giovedì 19 giugno 2014

Torta allo zafferano con confettura di liquirizia

Il Salone del Mobile di Milano ha sancito la vera fine del pop-luxury design. «Meno lusso, più uso», sembra essere il nuovo mantra della società dei consumi, e così il design sta tornando finalmente alla portata di tutti.
La funzionalità è al centro del processo creativo. Le nuove parole d’ordine sono sostenibilità e condivisione, perché il design è uno strumento potente per ottenere un cambiamento, è frutto di una progettazione culturalmente consapevole, fornisce l’opportunità di introdurre la sostenibilità nel tessuto sociale più ampio, portando la gente a desiderare uno stile di vita più sostenibile.
Stile, progetto e creatività sono ormai di casa anche a Ferrara grazie a Pop Design, un concept store fatto di persone e oggetti, luoghi e intangibiltà, anima e carne, emozioni e storia.
Nato da un’idea di Giorgio Paparo, Pop Design Store racconta le nuove tendenze e gli stili di vita originali ed esclusivi del mondo contemporaneo, riscoprendo e valorizzando le produzioni e le attività locali.

Davanti un negozio, dietro un laboratorio. In realtà un continuum tra il prodotto e la sua storia, che spesso è una seconda occasione, dove bottoni vintage diventano anelli unici, dove cravatte d’antan si trasformano in borse e vecchie pubblicità campeggiano su T-shirt d’autore.
Ma Pop Design Store è molto di più.
Un mix di culture, di eccellenze, di design, di brand e di differenti tipologie di prodotti, tra cui anelli, occhiali, orologi, borse, lampade e complementi d’arredo, che si uniscono per dar vita a un’unica offerta di buon gusto, da ammirare, da interpretare, da vivere.
Brand internazionali di prestigio come Lexon, Pijama, Monkey Glasses, Batucada, Reisenthel, See-Concept, ma anche artigianato italiano di qualità, dagli zaini If alle cinture Madeinpà, dai cravattini Usine des Fous ai portafogli in carta (indistruttibile) Differenp.
Un concept store indipendente, che propone articoli meno noti alla grande distribuzione che puntano su una forte attenzione per il dettaglio, per la qualità e per i materiali.
Il tutto a prezzi competitivi, grazie a una fliera corta e a processi produttivi flessibili. Perché anche a Ferrara possa riecheggiare lo slogan «Meno lusso, più uso».
PopDesign Store vi aspetta a Ferrara, in Via de’ Romei 19A, dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 20.00 (orario estivo).
Gli amanti della cucina troveranno da Pop Design Store la pluripremiata collana di Editrice Compositori con le ricette dei designer: primi piatti (Design al dente), secondi di carne (Design al sangue), di pesce (Una spina nel design), con verdure (Cavolo che design), finger food (Stuzzicati dal design) o piatti da infornare (Pane e design).

DOLCI > TORTA ALLO ZAFFERANO CON MARMELLATA DI LIQUIRIZIA

Farina > 250 g
Zucchero > 150 g
Zafferano > 1 bustina
Olio di semi di girasole > 1 tazza
Lievito per dolci > 1 bustina
Limone > 1
Uova > 1
Marmellata di liquirizia > 100 g

Versate in una ciotola capiente lo zucchero, la farina e il lievito.
Aggiungete un uovo e iniziate a mescolare.
Fate sciogliere lo zafferano in un bicchiere di acqua tiepida e versatelo nell’impasto, continuando a mescolare bene perché non si creino grumi.
Unite a filo l’olio di semi di girasole e la scorza grattugiata del limone e mescolate fino a ottenere un impasto denso e omogeneo.
Imburrate una tortiera a cerniera apribile e versatevi l’impasto.
Battete delicatamente la tortiera su un piano per eliminare eventuali bolle d’aria.
Adagiate infine delicatamente delle piccole quenelle di marmellata di liquirizia sulla superficie del dolce, disponendole a raggiera, dal centro al bordo esterno.
Cuocete in forno caldo a 180° per 45 minuti.
Una volta cotta, sfornate la torta e fatela raffreddare.
Cospargete a piacere con liquirizia in polvere (o zucchero a velo).

lunedì 2 giugno 2014

Millefoglie di melanzane con salsiccia al pistacchio

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, recita l’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
I diritti civili sono i diritti umani di prima generazione, quelli che storicamente si sono affermati per primi e che sanciscono le libertà individuali: figli delle rivoluzioni liberali dell’età moderna, stabiliscono infatti le libertà soggettive inalienabili di cui deve godere ogni singola persona.
Sono proprio i diritti civili a testimoniare le grandi differenze tra gli Stati d’Europa. In merito a unioni di fatto, matrimoni omosessuali, divorzio e adozioni, infatti, il Vecchio continente dimostra di non avere uno stesso animo progressista, e questo nonostante il Parlamento Europeo abbia chiesto agli Stati membri di garantire alle famiglie monoparentali, alle coppie non sposate e alle coppie dello stesso sesso parità di diritti rispetto alle coppie e alle famiglie tradizionali, in particolare in materia di legislazione fiscale, regime patrimoniale e diritti sociali.
Se qualcuno ancora si chiede perché mi impegno con Arcigay per i diritti civili in Italia, basta leggere i dati della campagna promossa dall’ILGA (International Lesbian and Gay Association), che ha misurato la parità tra i cittadini a prescindere dall’orientamento sessuale.
La Gran Bretagna è il paese più accogliente e inclusivo d’Europa. Grazie alle sue politiche per l'uguaglianza e la non-discriminazione, la famiglia, l'attenzione ai discorsi omofobici, il riconoscimento legale dei generi, la libertà di associazione e di espressione e il diritto di asilo, ha totalizzato 82 punti su 100, posizionandosi anche quest’anno al primo posto.
L’Italia è in zona retrocessione, se mi permettete un riferimento calcistico. Con un poco onorevole 32° posto, si colloca alle spalle di tutti i grandi paesi fondatori dell’unione europea, più vicino alla barbara Russia (ultima in classifica) che a Spagna, Francia o Germania.
La cosa interessante è che i sei punti guadagnati dal nostro paese rispetto allo scorso anno (perché un piccolo miglioramento c'è stato), sono da ricondursi unicamente ai piani di azione operati dai comuni italiani in tema di uguaglianza e non discriminazione, e non certo grazie all’azione del nostro parlamento, che non riesce neppure ad approvare una legge contro l’omofobia.
Ho sempre parlato liberamente di dignità e diritti (non solo omosessuali e transessuali), affrontandone i principi fondamentali a scuola, al lavoro, in casa, mentre faccio la spesa. E a cena, naturalmente, specialmente in queste ultime settimane di campagna elettorale.

SECONDI > MILLEFOGLIE DI MELANZANE CON SALSICCIA AL PISTACCHIO

Melanzane tonde > 2
Salsiccia al pistacchio > 400 g
Pomodori pachino > 200 g
Granella di pistacchi > 2 cucchiai
Basilico > 1 mazzetto
Prezzemolo > 1 mazzetto
Menta > 1 mazzetto
Aglio > 1 spicchio
Scalogno > 1
Olio extravergine d’oliva > ½ bicchiere
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Lavate le melanzane, eliminate le estremità e tagliatele a fette spesse circa mezzo centimetro. Spolveratele di sale, adagiatele su un piano e lasciatele riposare per un’ora, fino a quando non avranno perso l’acqua di vegetazione.
Sciacquatele e asciugatele con un foglio di carta assorbente.
Preparate un’emulsione di olio, sale, pepe e trito di basilico, prezzemolo e menta, aggiungendo uno spicchio d’aglio leggermente schiacciato.
Lasciate marinare le melanzane nell’emulsione per due ore.
Scaldate l’olio extravergine d’oliva in una padella antiaderente e soffriggete lo scalogno tritato finemente.
Unite i pomodori tagliati a cubetti e saltateli per qualche minuto a fiamma viva.
Adagiate una fetta di melanzana ben sgocciolata in una pirofila ricoperta di carta forno, proseguite con la salsiccia al pistacchio ben sgranata e pressata, e via così per tre strati, ricoprendo infine la millefoglie con un cucchiaio di pomodori saltati.
Coprite la pirofila con un foglio di alluminio e cuocete in forno cardo a 180° per 50 minuti.
Togliete quindi il foglio di alluminio e proseguite per altri 10 minuti a 200°.
Servite tiepida, spolverando le millefoglie con la granella di pistacchi.