domenica 26 marzo 2023

Spiedini di maiale al Lapsang Souchong

L’altra sera a cena abbiamo parlato di yoga e di rinascita. T. ha curve dolci, nessuna tensione muscolare. In America, quei corpi che a un certo punto si lasciano andare, in un mix di lassismo ed età che avanza, li chiamano dad body. Ma lui è sempre stato così, anche quando aveva vent’anni e cercava di contenere quel fisico morbido per non essere rifiutato o deriso. 
Nella speranza che il sovrappeso fosse dovuto a un’intolleranza alimentare aveva nel tempo eliminato latte, pane bianco, salumi, surgelati, frutta e verdura in scatola, cereali, dadi da cucina, piatti pronti e gelati. Aveva provato a depurarsi con le tisane di tarassaco. Era andato in terapia temendo che il grasso nascondesse una forma d’insicurezza sessuale. Ed era stato da un’estetista per combattere con rituali distensivi e impacchi tonificanti una possibile ritenzione idrica dovuta a un’alimentazione ricca di sodio. Ma tutto questo aveva solo contribuito a renderlo più schivo e introverso.
Da ragazzo era convinto che i bisogni fossero tanto importanti quanto i desideri futili. È come se i primi nascessero da un’esigenza precisa, un disequilibrio che andava soddisfatto, mentre i secondi, più astratti, rappresentassero un’esigenza del superfluo. Per lui il bisogno era l’acqua, mentre l’orzata rappresentava il desiderio. Poi ha capito che il bisogno parte dal corpo, nasce da una spinta interna, ma finisce col trasformarsi in una dipendenza e si esaurisce nel soddisfacimento di un’esigenza, più o meno importante, in attesa di altri bisogni e nuove soddisfazioni. Il desiderio è al contrario una mappa: non porta a una soddisfazione immediata, ma ci indica verso quale direzione andare. Nella vita, come in una relazione. E il suo desiderio è sempre stato l’amore. Qualcuno che s’innamori di lui, delle sue stranezze e delle sue manie, del suo corpo non perfetto e non bello, del suo sorriso e della sua tristezza. Quel qualcuno, però, non è mai arrivato e, in cerca di una relazione, ha provato ad accontentarsi di amori liquidi, quelli che temono il cambiamento e si aggrappano a un immutabile presente. Una bolla perfetta quanto fragile, in cui è sopravvissuto senza azzardarsi, ma che un giorno è esplosa lasciandolo solo e guardingo, stanco di amare tanto, troppo, spesso a senso unico.
In quel momento, T. ha trovato un nuovo equilibrio grazie allo yoga. In questa filosofia di vita, il perno per gestire l’ansia e lo stress è basato sull’essenza stessa della disciplina, ovvero sulla parola “accettazione” che, una volta interiorizzata e fatta propria, si è rivelata per lui uno strumento terapeutico. Finalmente il suo corpo non era più fatto solo di carne, ma anche di un’energia vitale chiamata prana, in perfetta relazione con la mente e il pensiero. E così, a poco a poco, T. si è sentito pronto a ricominciare.
 
SECONDI > SPIEDINI DI MAIALE AL LAPSANG SOUCHONG
 

Pancetta di maiale> 400 g
Coppa di maiale fresca> 400 g
Vino rosso> 1 bicchiere
Zucchero> 2 cucchiai
Salsa di soia> ½ bicchiere
Limone> ½
Tè Lapsang Souchong> 1 cucchiaino
Peperone giallo> 1
Zenzero fresco> 2 cm
Alloro> 4 foglie
 
Preparate la marinatura mescolando lo zucchero col vino rosso, la salsa di soia, lo zenzero grattugiato, il succo di limone e il Lapsang Souchong (tè nero affumicato) polverizzato.
Tagliate la pancetta e la coppa di maiale in bocconcini uniformi.
Lasciate la carne nella marinatura per 30 minuti a temperatura ambiente.
Lavate il peperone e tagliatelo a falde, eliminando i semi e i filamenti bianchi. Tagliatelo quindi a pezzetti della stessa dimensione della carne.
Componete gli spiedini alternando un bocconcino di pancetta, un pezzo di peperone, uno di coppa, una foglia di alloro e così via. Se gli spiedini sono di legno, prima di usarli lasciateli per 30 minuti in ammollo nell’acqua.
Cuocete gli spiedini in forno caldo a 180° per 40 minuti, bagnandoli di tanto in tanto con la marinatura rimasta e rigirandoli a metà cottura.
Filtrate il liquido di marinatura rimasto e fatelo restringere a fuoco dolce in un pentolino antiaderente, finché il vino non sarà caramellato.
Servite gli spiedini su un velo di salsa al vino rosso.

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