domenica 20 luglio 2014

Insalata di pasta al mango curry con feta, mela verde, pachino e menta

Forse vi sarà capitato di vedere, nelle piazze delle vostre città, alcune persone che manifestano stando in piedi con un libro in mano, ferme, immobili, come ferme e immobili sono le loro idee.
Non manifestano infatti per i propri diritti, ma per la negazione di quelli altrui.
Si fanno chiamare Sentinelle in Piedi e conducono una battaglia contro le rivendicazioni delle persone gay, lesbiche e transessuali. Perché, se è vero che il motivo del loro dissenso sarebbe quello di vegliare sulla libertà di espressione e opinione, la stessa si declina solo ed esclusivamente sul tema della negazione dei diritti per le persone omosessuali.
Secondo l’Agenzia per i Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, l’omofobia danneggia ogni anno la salute e la carriera di milioni di persone. L’Italia è il paese dell’Unione Europea con il maggior tasso di omofobia sociale, politica e istituzionale: secondo i dati del Dipartimento di Salute Pubblica, i suicidi della popolazione gay legati alla discriminazione omofobica costituirebbero il 30% di tutti i suicidi tra gli adolescenti.
In un periodo in cui si moltiplicano le aggressioni omofobiche, le Sentinelle in Piedi schierano a esercito le frange più fondamentaliste del cattolicesimo nazionale e dell’estrema destra alimentando l’odio e la violenza.
Quando una società non si accorge di “sentinelle” e di “milizie” che prendono terreno è ora di riconfigurare l’attenzione, e valutare bene i rischi che si possono correre a sottovalutare l’invasività del fondamentalismo nello spazio pubblico.
Pensateci quando li vedrete. 
È come se qualcuno manifestasse oggi per il diritto a offendere e perseguitare gli ebrei, i neri, le donne, inficiando anni di lotte e conquiste sociali, dai matrimoni misti ai diritti dei lavoratori, fino al diritto al divorzio o all’aborto…
Qui non è in discussione la fede individuale, ma l’uso politico della religione e della fede. E non possiamo permettere che siano le minoranze aggressive oltranziste a “difendere” la vita, la famiglia, la morale, la sessualità e le relazioni tra i generi.
Alle Sentinelle in Piedi non posso che ricordare le parole di Simone, 21 anni, che si è buttato da un palazzo di undici piani perché deriso, discriminato ed emarginato in quanto gay: «L’Italia è un Paese democratico, libero. Ma è anche una nazione dove ci sono persone omofobe. E chi ha questi atteggiamenti dovrà fare i conti con la propria coscienza».

PRIMI > INSALATA DI PASTA AL MANGO CURRY CON FETA, MELA VERDE, PACHINO E MENTA

Pasta corta > 300 g
Pomodorini pachino > 150 g
Mele Granny Smith > 1
Formaggio Feta > 150 g
Curry > 3 cucchiai
Mango in polvere > 1 cucchiaio
Menta > 1 mazzetto
Limone > 1
Olio estravergine d’oliva > ½ bicchiere
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Sciogliete 2 cucchiai di curry nell’acqua di cottura della pasta.
Scolatela al dente e fatela raffreddare con un getto veloce di acqua fredda. Scolatela nuovamente facendo molta attenzione: se la pasta rimane bagnata assorbirà l’acqua e risulterà collosa.
Versate la pasta in un’insalatiera e conditela con un’emulsione di olio extravergine d’oliva, curry e mango in polvere.
Lasciate riposare in frigo per circa un’ora.
Lavate intanto i pomodorini pachino, tagliateli in quattro e conditeli con poco olio extravergine d’oliva, sale e pepe.
Tagliate il formaggio feta in dadini di circa 1 cm.
Sbucciate la mela e tagliatela a dadini di circa 1 cm (irrorando con poco succo di limone perché non anneriscano).
Lavate delicatamente le foglie di menta e asciugatele su un foglio di carta da cucina.
Togliete la pasta dal frigo, unite i pomodorini pachino, il formaggio feta, la mela e le foglie di menta spezzate a mano.
Mescolate delicatamente e servite subito, guarnendo con qualche foglia di menta.

La polvere di mango viene prodotta lavorandone i frutti: vengono affettati, fatti essiccare e macinati. Si trova in commercio anche col nome amchoor o amchur. Ha un colore che va dal nocciola al rosato, un profumo fresco e un gusto immediatamente aspro e pungente che rilascia poi al palato dolci note fruttate e sfumature di miele. Il suo contenuto di ferro, antiossidanti, vitamina A ed E, aiuta a combattere l'acidità di stomaco e migliora la digestione. Lo trovate in vandita nei supermercati etnici, nelle migliori erboristerie oppure on line.

giovedì 19 giugno 2014

Torta allo zafferano con confettura di liquirizia

Il Salone del Mobile di Milano ha sancito la vera fine del pop-luxury design. «Meno lusso, più uso», sembra essere il nuovo mantra della società dei consumi, e così il design sta tornando finalmente alla portata di tutti.
La funzionalità è al centro del processo creativo. Le nuove parole d’ordine sono sostenibilità e condivisione, perché il design è uno strumento potente per ottenere un cambiamento, è frutto di una progettazione culturalmente consapevole, fornisce l’opportunità di introdurre la sostenibilità nel tessuto sociale più ampio, portando la gente a desiderare uno stile di vita più sostenibile.
Stile, progetto e creatività sono ormai di casa anche a Ferrara grazie a Pop Design, un concept store fatto di persone e oggetti, luoghi e intangibiltà, anima e carne, emozioni e storia.
Nato da un’idea di Giorgio Paparo, Pop Design Store racconta le nuove tendenze e gli stili di vita originali ed esclusivi del mondo contemporaneo, riscoprendo e valorizzando le produzioni e le attività locali.

Davanti un negozio, dietro un laboratorio. In realtà un continuum tra il prodotto e la sua storia, che spesso è una seconda occasione, dove bottoni vintage diventano anelli unici, dove cravatte d’antan si trasformano in borse e vecchie pubblicità campeggiano su T-shirt d’autore.
Ma Pop Design Store è molto di più.
Un mix di culture, di eccellenze, di design, di brand e di differenti tipologie di prodotti, tra cui anelli, occhiali, orologi, borse, lampade e complementi d’arredo, che si uniscono per dar vita a un’unica offerta di buon gusto, da ammirare, da interpretare, da vivere.
Brand internazionali di prestigio come Lexon, Pijama, Monkey Glasses, Batucada, Reisenthel, See-Concept, ma anche artigianato italiano di qualità, dagli zaini If alle cinture Madeinpà, dai cravattini Usine des Fous ai portafogli in carta (indistruttibile) Differenp.
Un concept store indipendente, che propone articoli meno noti alla grande distribuzione che puntano su una forte attenzione per il dettaglio, per la qualità e per i materiali.
Il tutto a prezzi competitivi, grazie a una fliera corta e a processi produttivi flessibili. Perché anche a Ferrara possa riecheggiare lo slogan «Meno lusso, più uso».
PopDesign Store vi aspetta a Ferrara, in Via de’ Romei 19A, dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 20.00 (orario estivo).
Gli amanti della cucina troveranno da Pop Design Store la pluripremiata collana di Editrice Compositori con le ricette dei designer: primi piatti (Design al dente), secondi di carne (Design al sangue), di pesce (Una spina nel design), con verdure (Cavolo che design), finger food (Stuzzicati dal design) o piatti da infornare (Pane e design).

DOLCI > TORTA ALLO ZAFFERANO CON MARMELLATA DI LIQUIRIZIA

Farina > 250 g
Zucchero > 150 g
Zafferano > 1 bustina
Olio di semi di girasole > 1 tazza
Lievito per dolci > 1 bustina
Limone > 1
Uova > 1
Marmellata di liquirizia > 100 g

Versate in una ciotola capiente lo zucchero, la farina e il lievito.
Aggiungete un uovo e iniziate a mescolare.
Fate sciogliere lo zafferano in un bicchiere di acqua tiepida e versatelo nell’impasto, continuando a mescolare bene perché non si creino grumi.
Unite a filo l’olio di semi di girasole e la scorza grattugiata del limone e mescolate fino a ottenere un impasto denso e omogeneo.
Imburrate una tortiera a cerniera apribile e versatevi l’impasto.
Battete delicatamente la tortiera su un piano per eliminare eventuali bolle d’aria.
Adagiate infine delicatamente delle piccole quenelle di marmellata di liquirizia sulla superficie del dolce, disponendole a raggiera, dal centro al bordo esterno.
Cuocete in forno caldo a 180° per 45 minuti.
Una volta cotta, sfornate la torta e fatela raffreddare.
Cospargete a piacere con liquirizia in polvere (o zucchero a velo).

lunedì 2 giugno 2014

Millefoglie di melanzane con salsiccia al pistacchio

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, recita l’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
I diritti civili sono i diritti umani di prima generazione, quelli che storicamente si sono affermati per primi e che sanciscono le libertà individuali: figli delle rivoluzioni liberali dell’età moderna, stabiliscono infatti le libertà soggettive inalienabili di cui deve godere ogni singola persona.
Sono proprio i diritti civili a testimoniare le grandi differenze tra gli Stati d’Europa. In merito a unioni di fatto, matrimoni omosessuali, divorzio e adozioni, infatti, il Vecchio continente dimostra di non avere uno stesso animo progressista, e questo nonostante il Parlamento Europeo abbia chiesto agli Stati membri di garantire alle famiglie monoparentali, alle coppie non sposate e alle coppie dello stesso sesso parità di diritti rispetto alle coppie e alle famiglie tradizionali, in particolare in materia di legislazione fiscale, regime patrimoniale e diritti sociali.
Se qualcuno ancora si chiede perché mi impegno con Arcigay per i diritti civili in Italia, basta leggere i dati della campagna promossa dall’ILGA (International Lesbian and Gay Association), che ha misurato la parità tra i cittadini a prescindere dall’orientamento sessuale.
La Gran Bretagna è il paese più accogliente e inclusivo d’Europa. Grazie alle sue politiche per l'uguaglianza e la non-discriminazione, la famiglia, l'attenzione ai discorsi omofobici, il riconoscimento legale dei generi, la libertà di associazione e di espressione e il diritto di asilo, ha totalizzato 82 punti su 100, posizionandosi anche quest’anno al primo posto.
L’Italia è in zona retrocessione, se mi permettete un riferimento calcistico. Con un poco onorevole 32° posto, si colloca alle spalle di tutti i grandi paesi fondatori dell’unione europea, più vicino alla barbara Russia (ultima in classifica) che a Spagna, Francia o Germania.
La cosa interessante è che i sei punti guadagnati dal nostro paese rispetto allo scorso anno (perché un piccolo miglioramento c'è stato), sono da ricondursi unicamente ai piani di azione operati dai comuni italiani in tema di uguaglianza e non discriminazione, e non certo grazie all’azione del nostro parlamento, che non riesce neppure ad approvare una legge contro l’omofobia.
Ho sempre parlato liberamente di dignità e diritti (non solo omosessuali e transessuali), affrontandone i principi fondamentali a scuola, al lavoro, in casa, mentre faccio la spesa. E a cena, naturalmente, specialmente in queste ultime settimane di campagna elettorale.

SECONDI > MILLEFOGLIE DI MELANZANE CON SALSICCIA AL PISTACCHIO

Melanzane tonde > 2
Salsiccia al pistacchio > 400 g
Pomodori pachino > 200 g
Granella di pistacchi > 2 cucchiai
Basilico > 1 mazzetto
Prezzemolo > 1 mazzetto
Menta > 1 mazzetto
Aglio > 1 spicchio
Scalogno > 1
Olio extravergine d’oliva > ½ bicchiere
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Lavate le melanzane, eliminate le estremità e tagliatele a fette spesse circa mezzo centimetro. Spolveratele di sale, adagiatele su un piano e lasciatele riposare per un’ora, fino a quando non avranno perso l’acqua di vegetazione.
Sciacquatele e asciugatele con un foglio di carta assorbente.
Preparate un’emulsione di olio, sale, pepe e trito di basilico, prezzemolo e menta, aggiungendo uno spicchio d’aglio leggermente schiacciato.
Lasciate marinare le melanzane nell’emulsione per due ore.
Scaldate l’olio extravergine d’oliva in una padella antiaderente e soffriggete lo scalogno tritato finemente.
Unite i pomodori tagliati a cubetti e saltateli per qualche minuto a fiamma viva.
Adagiate una fetta di melanzana ben sgocciolata in una pirofila ricoperta di carta forno, proseguite con la salsiccia al pistacchio ben sgranata e pressata, e via così per tre strati, ricoprendo infine la millefoglie con un cucchiaio di pomodori saltati.
Coprite la pirofila con un foglio di alluminio e cuocete in forno cardo a 180° per 50 minuti.
Togliete quindi il foglio di alluminio e proseguite per altri 10 minuti a 200°.
Servite tiepida, spolverando le millefoglie con la granella di pistacchi.

venerdì 25 aprile 2014

Polpette alle prugne con fave al profumo di menta e nocciola

Chi mi conosce da più tempo sa come la politica abbia sempre fatto parte della mia vita. Sin da bambino ne ho respirato l’aria in casa (grazie a un nonno sindaco e partigiano) e da alcuni anni la pratico come Consigliere Nazionale Arcigay e come Presidente di Arcigay Ferrara.
Si può fare politica in molti modi, con strumenti e modalità diverse. Finora ho preferito la politica dal basso, quella diffusa, praticata da chi come me è impegnato nelle associazioni, nei comitati, nelle campagne di mobilitazione, nei movimenti che chiedono il rispetto e la promozione dei diritti fondamentali, la difesa del territorio, la cura dei beni comuni.
Se oggi mi candido come indipendente a Ferrara, a capo della lista di Sinistra Ecologia Libertà, è perché a volte i cambiamenti devono avvenire all’interno del sistema.
Sono da sempre un elettore di sinistra, ho idee, passioni e professionalità da condividere, e col vostro voto potrei portare una variabile nuova al Consiglio Comunale di Ferrara.
Sono convinto che una candidatura non si nutra di sole promesse, ma che si debba alimentare soprattutto di principi. E naturalmente di concretezze.
Mi candido a sostegno di Tiziano Tagliani Sindaco perché non amo lamentarmi rimanendo in disparte: preferisco essere un motore del cambiamento, un garante della trasparenza, una cerniera di collegamento tra i cittadini e l’amministrazione, una spinta coraggiosa verso sinistra a beneficio di tutta la coalizione.
È la prima volta che Sinistra Ecologia Libertà si presenta alle amministrative a Ferrara, e questa è una grande occasione per l’elettorato di sinistra che chiede da anni una città fresca e innovativa, più verde e ordinata, più democratica ed equa, più partecipe e vivibile.

Ciò che voglio è semplice: una città governata con onestà e trasparenza, respirabile, pulita, più facile e attenta ai nostri bisogni quotidiani, in cui dignità e diritti siano sempre in primo piano.
– Una FERRARA ATTENTA AL SOCIALE, che istituisca sportelli comunali destinati alla difesa dei diritti e allo loro tutela contro ogni discriminazione di sesso e di orientamento sessuale, di razza e cittadinanza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, come ci insegna l’articolo 2 della Costituzione italiana. Una città che proponga agli insegnanti delle scuole primarie e secondarie percorsi di prevenzione e contrasto al bullismo omofobico e incontri di educazione sentimentale, che trascriva i matrimoni tra omosessuali celebrati all’estero nei registri di stato civile, che riempia di contenuti il registro delle coppie di fatto permettendo ai suoi iscritti l’accesso alle graduatorie, che attui politiche per l’integrazione degli stranieri e a sostegno di tutte le minoranze.
– Una FERRARA A VOLUMI ZERO, che arresti il consumo di suolo, che concentri l’attività edilizia nelle aree dismesse e già urbanizzate, che riqualifichi gli immobili abbandonati e in disuso, le aree verdi cittadine e le zone più degradate, dall’acquedotto fino a via Oroboni, passando naturalmente per la stazione e il grattacielo. Una città che incentivi inoltre la raccolta differenziata e liberi l’aria dai fumi degli inceneritori.
– Una FERRARA CULTURALMENTE VIVA, capace di parlare più linguaggi, quello della cultura, dell’arte, della musica e del turismo. Una città in cui ragazzi con idee creative e voglia di sperimentare possano trovare spazi e occasioni per mettersi in gioco, ma anche una città che torni a puntare sulle sue tante eccellenze, che incentivi un turismo trasversale, che tuteli gli esercenti (non solo del centro storico) attraverso eventi diffusi, che sia sempre più collettore tra pubblico e privato.

Da sette anni ho scelto Ferrara come città in cui vivere e progettare il mio futuro, qui ho portato la mia azienda e qui continuo a dar vita a iniziative culturali e festival per sostenerla sia in termini economici che turistici.
Se condividi i miei ideali e i miei valori, il 25 maggio barra il simbolo di Sinistra Ecologia Libertà e scrivi DE GIOVANNI al Consiglio Comunale di Ferrara.

SECONDI > POLPETTE ALLE PRUGNE CON FAVE AL PROFUMO DI MENTA E NOCCIOLA

Macinato per salsicce > 400 g
Cracker > 2 pacchetti
Prugne secche > 8
Uova > 1
Pangrattato > 40 g
Fave > 600 g
Menta > 1 mazzetto
Prezzemolo > 1 mazzetto
Aglio > 2 spicchi
Brodo vegetale > ½ bicchiere
Olio extravergine d’oliva > 4 cucchiai
Olio di semi di arachidi > ½ litro
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Versate in una ciotola capiente il macinato per salsicce, unite i cracker e le prugne secche passati al mixer, e impastate a lungo con le mani, per rendere l’impasto tenero e amalgamare alla perfezione tutti gli ingredienti.
Ricavate delle polpette grandi come una noce e passatele nel pangrattato.
Scaldate l’olio di semi di arachidi in una padella antiaderente e cuocete le polpette girandole di tanto in tanto per rendere la doratura uniforme.
Scolatele su carta assorbente da cucina.
Sgranate le fave fresche, dividete a metà il baccello ed estraete i semi, quindi eliminate l'escrescenza che ricopre il seme della fava.
Lavatele e fatele cuocere per 5 minuti in acqua bollente salata.
Tritate finemente il porro e fatelo appassire nell’olio extravergine d’oliva.
Scolate le fave e fatele saltare per qualche minuto nel soffritto, aggiungendo il sale e il pepe, e profumando il tutto con la menta e il prezzemolo tritati.
Unite le polpette, bagnate con il brodo vegetale e fate cuocere per altri 5 minuti, fino a quando il liquido non si sarà asciugato.
Impiattate versando su ogni porzione un filo di olio di nocciola a crudo.

giovedì 10 aprile 2014

Millefoglie di verdure al salmone selvaggio

Parlano e parlano e parlano. Uno dopo l’altro, tutti a bassa voce, come in una terapia di gruppo. Di fatto lo è, perché in ogni cena la vita scorre parallela alla quotidianità e i problemi si srotolano boccone dopo boccone.
È un meccanismo perfetto. Funziona grazie ai ricordi che ogni gusto scatena suo malgrado e ai colori dei piatti, sempre diversi a seconda della stagione che si attraversa.
Mentre guardo i miei ospiti, la mia mente è lontana. È fuggita inseguendo il ricordo di alcune cene passate. Mi trovo a pensare a un’amica che non vedo più da alcuni anni e che continua a mancarmi. È il sogno di questa notte ad averla evocata. Quasi un incubo, pervaso da disillusioni e risentimenti.
Di solito la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli. È l’istinto di sopravvivenza che ci spinge a proteggerci, o forse è il solo mezzo che abbiamo per riuscire a tollerare il passato.
Lentamente si dimentica. Mi hanno sempre detto che anche le persone, quelle che sembravano indelebili sbiadiscono a poco a poco. Perché allora il ricordo di V. permane?
Gli affetti più cari sono gli ultimi a scomparire. D’altronde è giusto così, tutti abbiamo bisogno di ricordi che ci rammentino chi siamo. La vera croce è che il ricordo di un dolore rimarrà sempre doloroso, mentre quello di una gioia non sarà mai più una vera gioia.
La mente torna ai miei ospiti. Mi dico che l’amicizia è come l’amore: incontrerò qualcun altro, solo una volta che avrò scordato abbastanza.

ANTIPASTI > MILLEFOGLIE DI VERDURE AL SALMONE SELVAGGIO

Peperoni rossi > 3
Melanzana > 1 tonda
Zucchine > 6
Salmone affumicato > 100 g
Menta > 10 foglie
Aglio > 1 spicchio
Olio Extravergine d’oliva > 5 cucchiai
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Lavate e asciugate i peperoni, punzecchiateli con i rebbi di una forchetta e cuoceteli in forno a 200° per circa un’ora, rigirandoli di tanto in tanto per farli abbrustolire bene su ogni lato.
Dopo averli spellati, apriteli a metà ed eliminate i semi e i filamenti bianchi.
Conditeli con l’olio extravergine d’oliva, il sale, il pepe, lo spicchio d’aglio leggermente schiacciato e lasciateli marinare per un paio d’ore al fresco.
Lavate e asciugate intanto la melanzana e le zucchine.
Eliminate le estremità delle verdure e tagliatele a fettine sottili (la melanzana per il largo e le zucchine per il lungo), aiutandovi nel caso con una mandolina.
Scaldate una piastra antiaderente sul fornello e grigliate le fettine su entrambi i lati a fuoco medio, facendo attenzione a non bruciarle troppo.
Lasciatele raffreddare.
Togliete infine il salmone affumicato dalla sua confezione e fatelo respirare una decina di minuti a temperatura ambiente.
Prendete uno stampo per plumcake e rivestitelo di pellicola trasparente.
Stendete un primo strato di peperoni grigliati, asciugandoli leggermente dalla loro marinatura e tenendo l’esterno (più rosso e lucido) a contatto con la pellicola.
Proseguite con uno strato di melanzane grigliate, con uno strato di zucchine grigliate, con qualche foglia di menta spezzata a mano e con uno strato di salmone affumicato, facendo una leggera pressione con le mani per non lasciare aria tra i vari ingredienti.
Stendete un secondo strato di peperoni grigliati e continuate con le melanzane grigliate, le zucchine grigliate, le ultime foglie di menta spezzate a mano e il salmone affumicato.
Terminate con un terzo strato di peperoni grigliati, con le melanzane grigliate e con le zucchine grigliate, premendo ancora con le mani per non lasciare aria tra i vari ingredienti
Coprite con la pellicola trasparente e lasciate riposare una notte in frigorifero sotto un peso (un secondo stampo per plumcake andrà benissimo).
Togliete la millefoglie di verdure al salmone selvaggio dal frigorifero almeno un’ora prima di servirla in tavola.
Rimuovete il peso e la pellicola di superficie, stampate su un piano, eliminate la restante pellicola trasparente e tagliate la millefoglie a fette di circa 3 cm.
Completate con un filo di olio extravergine d’oliva.

mercoledì 2 aprile 2014

Millefoglie di platessa e patate con salmone affumicato e pesto di agrumi

L’ignoranza pettegola asseconda la maldicenza, l’ipocrisia, il pregiudizio. «Chissà cosa penserà la gente?» è un mantra ricorrente che le generazioni si tramandano ancora oggi con rinnovato vigore.
Troppe volte D. è entrata in contatto con questo monito. Per lei è sempre stato facile soddisfare le aspettative crudeli di genitori, amici, conoscenti. E anche quelle implicite degli sconosciuti.
Non ho mai capito davvero cosa le piaccia. La guardo cenare e mi chiedo cosa pensi sinceramente dei miei piatti. Sorride e chiude gli occhi ogni tanto, come per assaporare meglio ogni boccone. Ma i suoi complimenti sono sempre prevedibili.
I giudizi positivi allontanano dolore e frustrazione, per questo ha sempre aderito, senza esitazione, a tutte le condizioni imposte della pressione sociale. Per rincorrere l’applauso ha recitato parti, si è mascherata, ha utilizzato comportamenti lontani dalla sua vera essenza. Il timore dello scandalo è diventato il credo su cui impostare la propria vita e le proprie relazioni. Fino al punto da diventare ipocrita non solo con gli altri ma anche con se stessa.
Ha chiuso parzialmente il cuore per non sentire il costo che è costretta a pagare per il suo comportamento. La pena, la peggiore immaginabile, è stata quella di doversi uniformare ai modelli di una società condizionata, a costo di essere totalmente non spontanea.
La gente non si dà il tempo di pensare, ma segue la massa senza domandarsi il perché. Si veste da sentinella con la benedizione della diocesi, si prodiga per assecondare il pregiudizio, fa del conformismo di facciata un ideale di vita.
Pensare significa avere delle idee. Ma le idee non sono tutte uguali. Ho chiesto a D. se non fosse stanca e lei, sospirando, mi ha detto di sì.

ANTIPASTI > MILLEFOGLIE DI PLATESSA E PATATE CON SALMONE AFFUMICATO E PESTO DI AGRUMI

Platessa > 800 g
Salmone affumicato > 150 g
Patate > 6
Nocciole > 50 g
Pistacchi > 50 g
Mandarini > 3
Arance > 2
Pompelmo rosa > 1
Olio extravergine d’oliva > 1/2 bicchiere
Finocchietto selvatico > 1 mazzetto

Lasciate marinare il filetto di platessa in una vinaigrette di olio e succo di mandarino.
Pelate e tagliate le patate a fettine sottilissime, aiutandovi con una mandolina.
Versatele nell’acqua bollente lasciatele cuocere per cinque minuti.
Scolatele e fatele asciugare bene su carta assorbente.
Ungete i coppapasta e appoggiateli su una teglia rivestita di carta forno.
Formate in ogni coppapasta un primo strato di patate, proseguite con uno strato di platessa, e via così per quattro strati, finendo con le patate che andranno spennellate con burro fuso.
Infornate trenta minuti in forno caldo a 200°.
Servendovi di un coppapasta di uguali dimensioni, ritagliate due dischi di salmone affumicato per ogni millefoglie e lasciateli respirare 10 minuti a temperatura ambiente.
Preparate intanto il pesto di agrumi.
Fate tostare le nocciole e i pistacchi in una pentola antiaderente.
Una volta raffreddati, passateli al mixer insieme agli agrumi pelati a vivo, al finocchietto e all’olio extravergine di oliva. Aggiustate di sale e di pepe.
Sfornate i millefoglie di platessa e patate e fateli intiepidire.
Impiattate adagiando i millefoglie su un disco di salmone affumicato, quindi coprite con un secondo disco.
Completate con un cucchiaio di pesto agli agrumi e con una spolverata di pistacchi tritati.

venerdì 21 marzo 2014

Girella di pasta sfoglia con guanciale, mela verde, taleggio e olive taggiasche su carpaccio di finocchio al basilico

La semplicità è armonia, anche in cucina. Ma è anche la più sospetta delle qualità. Spesso non ci rendiamo conto di quanto sia eccezionale. Ce ne vergogniamo, perché ci sentiamo in dovere di complicare tutto, trasferendo i nostri bisogni sulla capacità altrui di nutrire i nostri propositi.
I piaceri semplici sono l’ultimo rifugio della gente complicata, scriveva Oscar Wilde. Perché la semplicità è un lavoro lungo, paziente, assiduo di semplificazione. Una complessità risolta. È la più lieve delle virtù, la più trasparente e la più rara. Un’ancora a cui legarci nei momenti più turbolenti e fragili.
La semplicità è una materia relativa, dipende dal clima, dalle abitudini, dalla cultura, dal carattere dell’individuo. Tutti noi cuciniamo dei piatti che, consciamente o inconsciamente, ci raccontano agli altri. E ogni giorno descriviamo noi stessi e il nostro stato d’animo scegliendo quali alimenti acquistare.
La sfida, di questi tempi, è proprio questa: ritrovare la semplicità. Nei gesti, nelle parole, nell’esserci. Perché la semplicità è un meraviglioso obiettivo.
Questo piatto nasce per caso, di fretta, per riparare a una cena improvvisata. Ne ho citato gli ingredienti su Facebook, senza neppure postarne la fotografia, e il post ha ricevuto decine di commenti curiosi ed entusiasti. Credo che niente crei più stupore della semplicità, perché forse non esiste niente di più difficile che essere semplici. Così mi sono deciso a svelarne la ricetta.
Semplice, naturalmente. Cioè non complessa, personale, soggettiva e libera, ma animata dallo stesso entusiasmo di sempre per la cucina creativa.
Un piatto che potrete trasformare a piacere senza paura di sbagliare il risultato. Finalmente.

ANTIPASTI > GIRELLA DI PASTA SFOGLIA CON GUANCIALE, MELA VERDE, TALEGGIO E OLIVE TAGGIASCHE SU CARPACCIO DI FINOCCHIO AL BASILICO

Pasta sfoglia > 1 rotolo (rettangolare)
Guanciale > 100 g
Mela Granny Smith > 1
Taleggio > 60 g
Olive taggiasche > 40 g
Finocchi > 2
Uovo > 1
Basilico > 1 mazzetto
Olio extravergine d’oliva al basilico > 4 cucchiai

Lasciate il rotolo di pasta sfoglia per qualche minuto a temperatura ambiente, quindi stendetelo su un piano.
Adagiate sul rotolo il guanciale affettato finemente lasciando scoperto solo un paio di centimetri lungo un lato corto.
Lavate la mela, eliminate il torsolo, quindi tagliatela a fette sottili con una mandolina.
Adagiate le fettine di mela sul guanciale, quindi grattugiate sugli altri ingredienti il taleggio e distribuite le olive taggiasche denocciolate.
Arrotolate il rotolo di pasta sfoglia delicatamente, dal lato corto, facendo attenzione che non rimanga aria all’interno e che il ripieno non fuoriesca.
Chiudete il rotolo con il lembo di sfoglia lasciato scoperto, facendo una lieve pressione perché la pasta non si separi in cottura.
Con un coltello affilato, tagliate il rotolo in fette spesse circa quattro centimetri.
Spennellatele le girelle di pasta sfoglia con il tuorlo d’uovo sbattuto e disponetele (non troppo vicine le une alle altre) su una teglia rivestita di carta forno.
Fatele cuocere in forno caldo a 200° per circa 15 minuti, o comunque fino a quando la pasta sfoglia non sarà gonfia e dorata.
Mondate intanto i finocchi, eliminando la parte del gambo e la prima foglia più legnosa.
Tagliateli a fette sottilissime con una mandolina.
Insaporiteli con l’olio extravergine d’oliva al basilico, conditeli con sale e pepe e lasciateli riposare per 10 minuti.
Appena prima di servire, sistemate il carpaccio di finocchio sui piatti, adagiatevi sopra le girelle di pasta sfoglia appena tiepide, quindi spolverate il tutto con qualche foglia di basilico fresco tritato al momento.

Se non lo trovate in commercio, sappiate che preparare l’olio extravergine d’oliva al basilico è semplicissimo.
Lavate e asciugate con cura 40 foglie di basilico fresche e 5 infiorescenze fresche di basilico (le infiorescenze sono profumatissime, se non ne avete aggiungete 20 foglie alla dose suggerita).
Lasciate il tutto in infusione in un vaso di vetro per 15 giorni in 1 litro di olio extravergine d’oliva, al buio, quindi filtrate e imbottigliate.