venerdì 25 aprile 2014

Polpette alle prugne con fave al profumo di menta e nocciola

Chi mi conosce da più tempo sa come la politica abbia sempre fatto parte della mia vita. Sin da bambino ne ho respirato l’aria in casa (grazie a un nonno sindaco e partigiano) e da alcuni anni la pratico come Consigliere Nazionale Arcigay e come Presidente di Arcigay Ferrara.
Si può fare politica in molti modi, con strumenti e modalità diverse. Finora ho preferito la politica dal basso, quella diffusa, praticata da chi come me è impegnato nelle associazioni, nei comitati, nelle campagne di mobilitazione, nei movimenti che chiedono il rispetto e la promozione dei diritti fondamentali, la difesa del territorio, la cura dei beni comuni.
Se oggi mi candido come indipendente a Ferrara, a capo della lista di Sinistra Ecologia Libertà, è perché a volte i cambiamenti devono avvenire all’interno del sistema.
Sono da sempre un elettore di sinistra, ho idee, passioni e professionalità da condividere, e col vostro voto potrei portare una variabile nuova al Consiglio Comunale di Ferrara.
Sono convinto che una candidatura non si nutra di sole promesse, ma che si debba alimentare soprattutto di principi. E naturalmente di concretezze.
Mi candido a sostegno di Tiziano Tagliani Sindaco perché non amo lamentarmi rimanendo in disparte: preferisco essere un motore del cambiamento, un garante della trasparenza, una cerniera di collegamento tra i cittadini e l’amministrazione, una spinta coraggiosa verso sinistra a beneficio di tutta la coalizione.
È la prima volta che Sinistra Ecologia Libertà si presenta alle amministrative a Ferrara, e questa è una grande occasione per l’elettorato di sinistra che chiede da anni una città fresca e innovativa, più verde e ordinata, più democratica ed equa, più partecipe e vivibile.

Ciò che voglio è semplice: una città governata con onestà e trasparenza, respirabile, pulita, più facile e attenta ai nostri bisogni quotidiani, in cui dignità e diritti siano sempre in primo piano.
– Una FERRARA ATTENTA AL SOCIALE, che istituisca sportelli comunali destinati alla difesa dei diritti e allo loro tutela contro ogni discriminazione di sesso e di orientamento sessuale, di razza e cittadinanza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, come ci insegna l’articolo 2 della Costituzione italiana. Una città che proponga agli insegnanti delle scuole primarie e secondarie percorsi di prevenzione e contrasto al bullismo omofobico e incontri di educazione sentimentale, che trascriva i matrimoni tra omosessuali celebrati all’estero nei registri di stato civile, che riempia di contenuti il registro delle coppie di fatto permettendo ai suoi iscritti l’accesso alle graduatorie, che attui politiche per l’integrazione degli stranieri e a sostegno di tutte le minoranze.
– Una FERRARA A VOLUMI ZERO, che arresti il consumo di suolo, che concentri l’attività edilizia nelle aree dismesse e già urbanizzate, che riqualifichi gli immobili abbandonati e in disuso, le aree verdi cittadine e le zone più degradate, dall’acquedotto fino a via Oroboni, passando naturalmente per la stazione e il grattacielo. Una città che incentivi inoltre la raccolta differenziata e liberi l’aria dai fumi degli inceneritori.
– Una FERRARA CULTURALMENTE VIVA, capace di parlare più linguaggi, quello della cultura, dell’arte, della musica e del turismo. Una città in cui ragazzi con idee creative e voglia di sperimentare possano trovare spazi e occasioni per mettersi in gioco, ma anche una città che torni a puntare sulle sue tante eccellenze, che incentivi un turismo trasversale, che tuteli gli esercenti (non solo del centro storico) attraverso eventi diffusi, che sia sempre più collettore tra pubblico e privato.

Da sette anni ho scelto Ferrara come città in cui vivere e progettare il mio futuro, qui ho portato la mia azienda e qui continuo a dar vita a iniziative culturali e festival per sostenerla sia in termini economici che turistici.
Se condividi i miei ideali e i miei valori, il 25 maggio barra il simbolo di Sinistra Ecologia Libertà e scrivi DE GIOVANNI al Consiglio Comunale di Ferrara.

SECONDI > POLPETTE ALLE PRUGNE CON FAVE AL PROFUMO DI MENTA E NOCCIOLA

Macinato per salsicce > 400 g
Cracker > 2 pacchetti
Prugne secche > 8
Uova > 1
Pangrattato > 40 g
Fave > 600 g
Menta > 1 mazzetto
Prezzemolo > 1 mazzetto
Aglio > 2 spicchi
Brodo vegetale > ½ bicchiere
Olio extravergine d’oliva > 4 cucchiai
Olio di semi di arachidi > ½ litro
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Versate in una ciotola capiente il macinato per salsicce, unite i cracker e le prugne secche passati al mixer, e impastate a lungo con le mani, per rendere l’impasto tenero e amalgamare alla perfezione tutti gli ingredienti.
Ricavate delle polpette grandi come una noce e passatele nel pangrattato.
Scaldate l’olio di semi di arachidi in una padella antiaderente e cuocete le polpette girandole di tanto in tanto per rendere la doratura uniforme.
Scolatele su carta assorbente da cucina.
Sgranate le fave fresche, dividete a metà il baccello ed estraete i semi, quindi eliminate l'escrescenza che ricopre il seme della fava.
Lavatele e fatele cuocere per 5 minuti in acqua bollente salata.
Tritate finemente il porro e fatelo appassire nell’olio extravergine d’oliva.
Scolate le fave e fatele saltare per qualche minuto nel soffritto, aggiungendo il sale e il pepe, e profumando il tutto con la menta e il prezzemolo tritati.
Unite le polpette, bagnate con il brodo vegetale e fate cuocere per altri 5 minuti, fino a quando il liquido non si sarà asciugato.
Impiattate versando su ogni porzione un filo di olio di nocciola a crudo.

giovedì 10 aprile 2014

Millefoglie di verdure al salmone selvaggio

Parlano e parlano e parlano. Uno dopo l’altro, tutti a bassa voce, come in una terapia di gruppo. Di fatto lo è, perché in ogni cena la vita scorre parallela alla quotidianità e i problemi si srotolano boccone dopo boccone.
È un meccanismo perfetto. Funziona grazie ai ricordi che ogni gusto scatena suo malgrado e ai colori dei piatti, sempre diversi a seconda della stagione che si attraversa.
Mentre guardo i miei ospiti, la mia mente è lontana. È fuggita inseguendo il ricordo di alcune cene passate. Mi trovo a pensare a un’amica che non vedo più da alcuni anni e che continua a mancarmi. È il sogno di questa notte ad averla evocata. Quasi un incubo, pervaso da disillusioni e risentimenti.
Di solito la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli. È l’istinto di sopravvivenza che ci spinge a proteggerci, o forse è il solo mezzo che abbiamo per riuscire a tollerare il passato.
Lentamente si dimentica. Mi hanno sempre detto che anche le persone, quelle che sembravano indelebili sbiadiscono a poco a poco. Perché allora il ricordo di V. permane?
Gli affetti più cari sono gli ultimi a scomparire. D’altronde è giusto così, tutti abbiamo bisogno di ricordi che ci rammentino chi siamo. La vera croce è che il ricordo di un dolore rimarrà sempre doloroso, mentre quello di una gioia non sarà mai più una vera gioia.
La mente torna ai miei ospiti. Mi dico che l’amicizia è come l’amore: incontrerò qualcun altro, solo una volta che avrò scordato abbastanza.

ANTIPASTI > MILLEFOGLIE DI VERDURE AL SALMONE SELVAGGIO

Peperoni rossi > 3
Melanzana > 1 tonda
Zucchine > 6
Salmone affumicato > 100 g
Menta > 10 foglie
Aglio > 1 spicchio
Olio Extravergine d’oliva > 5 cucchiai
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Lavate e asciugate i peperoni, punzecchiateli con i rebbi di una forchetta e cuoceteli in forno a 200° per circa un’ora, rigirandoli di tanto in tanto per farli abbrustolire bene su ogni lato.
Dopo averli spellati, apriteli a metà ed eliminate i semi e i filamenti bianchi.
Conditeli con l’olio extravergine d’oliva, il sale, il pepe, lo spicchio d’aglio leggermente schiacciato e lasciateli marinare per un paio d’ore al fresco.
Lavate e asciugate intanto la melanzana e le zucchine.
Eliminate le estremità delle verdure e tagliatele a fettine sottili (la melanzana per il largo e le zucchine per il lungo), aiutandovi nel caso con una mandolina.
Scaldate una piastra antiaderente sul fornello e grigliate le fettine su entrambi i lati a fuoco medio, facendo attenzione a non bruciarle troppo.
Lasciatele raffreddare.
Togliete infine il salmone affumicato dalla sua confezione e fatelo respirare una decina di minuti a temperatura ambiente.
Prendete uno stampo per plumcake e rivestitelo di pellicola trasparente.
Stendete un primo strato di peperoni grigliati, asciugandoli leggermente dalla loro marinatura e tenendo l’esterno (più rosso e lucido) a contatto con la pellicola.
Proseguite con uno strato di melanzane grigliate, con uno strato di zucchine grigliate, con qualche foglia di menta spezzata a mano e con uno strato di salmone affumicato, facendo una leggera pressione con le mani per non lasciare aria tra i vari ingredienti.
Stendete un secondo strato di peperoni grigliati e continuate con le melanzane grigliate, le zucchine grigliate, le ultime foglie di menta spezzate a mano e il salmone affumicato.
Terminate con un terzo strato di peperoni grigliati, con le melanzane grigliate e con le zucchine grigliate, premendo ancora con le mani per non lasciare aria tra i vari ingredienti
Coprite con la pellicola trasparente e lasciate riposare una notte in frigorifero sotto un peso (un secondo stampo per plumcake andrà benissimo).
Togliete la millefoglie di verdure al salmone selvaggio dal frigorifero almeno un’ora prima di servirla in tavola.
Rimuovete il peso e la pellicola di superficie, stampate su un piano, eliminate la restante pellicola trasparente e tagliate la millefoglie a fette di circa 3 cm.
Completate con un filo di olio extravergine d’oliva.

mercoledì 2 aprile 2014

Millefoglie di platessa e patate con salmone affumicato e pesto di agrumi

L’ignoranza pettegola asseconda la maldicenza, l’ipocrisia, il pregiudizio. «Chissà cosa penserà la gente?» è un mantra ricorrente che le generazioni si tramandano ancora oggi con rinnovato vigore.
Troppe volte D. è entrata in contatto con questo monito. Per lei è sempre stato facile soddisfare le aspettative crudeli di genitori, amici, conoscenti. E anche quelle implicite degli sconosciuti.
Non ho mai capito davvero cosa le piaccia. La guardo cenare e mi chiedo cosa pensi sinceramente dei miei piatti. Sorride e chiude gli occhi ogni tanto, come per assaporare meglio ogni boccone. Ma i suoi complimenti sono sempre prevedibili.
I giudizi positivi allontanano dolore e frustrazione, per questo ha sempre aderito, senza esitazione, a tutte le condizioni imposte della pressione sociale. Per rincorrere l’applauso ha recitato parti, si è mascherata, ha utilizzato comportamenti lontani dalla sua vera essenza. Il timore dello scandalo è diventato il credo su cui impostare la propria vita e le proprie relazioni. Fino al punto da diventare ipocrita non solo con gli altri ma anche con se stessa.
Ha chiuso parzialmente il cuore per non sentire il costo che è costretta a pagare per il suo comportamento. La pena, la peggiore immaginabile, è stata quella di doversi uniformare ai modelli di una società condizionata, a costo di essere totalmente non spontanea.
La gente non si dà il tempo di pensare, ma segue la massa senza domandarsi il perché. Si veste da sentinella con la benedizione della diocesi, si prodiga per assecondare il pregiudizio, fa del conformismo di facciata un ideale di vita.
Pensare significa avere delle idee. Ma le idee non sono tutte uguali. Ho chiesto a D. se non fosse stanca e lei, sospirando, mi ha detto di sì.

ANTIPASTI > MILLEFOGLIE DI PLATESSA E PATATE CON SALMONE AFFUMICATO E PESTO DI AGRUMI

Platessa > 800 g
Salmone affumicato > 150 g
Patate > 6
Nocciole > 50 g
Pistacchi > 50 g
Mandarini > 3
Arance > 2
Pompelmo rosa > 1
Olio extravergine d’oliva > 1/2 bicchiere
Finocchietto selvatico > 1 mazzetto

Lasciate marinare il filetto di platessa in una vinaigrette di olio e succo di mandarino.
Pelate e tagliate le patate a fettine sottilissime, aiutandovi con una mandolina.
Versatele nell’acqua bollente lasciatele cuocere per cinque minuti.
Scolatele e fatele asciugare bene su carta assorbente.
Ungete i coppapasta e appoggiateli su una teglia rivestita di carta forno.
Formate in ogni coppapasta un primo strato di patate, proseguite con uno strato di platessa, e via così per quattro strati, finendo con le patate che andranno spennellate con burro fuso.
Infornate trenta minuti in forno caldo a 200°.
Servendovi di un coppapasta di uguali dimensioni, ritagliate due dischi di salmone affumicato per ogni millefoglie e lasciateli respirare 10 minuti a temperatura ambiente.
Preparate intanto il pesto di agrumi.
Fate tostare le nocciole e i pistacchi in una pentola antiaderente.
Una volta raffreddati, passateli al mixer insieme agli agrumi pelati a vivo, al finocchietto e all’olio extravergine di oliva. Aggiustate di sale e di pepe.
Sfornate i millefoglie di platessa e patate e fateli intiepidire.
Impiattate adagiando i millefoglie su un disco di salmone affumicato, quindi coprite con un secondo disco.
Completate con un cucchiaio di pesto agli agrumi e con una spolverata di pistacchi tritati.