lunedì 19 dicembre 2022

Budino al miele e peperoncino

Cos’hanno in comune Le avventure di Huckleberry Finn, Alice nel paese delle meraviglie, Il mago di Oz, Il giovane Holden e Harry Potter? Oltre a essere parte del patrimonio letterario di tutti i tempi, queste opere hanno tutte subito (in tempi e modi diversi) l’ostinazione della censura.
Non so voi, ma ho sempre odiato la censura, come autore e come lettore.
Applicare la censura significa esercitare un controllo autoritario sulla creazione e sulla diffusione di idee e opinioni. Un controllo basato sul principio secondo cui determinate informazioni (e le idee e le opinioni da esse generate) possano minare la stabilità dell’ordine sociale, politico e morale vigente.
Nel Medioevo, la massima autorità censoria era la Chiesa, che decideva quali idee e opinioni fossero contrarie alla dottrina, dannose per la fede o per la morale, o pericolose per l’unità del mondo cristiano (non per niente nel 1231-35 Gregorio IX fondò l’Inquisizione, destinata a individuare gli eretici e distruggere ogni loro testo).
Il XX secolo ha dimostrato come l’instaurazione di un regime monopartitico efficiente (di tipo nazifascista o sovietico) richieda il controllo sistematico dei mass media, delle arti e di tutte le forme di espressione pubblica (controllo che diventa lo strumento per mantenere la stabilità interna del regime).
Vi sembrerà assurdo, ma Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain fu messo al bando subito dopo la sua pubblicazione nel 1884 (a Concord, Massachusets, perché considerato una “porcheria”) e rimane ancora oggi uno dei romanzi più censurati in assoluto. In origine era considerato volgare per il suo linguaggio grammaticalmente scorretto e per la sua progressiva posizione "antirazzista". A partire dagli anni Cinquanta è stato invece censurato perché considerato "razzista". Alcuni editori hanno addirittura sostituito, nelle circa 200 occasioni in cui compare, la parola “nigger” con la parola “schiavo”. E la prestigiosa scuola quacchera Friends’ Central School di Filadelfia ha eliminato il romanzo dai programmi di studio. 
E che dire di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, censurato in Cina nel 1931 in quanto “pericolosamente sovversivo”? Il governatore Ho Chien, della provincia di Hunan, ritenne che gli animali presenti nella storia avessero troppe caratteristiche simili all’essere umano, soprattutto per quanto riguardava la proprietà di linguaggio. A suo avviso, mettere sullo stesso piano animali e uomini avrebbe condotto i bambini a pensieri pericolosi e fuorvianti.
Il mago di Oz di Frank Baum fu censurato e proibito in molte biblioteche e scuole degli Stati Uniti agli inizi degli anni Trenta e di nuovo negli anni Cinquanta perché accusato di promuovere valori malsani e nichilisti. Le polemiche hanno riguardato soprattutto Dorothy, giudicata troppo indipendente ed emancipata.
Le giovani generazioni degli anni Cinquanta e Sessanta fecero de Il giovane Holden di J.D. Salinger una sorta di manifesto delle inquietudini che allora animavano la società. Il libro è diventato un classico delle letture scolastiche, consigliato dagli stessi professori ai loro allievi. Uno dei bestseller più celebri di tutti i tempi, con un totale di 65 milioni di copie vendute. Nel 2001 (dopo 50 anni dalla prima pubblicazione) è avvenuto però il contrappasso: il National Council of Teachers of English ha deciso di togliere il romanzo dai programmi scolastici per i troppi riferimenti al sesso prematrimoniale e all’alcolismo giovanile. 
Persino Harry Potter di J. K. Rowling ha subito il veto della censura, criticato dalle Chiese di diversi paesi (dall’Australia al Messico) e accusato di “promuovere la stregoneria e l’occultismo”. La pubblicazione della saga è stata bloccata anche negli Emirati Arabi per incitazione alla stregoneria. 
In tempi recenti la censura ha trovato nella fantomatica “teoria gender” il miglior espediente retorico per prendere posizione contro i diritti LGBT e il femminismo. Ne ho fatto le spese persino io col mio graphic novel Le semplici cose, disegnato da Andrea Accardi, pubblicato da Feltrinelli e incentrato sul tema della gestazione per altri.
Ma sono in buona compagnia. Ha subito ostracismo e censura Piccolo uovo di Francesca Pardi e Altan, che esplora le diverse tipologie di famiglie prima di nascere fino a scoprire come tutte le famiglie (compresa quella di due pinguini omosessuali) siano ugualmente felici. 
L’intransigenza della destra politica italiana ha colpito anche a E con Tango siamo in tre di Peter Parnell e Justin Richardson, tratto dalla storia vera di Roy e Silo, due pinguini antartici dello zoo del Central Park di New York che hanno adottato Tango, nato da un uovo deposto da un’altra coppia di pinguini. 
Tra i libri oggi “proibiti” figura poi un capolavoro della letteratura per l’infanzia del 1959 come Piccolo blu e Piccolo giallo di Leo Lionni, realizzato con la tecnica del collage. Quanto può far paura un’amicizia che supera le differenze e abbatte i pregiudizi adulti?
Gli stessi pregiudizi riguardano anche il cibo. In passato le uova sono state sotto accusa per il loro alto contenuto di colesterolo, ma anche perché farebbero male al fegato o sarebbero semplicemente indigeste. In realtà le uova sono un alimento ricco di ferro, fosforo e calcio in buone quantità, oltre alla vitamina K2 (che rafforza le ossa) e a quelle del gruppo B (fondamentali nel metabolismo di carboidrati, grassi e proteine).
E così ho deciso di proporvi questo budino al miele e peperoncino, un vero toccasana in queste feste natalizie.
 
DOLCI > BUDINO AL MIELE E PEPERONCINO
 

Latte intero > 1 l
Uova > 8
Miele > 100 g
Zucchero > 4 cucchiai
Peperoncino > 1 pizzico
 
Fate sobbollire il latte in un pentolino a fuoco dolce, fino a quando son si sarà ristretto di circa la metà. Spegnete il fuoco, aggiungete il peperoncino frantumato e lasciate raffreddare il latte a temperatura ambiente.
In una ciotola, montate intanto 2 uova intere e 6 tuorli col miele, poi aggiungete a poco a poco il latte intiepidito e filtrato.
Mettete sul fuoco lo stampo per il budino e distribuite sul fondo lo zucchero, versate qualche goccia d’acqua e fate cuocere lo sciroppo fino a che non raggiungerà una colorazione ambrata. Muovete lo stampo perché il caramello si sparga uniformemente anche sulle pareti, quindi versate il composto di latte e uova e cuocete a bagnomaria, in forno, per 50 minuti a 180°.
Lasciate raffreddare il budino a forno spento, poi trasferitelo in frigorifero per almeno dodici ore (il giorno dopo è ancora più buono).
Al momento di servire, sformate il budino e decoratelo con un cucchiaino di miele extra e un ulteriore pizzico di peperoncino frantumato (per una piccantezza estrema).




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