiche, aggiungo io). Quelli che comunemente definiamo “cibi afrodisiaci” sono in realtà alimenti che fanno bene al cuore e dintorni. Le spezie, per esempio, amplificano il desiderio in modo naturale aumentando il battito cardiaco e favorendo una maggiore e più rapida distribuzione di sangue tutto il corpo. Lo zafferano risveglia i sensi (Zeus lo assumeva per aumentare la potenza sessuale e la libido); il peperoncino agisce come vasodilatatore, innalza la temperatura corporea e tonifica le pareti delle arterie; lo zenzero stimola la circolazione.
Anche gli alimenti ricchi di beta carotene, come le albicocche e tutti i frutti di colore scuro, aumentano il tono dei capillari venosi… Non per niente, in Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, la regina delle fate Titania ordinava ai suoi elfi «Siate gentili e cortesi con questo cavaliere... D’albicocche nutritelo», dopo che un dispettoso sortilegio l’aveva fatta invaghire del recalcitrante tessitore Nick Bottom.
Senza tralasciare il petto di pollo, ricco di vitamina B3 e quindi importante non solo per incrementare i livelli energetici, ma anche per favorire l’elasticità dei vasi sanguigni.
E persino i ceci, ai quali si attribuivano anticamente virtù afrodisiache: il termine “cicer” deriva dal greco “kikus”, che significa proprio “forza”, “potenza”.
Il piatto che vi propongo segna l’incontro di gusto di tutti questi alimenti. Una scelta forse non convenzionale per “il giorno degli innamorati”, ma che saprà deliziarvi il palato.
A voi non resta che buttarvi il passato alle spalle: l’amore può ferire e farci ammalare, ma allo stesso modo è capace di rimarginare le ferite e farci guarire. Basta lasciarsi andare.

SECONDI > BOCCONCINI DI POLLO ALLO ZAFFERANO CON CECI E ALBICOCCHE SECCHE

Pollo > 600 g
Ceci > 200 g
Cipolla bianca > 1
Albicocche secche > 120 g
Alloro > 2 foglie
Timo > 1 rametto
Menta > 1 mazzetto
Peperoncino > 1 pizzico
Zafferano > 1 bustina
Zenzero > 1 cm
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Lavate e lasciate i ceci in ammollo in acqua per una notte.
Scolateli, metteteli in una pentola e ricopriteli d’acqua.
Unite le foglie di alloro e portate a ebollizione, continuando la cottura fino a quando i ceci non saranno teneri.
Scolateli tenendo da parte due bicchieri circa di acqua di cottura ed eliminate l’alloro.
Scaldate quattro cucchiai d’olio in una padella antiaderente e fate soffriggere una cipolla affettata finemente per qualche minuto, insaporendo con un pizzico di peperoncino, una grattugiata di zenzero e un trito di menta e timo.
Tagliate il petto di pollo a bocconcini di 2 cm circa, eliminando ossicini e cartilagini.
Aggiustate di sale e di pepe nero macinato fresco, e passate i bocconcini nella farina.
Versate il pollo nel soffritto e fatelo rosolare.
Aggiungete le albicocche secche tagliate in quattro.
Unite i ceci, un bicchiere d’acqua di cottura dei ceci, e continuate la cottura per 30 minuti.
Versate quindi lo zafferano sciolto in un mestolo d’acqua di cottura dei ceci e proseguite a fiamma alta per qualche minuto ancora, fino a quando il liquido non sarà ristretto al punto giusto.

venerdì 3 gennaio 2014

Involtini di trota salmonata e peperoni arrostiti con pesto di pistacchi di Bronte

Un tempo festeggiavo sempre il “controcapodanno”. Un po’ come farebbe Alice nel paese delle meraviglie, la sera del primo gennaio mi ritrovavo con gli amici più intimi per una cena da gran gourmet. Lo Champagne lo bevevamo pasteggiando, per apprezzarlo meglio, e ci regalavamo il miglior salmone affumicato, il burro salato della Normandia, i formaggi francesi a pasta morbida e crosta fiorita. È in quei momenti che ripetevamo il rituale delle mete da raggiungere nei successivi dodici mesi. Alcuni obiettivi li realizzavamo, altri restavano incompiuti e li inserivamo nell’agenda del successivo gennaio.
Tenevo molto alla sera del primo gennaio, più ancora che a quella di San Silvestro. A volte le buone intenzioni non sono sufficienti, se ci si mettono di mezzo gli eventi e non si hanno le capacità di affrontarli con l’adeguata forza. Alcuni di quegli amici li vorrei ancora con me, ma so che non torneranno più, se non a volte nei miei sogni.
Quest’anno ho festeggiato il “controcapodanno” solo con il mio compagno. Sentivo il bisogno di dar vita a una lista di buoni propositi per questo 2014, ma ho lasciato che fosse Giorgio a stabilire le mie mete e io ho proposto le sue.
Il 2013 è stato un anno difficile, di cui non rimpiango nulla. Voglio allora che quest’anno sia un nuovo punto di partenza, un viaggio di ricerca, di riscatto, di presa di coscienza, di consapevolezza che possa dare un senso a tanti anni bui e lontani.
In sottofondo e talvolta in primo piano terrò i ricordi, i rimpianti, i rimorsi e la malinconia, ma solo perché mi stimolino a guardare ciò che mi circonda con occhi nuovi. Per meglio nutrirmi degli incontri e delle occasioni.

SECONDI > INVOLTINI DI TROTA SALMONATA E PEPERONI ARROSTITI CON PESTO DI PISTACCHI DI BRONTE

Trota salmonata > 4 filetti
Peperoni rossi > 3
Granella di pistacchi > 4 cucchiai
Lime > 1
Pistacchi di Bronte > 100 g
Parmigiano Reggiano > 30 g
Olio extravergine d’oliva > 4 cucchiai
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Eliminate la pelle e spinate il filetto di trota salmonata aiutandovi con una pinzetta, quindi lavatelo e asciugatelo.
Lavate e asciugate i peperoni, punzecchiateli con i rebbi di una forchetta e cuoceteli in forno a 200° per circa un’ora, rigirandoli di tanto in tanto per farli abbrustolire bene su ogni lato.
Dopo averli spellati, apriteli a metà ed eliminate i semi e i filamenti bianchi.
Stendete sul tagliere un foglio di carta forno e posizionatevi sopra il filetto di trota salmonata.
Coprite con uno strato di pellicola trasparente da cucina e battete delicatamente il pesce con l’aiuto di un batticarne, per rendere i filetti più sottili.
Eliminate la pellicola e stendete su ogni filetto di trota salmonata un filetto di peperone.
Regolate di sale e pepe, unite un cucchiaio di granella di pistacchi e completate con una leggera grattugiata di scorza di lime.
Arrotolate i filetti di trota salmonata, e avvolgete gli involtini così ottenuti nella carta forno, accertandovi che le estremità siano ben chiuse.
Cuocete in forno ventilato per 20 minuti a 180°.
Immergete intanto i pistacchi in acqua bollente per qualche minuto, così da privarli della sottile buccia che li ricopre.
Passate i pistacchi al mixer con l’olio extravergine d’oliva, il sale, il pepe e il Parmigiano Reggiano.
Per raggiungere la giusta consistenza, aggiungete all’occorrenza un cucchiaio d’acqua o altro olio extravergine d’oliva.
Sfornate gli involtini, fateli intiepidire e liberateli della carta forno.
Tagliateli a rondelle e impiattateli accompagnandoli con un cucchiaio di pesto di pistacchi.