L’altra sera, a cena con una coppia di amici, ci siamo fermati a parlare a lungo dei trentenni. Continuano a dirci che i quaranta di oggi sono i trenta di ieri, e visto che ai quaranta ci sono arrivato, meglio approfondire l’argomento.
Si è detto e scritto fin troppo su questa generazione di precari, milleuristi, bamboccioni, né-né (né studio, né lavoro), eppure da una prospettiva esistenziale i trent’anni rappresentano da sempre un punto di svolta. Sono un momento di passaggio.
Dal profilo professionale, il pensiero precario è divenuto ormai uno stimolo necessario a inventarsi un futuro. Ma se questo principio riguardasse anche la sfera affettiva? Cosa succederebbe se in un rapporto di coppia l’unica certezza fosse l’incertezza? Solo accettando il rischio ci si potrebbe innamorare?
A trent’anni si passa dall’egocentrismo dell’adolescenza (che assimila le cose al pensiero nascente, come se il mondo dovesse sottomettersi ai sistemi e non i sistemi alla realtà) all’apertura nei confronti degli altri, col conseguente desiderio di fare, dare, amare. E condividere, naturalmente.
L’amore nasce allora dal bisogno di completarsi. Ecco la sua forza, e al tempo stesso il suo più grande paradosso. Quando ci innamoriamo perdiamo la centralità del nostro io e precipitiamo nella dimensione del noi. L’amore è quindi un atto di fiducia incondizionata, ed è forse questo a renderlo la forma più grande di libertà.
PRIMI > RISOTTO AL CAFFÈ CON TROTA SALMONATA
ALLA CONFETTURA DI ARANCE
Riso Arborio > 5 pugni
Cipolla > ½
Caffè > 1 tazzina
Brodo vegetale > 1 litro (già salato)
Latte > ½ bicchiere
Trota salmonata > 2 filetti
Vino bianco > ½ bicchiere
Caffè in polvere > 2 cucchiaini
Marmellata d’arance > 2 cucchiaini
Olio extravergine d’oliva > ½ bicchiere
Sale > 1 pizzico
Fate marinare per 12 ore i filetti di trota salmonata in un’emulsione di olio extravergine d’oliva, vino, caffè in polvere e sale.
Versate 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva in una padella antiaderente, tritate finemente una cipolla e fatela soffriggere finché non sarà appassita.
Unite il riso al soffritto e alzate leggermente la fiamma. Quando i chicchi avranno un aspetto traslucido versate una tazzina di caffè e lasciatelo evaporare, quindi aggiungete il brodo bollente, facendolo assorbire pian piano, un mestolo alla volta.
Terminate la cottura versando, al posto del brodo, un bicchiere di latte.
Spegnete il fuoco e lasciate riposare per un paio di minuti.
Versate 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva in una padella antiaderente, unite la marmellata di arance e aggiungete i filetti di trota dalla parte della pelle. Fateli cuocere 5 minuti a fuoco vivo, quindi rigirateli e completate la cottura per altri 5 minuti.
Impiattate il risotto servendovi di un coppapasta, quindi disponete il filetto di trota salmonata e guarnite con un cucchiaio di fondo di cottura e un pizzico di caffè in polvere.