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sabato 18 ottobre 2025

Sweet Potato Pie in crosta di sfoglia

Ieri sera a cena abbiamo parlato di pasticcerie, quelle che ci fanno tornare bambini e quelle che ci mancano ancora oggi.
Tra un bicchiere di vino e una chiacchiera, prima del dessert abbiamo stilato la top ten delle nostre mete golose preferite: a Ferrara, io e Giorgio non possiamo fare a meno di Chocolat e della pasticceria Carli, mentre B. e G. (memoria storica cittadina) hanno ricordato alcuni storici locali ormai definitivamente chiusi, come la prima pasticceria Bida, con le sue ricciole friabili e il bombolone al forno ripieno di crema alla vaniglia, o la leggendaria pasticceria Pasetti, vera regina di brazadela, mandurlìn e viennese.
Da lì la conversazione è scivolata verso un’iconica pasticceria televisiva: quella di zia Maddie, la preferita di Al Bundy in Sposati… con figli.
La serie, una delle prime commedie "anti-sitcom" a sfidare le regole classiche del genere, raccontava le vicende della famiglia Bundy con una franchezza mai vista prima: Al, venditore di scarpe maleducato e pantofolaio, Peggy, moglie concentrata più sul look che sulle faccende domestiche, i figli Kelly e Bud e i vicini, tutti messi in scena con uno spirito dissacrante che ha fatto scuola negli anni Ottanta e Novanta.
Ebbene, quando la mitica zia Maddie è morta, portando con sé nella tomba la ricetta segreta della torta di patate dolci, Al è rimasto senza dolce per il giorno del Ringraziamento. I miei amici, con un sorriso malizioso, mi hanno così lanciato la sfida: «Riuscirai a creare tu la “nostra” Sweet Potato Pie per il 27 novembre?».
Non mi è servito tanto tempo. Stamattina mi sono svegliato presto e ho infornato questa delizia in crosta di sfoglia, alternativa creativa alla classica torta di patate dolci. 
Inutile dire che a pranzo ha subito conquistato tutti!

E voi? Sapreste indicarmi la miglior pasticceria della vostra città?

DOLCI > SWEET POTATO PIE IN CROSTA DI SFOGLIA

Pasta sfoglia > 2 rotoli rettangolari
Patate dolci > 800 g
Fichi secchi: 100 g
Zucchero > 100 g
Cannella > 1 cucchiaio
Pinoli > 30 g
Rosmarino > 2 rametti
Fior di sale > 1 cucchiaino
Olio EVO > 1/2 tazzina

Lavate le patate dolci, asciugatele e avvolgetele in un foglio di alluminio.
Cuocetele in forno a 200°C finché non saranno cotte (il tempo di cottura varia a seconda della dimensione delle patate).
Sbucciatele e versate la polpa un una ciotola capiente.
Unite i fichi secchi tagliati a pezzetti, lo zucchero, la cannella, i pinoli e mescolate energicamente per amalgamare bene tutti gli ingredienti.
Mantenendo la carta da forno, stendete il primo rotolo di pasta sfoglia in una teglia rettangolare dal bordo basso, facendo attenzione a coprire bene il fondo e i bordi.
Versate la farcia alle patate dolci livellandola.
Sigillate col secondo rotolo di pasta sfoglia, chiudendo bene i bordi con le dita e praticando alcuni piccoli tagli, per evitare che la torta si gonfi.
Spennellate la superficie con olio EVO e spolveratela con fior di sale e rosmarino.
Cuocete il dolce in forno già caldo a 180°C per circa 40 minuti.
Sfornate questa rivisitazione della Sweel Potato Pie, lasciatela riposare e assestare alcuni minuti, quindi sformatela su un piatto da portata e servitela a temperatura ambiente.

Se desiderate altre ricette tratte dalle più famose serie tv, vi ricordo che in libreria trovate in mio nuovo ricettario In cucina con le fiction, pubblicato da Kappalab.

venerdì 3 ottobre 2025

Gelato ducale (senza gelatiera)


Ieri sera a cena abbiamo trasformato la nostra cucina in un set televisivo, invitando alcuni amici per una cena-gioco a tema serie tv: ogni piatto era ispirato a una fiction iconica e il compito degli ospiti era quello di indovinare la serie di riferimento attraverso un assaggio, prima che venisse svelata.
La sfida è partita con una “tapenade oscura", rubata a Lacy Pound e alla terza stagione di Black Mirror. A prima vista è solo un antipasto, ma in realtà è un simbolo, qualcosa di raffinato, che profuma di convivialità, di familiarità magari, ma anche di status.
Gli “Spaghetti drama” hanno poi riportato alla mente le tragedie sentimentali di Grey’s Anatomy. La situazione tra Izzie e George è come quando si sceglie un ingrediente insolito, rischioso in cucina: sappiamo che può cambiare il sapore finale, ma a volte è proprio quel rischio che rende speciale la serata (e il piatto).
A mettere un po’ di pepe alla conversazione sono state le “Crocchette newyorkesi”, comfort chic food solo per veri intenditori di Sex and the city. Giocare un po’ a fare Carrie è venuto spontaneo a tutti: crocchette calde, vino giusto, chiacchiere in libertà.
Il “Branzino stellato” ha fatto subito pensare a Gabriel e al suo ristorante nel Quartiere Latino di Parigi, un posto in cui un piatto non è mai solo cibo, ma racconto, sogno, desiderio di brillare. Certo non eravamo nella Ville Lumière, ma come Emily in Paris ci siamo sentiti per un attimo parte di un film romantico.  Risate, citazioni e piccole rivalità hanno accompagnato ogni quiz gastronomico, ma il momento più atteso è arrivato col dessert: il "Gelato ducale" ispirato a Bridgerton. Una crema di latte profumata al basilico, fresca e vellutata, pensata per evocare i giardini segreti e le passeggiate al chiaro di luna nei viali di Mayfair. È un dolce che sorprende per la sua delicatezza: l’aroma del basilico, insolito ma elegante, si sposa con la morbidezza della crema di latte, trasformando ogni cucchiaiata in un piccolo ballo in maschera per il palato. Un dessert che non urla, ma sussurra con grazia, come i pettegolezzi che Lady Whistledown annoterebbe con gusto nelle sue cronache mondane. Un vero gelato ducale, che potete realizzare facilmente senza gelatiera. La prova finale? Imitare il duca di Hastings che lecca il cucchiaino con una tale voluttà da provocare un fremito nella debuttante Dafne. Presto, gli estintori!
L’ispirazione per la serata, lo confesso, non è arrivata da un sogno a occhi aperti, ma da un libro che mi è particolarmente caro: il mio nuovo ricettario IN CUCINA CON LE FICTION, che ho da poco pubblicato per Kappalab
Perché a volte la magia non sta solo nel piccolo schermo, ma anche nel piatto.

DOLCI > GELATO DUCALE


Panna fresca > 500 ml
Latte condensato > 250 g
Zucchero semolato > 200 g
Basilico > 30 g

Lavate e asciugate le foglie di basilico, quindi mettetele nel mixer con lo zucchero e la panna.
Frullate fino a ottenere una crema liscia e omogenea.
Raffreddate in freezer una bacinella in acciaio e usatela per montare la panna aromatizzata.
Incorporate delicatamente il latte condensato alla panna e lasciate riposare in freezer per 3 ore.
Prendete la bacinella in acciaio, mescolate energicamente il gelato e riponetela nuovamente in freezer per altri 30 minuti.
Ripetete per altre 3 volte, sempre a distanza di 30 minuti.
Prendete la bacinella in acciaio, mescolate energicamente il gelato e servitelo guarnendolo a piacere con scaglie di cioccolato, granella di nocciole o salsa ai frutti rossi.

Quale piatto delle serie tv cucineresti tu? Scrivimelo qui sotto!

lunedì 28 aprile 2025

Torta di fragole e ricotta

Le fragole non sono solo uno dei frutti più amati della primavera: dietro la loro dolcezza si nasconde una leggenda antichissima. Si racconta che nacquero dal pianto della dea Venere, disperata per la morte del suo amato Adone. Le sue lacrime, cadendo sulla terra, si trasformarono in piccoli e saporiti cuori rossi, dal sapore dolce e fresco, simboli eterni di amore e di bellezza. 
È difficile non pensare a questa storia quando si ha davanti una ciotola colma di fragole.
Ispirato da questa romantica storia e dalla malinconia di un amico tornato single, ho deciso di rendere le fragole protagoniste di una torta speciale, pensata per accompagnare ogni momento della giornata. Morbido e umido al punto giusto, questo dessert è infatti ideale sia per una colazione energetica sia come coccola a fine cena, servito con una nuvola di panna montata o una pallina di gelato alla vaniglia.
Umida al punto giusto, con una crosta croccante, ogni fetta è un piccolo gesto d’amore capace di sanare le ferite del cuore. E non dimentichiamoci che gli antichi romani attribuivano alle fragole incredibili poteri medicinali, provvidenziali non solo per curare la febbre, ma anche il mal di gola, i cali di pressione, le infiammazioni e persino i calcoli renali.

DOLCI > TORTA DI FRAGOLE E RICOTTA


Ricotta > 200 g
Zucchero > 150 g
Uova > 2
Farina > 300 g + 1 pugno
Olio di semi di girasole > 100 ml
Succo di fragole > 100 ml
Lievito per dolci > 1 bustina
Fragole > 400 g
Limone > 1
Zucchero di canna > qb
Burro > 1 noce

Con l’aiuto di una frusta, montate la ricotta con lo zucchero, fino a quando il composto non risulterà spumoso e liscio.
Unite le uova, continuando a montare per ottenere una crema liscia e omogenea.
Versate nell’ordine l’olio di semi, il succo di fragole, la farina setacciata e il lievito, continuando sempre a montare.
Mondate le fragole, tagliatele a pezzetti e versatele nel composto assieme alla scorza del limone grattugiata.
Mescolate delicatamente.
Imburrate e infarinate uno stampo per dolci a cerniera da 28 cm.
Versate il composto e battete lo stampo sul tavolo per eliminare eventuali vuoti.
Spolverate la superficie con lo zucchero di canna, facendo attenzione a coprire tutti gli spazi.
Cuocete in forno caldo a 180°C per 45 minuti. 



domenica 13 aprile 2025

Mini cake con Nutella e pinoli

Ieri sera a cena ho fatto ridere M.
Quando gli ho servito le mie mini cake con Nutella e pinoli mi ha detto con finto sarcasmo: “Ah, mini! Così posso mangiarne cinque senza sensi di colpa?”.
“Esatto” gli ho risposto, “è la dieta della percezione. Sono talmente piccole che le calorie si disperdono nell’aria”.
Mi ha guardato, poi ha riso. Quella risata vera, che arriva solo quando ti concedi il lusso di non prendere tutto troppo sul serio.
Ridere ridimensiona, alleggerisce, sdrammatizza, aiuta a scaricare lo stress.
Quando era bambino, M. rideva davvero, fino a rotolarsi a terra. Era una cosa che capitava spesso. Crescendo ha smesso di farlo, come se non ne fosse più capace. Da sobrio non ride praticamente più, non davvero, anche quando pensa che qualcosa o qualcuno sia divertente. Così finge, s’impone di ridere fino a quando non gli verrà di nuovo naturale. Niente di esagerato, una semplice risata quando pensa di dover ridere, così alla fine la cosa diventerà naturale, una risata vera.
“Porta il tuo corpo a ridere, la tua mente lo seguirà” gli suggerito un giorno. Ridere delle cose, di tutto, di nulla. Perché piangere è facile, riderci su è la vera sfida. Una risata che affranca può essere l’inizio di qualcosa, l’occasione per ricominciare. T’insegna che è possibile andare avanti.
Certo, a volte una (due, tre, dieci…) mini cake con Nutella e pinoli può aiutare.

P.S. Se ti piacciono cioccolato e frutta secca prova anche i Cookies meringati con cioccolato e pistacchi…!


DOLCI > MINI CAKE CON NUTELLA E PINOLI


Nutella > 240 g
Farina > 200 g
Uova > 2
Zucchero > 100 g
Pinoli > 20 g
Peperoncino > 1 pizzico
Sale > 1 pizzico

In una ciotola capiente montate le uova con lo zucchero.
Incorporate a poco a poco la Nutella e la farina, continuando a montare.
Aggiungete il sale, il peperoncino e metà dei pinoli.
Distribuite il composto nei pirottini per mini cake (un cucchiaio per ogni pirottino) e guarnite con i pinoli rimasti.
Cuocete in forno caldo a 170°C per 10 minuti.
Sfornate e fate raffreddare le mini cake prima di servirle.   

martedì 25 marzo 2025

Torta di ciliegie sotto spirito

Ieri sera a cena abbiamo parlato d’amore e altre catastrofi. 
Per la fretta d’intessere rapidamente una nuova relazione, M. finisce spesso in situazioni tossiche. E ci rimane, senza avere la forza di uscirne, per svariati motivi, tra cui la paura di rimanere solo o la convinzione di non potersi meritare di meglio. 
Ha iniziato ad andare in terapia quando stava ancora con S. perché provava un senso d’impotenza e tristezza, un malessere travolgente e prolungato che non migliorava nonostante i suoi sforzi.
«Se hai relazioni e ti senti solo lo stesso, allora è il caso di parlarne con qualcuno» si era detto, e a distanza di anni si chiede ancora se ha lasciato S. perché è stato influenzato dal suo psicoterapeuta o perché lo ha fatto finalmente ragionare sulla relazione.
M. ha capito che chiudere una storia d'amore è molto comune e non è sempre una brutta cosa. Nessuno dovrebbe farsene una colpa. Così, dopo anni di terapia, sente che si sta finalmente avvicinando ad affrontare in modo concreto i problemi che lo hanno spinto ad andare in analisi. È un po’ come quando inizi una dieta: devi fidarti del processo, non guardare ai risultati giornalieri. A volte ci s’illude che il tempo aggiusti tutto, ma il tempo in realtà ha solo un ruolo: scorrere. 
Ancora un anno, si è ripromesso, poi andrà a Lourdes. Questo dolce è stata la mia coccola augurale per lui.

DOLCI > TORTA DI CILIEGIE SOTTO SPIRITO


Uova > 2
Zucchero semolato > 200 g
Yogurt > 200 g
Farina > 300 g
Lievito per dolci > 1 bustina
Cioccolato fondente > 100 g
Ciliegie > 400 g
Olio di semi di mais > 50 g
Zucchero di canna > 40 g
Panna montata > 200 ml (facoltativa)

Con l’aiuto di una frusta elettrica, montate le uova con lo zucchero, fino a quando il composto non risulterà spumoso e liscio.
Incorporate lo yogurt e mescolate con una spatola fino a quando non sarà perfettamente amalgamato.
Unite la farina setacciata e il lievito, poi l’olio di semi di mais, continuando a mescolare.
Aggiungete infine il cioccolato tritato grossolanamente e le ciliegie sotto spirito denocciolate (in alternativa potete usare quelle surgelate o, se è stagione, quelle fresche).
Amalgamate il composto e versatelo in uno stampo a cerniera imburrato e infarinato.
Spolverate con lo zucchero di canna e cuocete in forno caldo a 180°C per circa 40 minuti.
Lasciate raffreddare la torta di ciliegie prima di servirla, a piacere, con un cucchiaio di panna montata.  

lunedì 10 febbraio 2025

Cookies meringati con cioccolato e pistacchi

Ieri sera a cena abbiamo parlato di fortuna, e in particolare della fortuna d'incontrare la persona giusta, al momento giusto, nel posto giusto. 
Fino a che punto possiamo dire di scegliere o di essere già scelti?
L’amore è una questione di tempismo. Per stare bene insieme è indispensabile un allineamento di obiettivi, di desideri e di tempi che non si può forzare. 
A perdere la testa ci vuole un attimo, ma spesso anche a ritrovarla. 
P. si è sentito spesso in bilico, soprattutto di fronte a scelte particolarmente importanti, ma alla fine in lui prevale il dovere. Sempre. Altrimenti non si alzerebbe da letto le mattine piovose, non sarebbe cordiale e disponibile con tutti. 
Ma perché sapere di aver fatto la scelta giusta in amore non lo preserva dal dolore? Dovrebbe semplicemente accettare che la vita è quella che è, né giusta né ingiusta. Siamo noi, con le nostre aspettative disilluse o soddisfatte, a percepirla in un modo o nell’altro. 
Gli amori che non decollano sono una cosa normale, più frequenti di quelli che funzionano bene e a lungo. Ha fatto la cosa giusta. Dovrà sopportare la tristezza della separazione, perché è normale. D’altra parte, cos’è un innamorato se non una persona che si chiede di continuo cosa stia sbagliando? 
Sono le risposte a fare la differenza, perché alla fine tutti hanno la tendenza a tornare in sé, il che è senza dubbio il più grosso vantaggio dell’umanità innamorata.

DOLCI > COOKIES MERINGATI CON CIOCCOLATO E PISTACCHIO


Uova > 3
Zucchero a velo > 150 g
Cioccolato fondente > 100 g
Biscotti Digestive > 5
Granella di pistacchio > 100 g
Sale > 1 pizzico

In una ciotola capiente montate gli albumi a neve con un pizzico di sale.
Incorporate un po’ alla volta lo zucchero a velo, continuando a montare.
Quando avrete ottenuto una meringa lucida e ben ferma, aggiungete i biscotti polverizzati al mixer, il cioccolato tritato e la granella di pistacchio.
Mescolate delicatamente, dal basso verso l’alto, per non smontare la meringa.
Foderate una leccarda con un foglio di carta forno.
Aiutandovi con due cucchiai, versate dei mucchietti d’impasto grandi come una noce, lasciando 3 centimetri tra un mucchietto e l’altro.
Cuocete i cookies meringati in forno caldo e statico a 170° per 12-13 minuti.
Una volta cotti, lasciateli raffreddare su una griglia, così che la base non assorba umidità.  

martedì 7 gennaio 2025

Torta al mango

L'altra sera a cena abbiamo parlato d’amore e di sbagli. 
Una volta che si è conosciuto l’amore vero, non ci si può far andar bene qualcuno con cui vivere, scriveva Andrew Sean Greer. È peggio che vivere da soli.
M. appartiene a quella categoria di uomini che si consacrano anima e corpo a una venerazione romantica. Uno capace di servire con fedeltà senza speranza di ricompensa, perché talvolta è necessario legare qualcosa ben stretto prima di trovare il coraggio per slegarlo, se è il caso. Anche un’illusione d’amore.
S. invece non si è mai accontentata, non ha mai avuto paura di rimanere sola: per stare bene con gli altri – si è sempre detta – bisogna prima di tutto imparare a stare bene con sé stessi. Ma dopo anni di mancate relazioni non ha ancora imparato ad amarsi: si vede come una buona amica, nulla di più. Non si è data comunque per vinta, perché un errore va commesso fino in fondo per capire che di un errore si è trattato. E ora teme che sia tardi per tornare ad amare gli altri.
In amore si sbaglia sempre. Per rabbia, per amore, per gelosia. Si sbaglia per poter chiedere scusa, per poter ammettere di aver sbagliato. Si sbaglia per crescere e per maturare, diceva Bob Marley. Si sbaglia perché non si è perfetti. O forse solo per imparare.

DOLCI > TORTA AL MANGO
Mango > 3
Miele di acacia > 1 cucchiaio
Zucchero > 210 g
Uova > 3
Farina > 300 g
Lievito per dolci > 1 bustina
Burro > 150 g
Limone > 1

Lavate e tagliate 1 mango a fettine e fatele cuocere a fuoco lento in una soluzione di acqua (1/2 litro) e 60 g di zucchero.
Quando le fettine iniziano ad ammorbidirsi (non devono sfaldarsi) aggiungete 1 cucchiaio di miele di acacia.
Lasciate che si sciolga, spegnete il fuoco e lasciate raffreddare.
In una ciotola capiente, montate con una frusta 3 uova e 150 g di zucchero.
Aggiungete 300 g di farina, 1 bustina di lievito per dolci e 150 g di burro sciolto a bagnomaria (dopo averlo fatto intiepidire).
Aggiungete il liquido di cottura del mango continuando a mescolare con le fruste, in modo che non si formino grumi.
Tagliate altri due mango a fettine sottili e aggiungetele al composto.
Imburrate e infarinate una teglia e versate il composto, quindi sistemate a raggiera le fettine di mango cotte.
Cuocete in forno caldo per 60 minuti a 180°.
Lasciate raffreddare la torta di mango prima di servirla.



lunedì 29 luglio 2024

Girelle al limone

Ho ufficialmente chiuso il mio nuovo libro di cucina. Il terzo.
Manca solo la copertina, ma il bozzetto che ho visto è strepitoso.
Uscirà a novembre (lo presenterò in anteprima a Lucca Comics) e s'intitolerà IN CUCINA CON GLI ANIME DELLA TV.
Ho cucinato per voi 23 ricette dolci e salate tratte da serie come Dragon Ball SuperMy Hero AcademiaSlam DunkHaikyu!!Jujutsu KaisenDeath NoteHUNTERxHUNTERFullmetal Alchemist, Mobile Suit Gundam, Mazinga ZLulù l'angelo tra i fiori, Utena la fillette révolutionnaire e altre ancora.
Ci sarà anche la ricetta dei “princess donuts” di Star☆Twinkle Pretty Cure, sedicesima serie anime del noto franchise Pretty Cure, creato da Izumi Todo e prodotto, a partire dal 2004, da Toei Animation, ABC e ADK.
Dal momento che mi è avanzato una parte dell’impasto dei donuts, ho voluto realizzare queste deliziose girelle al forno, ispirandomi alle tagliatelle fritte, dolce carnevalesco della tradizione emiliano-romagnola che preparava la mia nonna paterna.
Ho sempre pensato che trasformare un piatto sia un po’ come ripensare la fine di un qualcosa per trasformarlo in un nuovo inizio. È una pratica positiva e propositiva. La considero una visione ottimistica del vivere la cucina… D’altra parte il termine “ottimista” deriva da “optare”, che significa “scegliere”, “preferire”, e non è un caso che, come rivela una serie di ricerche del British Journal of Occupational Therapy, stare ai fornelli incrementi la capacità di concentrazione e accresca il senso di soddisfazione.
Non trovare anche voi?

DOLCI > GIRELLE AL LIMONE


Farina 00: 200 g
Farina manitoba: 200 g
Lievito di birra secco: 1 bustina
Latte: 200 ml
Uova: 1
Zucchero bianco: 60 g
Zucchero di canna > 80 g
Burro: 80 g
Limone > 1
Sale: 1 pizzico

Versate in una ciotola capiente la farina 00, quella manitoba, il lievito di birra secco e mescolate aggiungendo il latte, le uova, lo zucchero bianco e il sale.
Aggiungete il burro ammorbidito e lavorate energicamente l’impasto fino a quando non sarà liscio.
Coprite con una pellicola e lasciate lievitare per 2 ore a temperatura ambiente. Quando sarà raddoppiato di volume, versate l’impasto sulla spianatoia infarinata e stendetelo col mattarello fino allo spessore di 1 cm.
Cospargete la sfoglia con lo zucchero di canna e la scorza grattugiata del limone e arrotolatela su sé stessa dal lato corto.
Tagliate il rotolo a fette spesse 2 cm circa, disponendo ciascuna rondella ottenuta su un vassoio infarinato, e fate riposare ancora 1 ora a temperatura ambiente.
Posizionate le girelle su una teglia rivestita di carta forno, a distanza di almeno 3 cm le une dalle altre, e cuocetele in forno caldo per 20-30 minuti a 180 °C.



venerdì 17 maggio 2024

Purin alla vaniglia

Nonostante i budini “rappresi” si mangiassero anche nell’antico Egitto e nella Grecia classica, un punto fermo nella storia della crème caramel si deve di certo a Marco Gavio Apicio, vissuto a cavallo fra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.: nella sua opera De Re Coquinaria, il gastronomo, cuoco e scrittore romano svelò infatti la ricetta del tiropatinam (“patina alla crema di latte”), preparato con uova, latte e miele, e servito cosparso di pepe.  
Per la classica versione col caramello bisogna attendere l’XI secolo, quando la canna da zucchero fu portata in Europa dal Medio Oriente. 
Sebbene portoghesi (dulce de leche), inglesi (pudding) e spagnoli (flan) rivendichino in qualche modo la paternità di questo piatto, pur con evidenti varianti, una delle prime ricette pubblicate in Europa fu dello chef francese Jean Baptiste Reboul, nel suo La cuisinière provençale (1897). 
In Giappone la crème caramel si chiama purin e può essere cotto a vapore (mushi purin) o al forno (yaki purin). Introdotto durante il periodo Meiji (1868-1912) dopo la fine del sakoku (politica di autarchia praticata durante il periodo Edo dallo shogunato Tokugawa), era un privilegio della corte imperiale e dell’aristocrazia. Grazie a un programma promozionale governativo, alla fine della seconda guerra mondiale latte e latticini si diffusero anche tra la gente comune, così anche il purin preconfezionato divenne onnipresente in tutti i minimarket giapponesi, in versione classica o aromatizzato al matcha, alla patata dolce e alla zucca. 


Golosa di purin è la diciassettenne Makoto Konno, protagonista del cult movie La ragazza che saltava nel tempo di Mamoru Hosoda (regista che avrebbe dovuto dirigere Il castello errante di Howl), vincitore di sei premi al Tokyo International Anime Fair 2007 (miglior animazione dell'anno, miglior regia, miglior storia originale, miglior sceneggiatura, miglior direzione artistica, miglior character design).  
Come nel romanzo originale di Yasutaka Tsutsui, Makoto ottiene l'abilità di compiere piccoli balzi indietro nel tempo, ma cambiare il passato non è affatto semplice… e per ricaricare le energie non c’è nulla di meglio di un buon budino!

DOLCI > PURIN ALLA VANIGLIA


Latte intero > 1 l 
Uova > 10 
Zucchero > 250 g 
Vaniglia in polvere > 1 cucchiaino  

Per il caramello: 
Zucchero > 200 g 
Acqua > 100 ml  

Versate lo zucchero e l’acqua in un pentolino d’acciaio, mescolate e lasciate cuocere a fiamma dolce fino a che il caramello non prenderà colore.
Versate il caramello negli stampini prima che si solidifichi, avendo cura di coprire bene fondo e pareti.
Scaldate il latte in un pentolino, fino a sfiorare il bollore.
Con l’aiuto di una frusta elettrica, in una ciotola sbattete insieme 6 uova intere, 2 tuorli, lo zucchero e la vaniglia.
Versate il latte caldo nelle uova sbattute e continuate a montare.
Filtrate il composto e dividetelo negli stampini.
Cuocete in forno a bagnomaria per 30-40 minuti, finché i purin non si saranno rassodati.
Lasciate raffreddare i purin e conservateli in frigorifero almeno 6 ore prima di servirli. 



mercoledì 10 gennaio 2024

Pane, burro e marmellata di fragole (al basilico)


I film di Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli sono conosciuti in tutto il mondo per i personaggi femminili forti (che vanno contro i ruoli di genere stereotipati), le trame dallo spirito ambientalista, il rispetto dei diritti umani e uno spiccato pacifismo. Una delle caratteristiche più importanti del cinema di Miyazaki è però il cibo. Il maestro utilizza con accortezza le 
pietanze più gustose per radunare i personaggi, costruire i loro rapporti e aggiungere profondità alle storie. È rarissimo vedere nei film di Miyazaki piatti ricercati, preparati con ingredienti rari e costosi: nella maggior parte dei casi troviamo infatti una cucina casalinga, piccoli spuntini o caratteristici bento. Una regola rispettata anche nel suo ultimo Il ragazzo e l’airone (ispirato al romanzo Kimi-tachi wa dō ikiru ka di Genzaburō Yoshino, pubblicato in Italia da Kappalab col titolo E voi come vivrete?), in cui mangiamo con gli occhi un beef shichu (stufato di manzo), i rakkyo (scalogni messo in salamoia con sale, aceto e zucchero), il kuri gohan (riso alle castagne) e una bella fetta di pane con burro e marmellata di fragole.
La marmellata che Himi serve a Mahito in una sequenza del film ha un'etichetta speciale, che sembra omaggiare la Jam Tomorrow citata nel secondo libro di Alice, Attraverso lo specchio. È la famosa Regina Bianca di Lewis Carroll a dire ad Alice (poco prima che Sua Maestà si trasformi in una pecora) che la regola del mondo specchiato è “marmellata domani e marmellata ieri, ma mai marmellata oggi”. Nel film di Miyazaki questa assume il significato di una promessa che non si avvererà mai, in quanto Mahito non potrà più mangiare la marmellata di sua madre.  

MERENDA > PANE, BURRO E MARMELLATA  


Panna fresca > 250 ml 
Fragole > 1 kg 
Zucchero > 500 g 
Basilico > 20 foglie 
Limone > ½   

Con l’aiuto di una frusta elettrica, montate la panna fresca in una ciotola capiente. Man mano che la panna inizia a prendere consistenza aumentate la velocità.
Una volta soda, continuate a montare la panna fino a farla “impazzire”.
Quando la parte grassa si sarà separata da quella liquida, strizzate con le mani il burro eliminando il più possibile il latticello. 
Versate il burro in un contenitore ermetico e conservatelo in frigo.
Lavate intanto le fragole e mondatele eliminando il picciolo, quindi tagliatele a pezzi e unite lo zucchero, il basilico spezzato grossolanamente e il succo di mezzo limone.
Cuocete in una pentola antiaderente. Una volta raggiunto il bollore, abbassate la fiamma e continuate a cuocere per altri 30 minuti, sempre mescolando.
A fine cottura, versate un cucchiaino di marmellata su un piattino inclinato: se scende lentamente è pronta, altrimenti proseguite la cottura ancora qualche minuto.
Lasciate intiepidire la marmellata per 10 minuti, girandola di tanto in tanto, poi versatela nei vasetti sterilizzati fino a 1 cm dal bordo.
Tappate e tenete i vasetti capovolti fino a completo raffreddamento.
Per la vostra merenda, stendete il burro ammorbidito su una fetta di pane e aggiungete uno strato generoso di marmellata di fragole al basilico.

venerdì 10 novembre 2023

Torta rovesciata all'ananas

Pioggia di ricordi è senza dubbio il film più intimista dello Studio Ghibli. Sono proprio le memorie di Taeko a dare struttura all’opera di Isao Takahata, le sue tradizioni di famiglia.


Riguardando l’anime mi sono reso conto di quante cose abbiamo in comune io e Taeko, a cominciare dai nostri ricordi legati all’ananas.

Nel 1966 in Giappone era abbastanza inusuale consumare frutta importata, e l’ananas si trovava solamente già pronto, sciroppato e in lattina. Nessuno nella famiglia di Taeko aveva mai visto dal vero quello strano frutto esotico e ignorava persino come sbucciarlo e mangiarlo. 

In quegli anni il Giappone si stava rialzando dalla sconfitta bellica e iniziava ad aprirsi ai mercati stranieri. Una vera emancipazione gastronomica. Per questo le aspettative della bambina erano alte.

Il frutto non ha però lo stesso sapore dell’ananas sciroppato, è decisamente meno dolce, ma Taeko continua a mangiarlo per orgoglio. Si prepara inconsapevolmente a gusti più adulti.

Alcuni sostengono che il termine ananas derivi dall’unione delle due parole arabe ain e anas (letteralmente “occhio umano”), per via delle scaglie esterne del frutto che ricordano appunto la forma di un occhio. L’origine del nome potrebbe però derivare anche da anana, con cui gli indios ai tempi di Cristoforo Colombo indicavano l’aroma, il profumo. Nei secoli furono associati a questo frutto nomi diversi e variegati, come pigna del re, per il costo elevato, e ancora oggi i popoli di lingua spagnola lo chiamano piña, termine ripreso anche dagli anglofoni col loro pineapple (“pigna-mela”).

Le piante appartenenti al genere ananas sono in tutto sei, ma solo una è capace di produrre frutta commestibile (un solo frutto ogni diciotto mesi circa), quella che viene comunemente consumata nelle tavole di tutto il mondo.

Come Taeko, da bambino ero abituato anch’io all’ananas in scatola, che mia madre utilizzava per una torta speciale. La sua era una variante della classica upside down americana, la cui ricetta si trova ancora oggi su alcune bustine di lievito per dolci. Più bassa e meno asciutta di una normale ciambella, resa umida da una generosa dose di caramello, più leggera e saporita grazie al succo d’ananas utilizzato al posto del latte.

Oggi ho cercato di ritrovare il gusto di un ricordo lontano, cucinandola io.


DOLCI > TORTA ROVESCIATA ALL’ANANAS



Farina > 250 g

Burro >  150 g

Zucchero >  120 g

Succo d’ananas >  150 ml

Uova >  3 uova

Vaniglia in polvere > 1/2 cucchiaino

Limone >  1

Lievito per dolci > 1 bustina

Ananas a fette al naturale > 1 scatola

Noci > 5


PER IL CARAMELLO:


Zucchero >  200 g

Acqua >  60 ml


Mettete sul fuoco la tortiera e distribuite sul fondo lo zucchero, versate l’acqua e fate cuocere lo sciroppo fino a che non raggiungerà una colorazione ambrata. Muovete la tortiera perché il caramello si sparga uniformemente anche sulle pareti.

Scolate le fette di ananas dal loro succo. Tenete da parte il succo e disponete le fette sul fondo della tortiera, inserendo al centro di ognuna mezzo gheriglio di noce (con la parte bombata rivolta verso lo stampo).

In una ciotola capiente montate il burro con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso, aggiungendo la scorza grattugiata del limone e la vaniglia.

Unite un uovo alla volta, continuando a montare, poi incorporate la farina setacciata insieme al lievito per dolci e infine il succo d’ananas.  

Versate il composto nella tortiera e cuocete in forno caldo a 180° per circa 45 minuti.

Capovolgete la torta ancora calda sul piatto da portata e lasciatela raffreddare prima di servirla.


domenica 2 aprile 2023

Torta glassata con crema al burro matcha

Si dice che l’amore vero si manifesti nei piccoli gesti, negli sguardi attenti, nelle carezze inattese, nella presenza silenziosa che dice più di mille parole. Cosa accade, invece, quando l’amore è immediato, istantaneo con uno sconosciuto?

C’è chi, per innamorarsi, ha bisogno di tempo per conoscersi e accertarsi di essere ricambiato. M, al contrario, è uno dall’innamoramento facile. Attraverso l’amore si definisce perché l’assenza di amore ha creato in lui una sorta di vuoto: lui cerca di colmarlo attraverso l’altro, ma un vuoto emotivo che appartiene al passato non può essere colmato. Quel vuoto va risanato e non riempito.

Ogni sguardo ricambiato scatena in lui un’ondata di sostanze chimiche che eccita le terminazioni nervose dei suoi occhi, provoca una contrazione dei muscoli e dilata le pupille. Dopamina, noradrenalina e serotonina agiscono sulle sue ghiandole e così le mani gli sudano. È felice e allarmato al tempo stesso. Sa che dovrebbe distogliere quello sguardo, ma non ci riesce mai. 

Ogni volta guarda il ragazzo di turno e ha come la certezza di essere sempre stato con lui. Senza sapere il perché, vorrebbe che fosse possibile. Senza sapere come, capisce cosa intendeva esprimere Julio Cortázar con quel suo “Me basta mirarte para saber que con vos me voy a empapar el alma”. Guarda quel ragazzo e sa che con lui s’inzupperà l’anima.

E così ogni volta s’innamora, per un’istante o per giorni, fino al successivo scambio di sguardi.

 

DOLCE > TORTA GLASSATA CON CREMA AL BURRO MATCHA

 


Farina 00: 100 g

Fecola di patate: 50 g

Uova: 3

Zucchero semolato: 150 g

Vaniglia in polvere: ½ cucchiaino

Limoncello: 1/2 bicchiere

Latte: 1/2 bicchiere

Burro: 1 noce

 

Per la crema al burro:

Formaggio spalmabile: 250 g

Mascarpone: 250 g

Panna fresca: 150 g

Zucchero a velo: 200 g

Tè matcha: 2 cucchiaini

 

Per la bagna:

Acqua > 200 ml

Zucchero > 80 g 

Limoncello > 100 ml

 

Per la glassa al cioccolato:

Cioccolato fondente: 150 g

Panna fresca: 80 ml

Acqua calda: 40 ml 

Zucchero: 50 g

 

Con l’aiuto di una frusta elettrica, montate in una ciotola capiente le uova con lo zucchero e la vaniglia, fino a ottenere un composto gonfio e spumoso.

Incorporate la farina e la fecola di patate, mescolando dolcemente con un cucchiaio, sempre dal basso verso l’alto, per non far smontare le uova.

Versate il composto in uno stampo da imburrato e infarinato.

Cuocete in forno caldo ventilato a 170° per circa 30 minuti.

Con l’aiuto di una frusta elettrica, preparate intanto la crema, montando il formaggio spalmabile col mascarpone e lo zucchero a velo. Quando il composto sarà soffice e vellutato, aggiungete il tè matcha e la panna, continuando a montare.

Preparate infine la bagna al limoncello, lasciando sobbollire per 5 minuti in un pentolino l’acqua con lo zucchero. Spegnete il fuoco e aggiungete il Limoncello, mescolando bene per amalgamare gli ingredienti.

Una volta che il pan di Spagna si sarà raffreddato, tagliatelo in tre strati dello stesso spessore.

Inumidite generosamente il primo strato con la bagna al Limoncello, quindi ricopritelo con una dose abbondante e uniforme di crema al burro.

Coprite col secondo strato di pan di Spagna, inumiditelo col resto della bagna al latte, quindi versate la rimanente crema al burro e coprite col terzo strato di pan di Spagna.

Per una glassa al cioccolato lucida, portate a bollore la panna con l’acqua e lo zucchero, quindi allontanate il pentolino dal fuoco e aggiungete il cioccolato tritato molto finemente, mescolando con una frusta finché non sarà completamente sciolto. La glassa deve essere liscia e priva di grumi.

Posizionate la torta su una gratella per dolci e fate colare la glassa al cioccolato mentre è ancora calda (35° C, se avete un termometro da cucina).

Lasciate indurire la glassa a temperatura ambiente prima di servire la torta.