lunedì 29 settembre 2025
Insalata di zucchine (per un pranzo leggero e fresco)
giovedì 18 settembre 2025
Cetrioli in salsa agrodolce all'arancia
domenica 13 aprile 2025
Mini cake con Nutella e pinoli
lunedì 10 febbraio 2025
Cookies meringati con cioccolato e pistacchi
venerdì 24 maggio 2024
Yakibitashi di asparagi
I principi del fascismo si diffondono nell’aria, mascherati furtivamente da qualcos’altro, sfidando tutto ciò che rappresentiamo. Le persone e le nazioni non imparano nulla dalla storia, questo è ormai chiaro. Non riusciamo a imparare la lezione o traiamo conclusioni sbagliate. Ormai, l’amnesia storica è la norma.
1. Espressioni potenti e continue di nazionalismo
2. Disprezzo per l'importanza dei diritti umani
3. Individuazione dei nemici/capri espiatori come causa unificante
4. La supremazia militare
5. Sessismo dilagante
6. Mass media controllati
7. Ossessione per la sicurezza nazionale
8. Religione ed élite dominante legate insieme
9. Potere delle multinazionali protetto
10. Potere del lavoro soppresso o eliminato
11. Disprezzo e repressione degli intellettuali e delle arti
12. Ossessione per il crimine e la punizione
13. Clientelismo e corruzione dilaganti
14. Elezioni fraudolente
1. Culto della tradizione del passato, spesso interpretata sincreticamente.2. Rifiuto del modernismo, anche in conseguenza al primo punto, e dello spirito illuministico.3. Irrazionalismo e culto dell'azione fine a se stessa. Diffidenza per la cultura.4. Rifiuto della critica e dello spirito critico.5. Paura della diversità. Una conseguenza ne è il razzismo.6. Frustrazione delle classi medie (piccola borghesia) a causa di crisi economiche o pressioni politiche.7. Ossessione per i complotti, anche di tipo internazionale.8. Percezione di una eccessiva forza di nemici esterni, che tuttavia si ritiene di potere battere. Questa contraddizione porta tipicamente a false valutazioni degli avversari e, in ultima istanza, ad essere perdenti negli scontri.9. Idea della guerra permanente e contrasto al pacifismo. La pace definitiva avverrà solo dopo la vittoria finale.10. Elitismo di massa e disprezzo per i deboli: pertanto, disprezzo da parte di ciascun ceto per il suo ceto subordinato.11. Eroismo di massa e desiderio di immolare se stessi per la causa comune, ma più frequentemente di immolare altri.12. Machismo, più semplice da gestire dell'eroismo.13. "Populismo qualitativo". Data la negazione dei diritti individuali, il "popolo" è considerato un insieme unico la cui volontà deve essere interpretata dal leader.14. Uso di una Neolingua, caratterizzata da una sintassi elementare e veicolante un ragionamento critico necessariamente limitato.
giovedì 8 febbraio 2024
Melanzane in salsa wafu con semi di sesamo e katsuobushi
martedì 31 gennaio 2023
Gamberi teriyaki con insalata sunomono di cetriolo e alghe wakame
Ho scritto alcune pagine del mio nuovo romanzo, una commedia sulla differenza di età in amore che avevo immaginato inizialmente per un graphic novel. A volte succede. Certe storie necessitano di più spazio, più parole.
Comunque sia, mi sono trovato a riflettere sulla scrittura. Questo romanzo, così come il primo, Torneranno gli sguardi, è pensato al presente.
Ci sono pochi romanzi scritti al presente, probabilmente lo avrete notato. È che di norma le opere di narrativa si scrivono al passato remoto e non tutti i lettori ammettono concessioni verbali. Per molto critici, poi, l'uso del presente è una moda, un danno collaterale provocato dalle scuole di scrittura. Una nota agente letteraria londinese addirittura non accetta romanzi scritti al presente.
Insomma, per i più le storie che si raccontano devono essere già accadute e quindi considerarsi concluse. Ma i miei personaggi sono vivi e nel vivo della loro vita. Non si nutrono di ricordi, le loro storie sono in divenire. E il verbo al presente trasmette un senso di immediatezza, trascina subito i lettori nel vivo della storia.
Probabilmente la mia è una deformazione professionale: nascendo come sceneggiatore di fumetti, per me il presente è il tempo del “qui e ora”, dell’azione, della crescita (anche interiore). Per questo lo scelgo. E sono in buona compagnia, oserei dire. Henri Charrière, Tom McCarty, Damon Galgut, Emma Donoghue, giusto per citare qualche autore a me affine.
Perché dovrei adeguarmi allo standard? Il tempo verbale in un romanzo può essere una discriminante sul giudizio finale?
SECONDI > GAMBERI TERIYAKI CON INSALATA SUNOMONO DI CETRIOLO E ALGHE WAKAME
Gamberi: 400 g
Salsa di soia: 100 ml
Mirin: 100 ml
Sake: 100 ml
Zucchero: 20 g
Cetriolo: 1
Alga wakame: 10 g
Sale: 1 cucchiaino
Sesamo: qb
Per la salsa sunomono:
Aceto di riso: 4 cucchiai
Salsa di soia: 2 cucchiai
Zucchero: 1 cucchiaio
Fate rinvenire in acqua le alghe wakame. Lavate i cetrioli e tagliateli a fettine molto sottili.
Immergete le fettine di cetriolo in una ciotola d’acqua con un cucchiaino di sale e lasciateli riposare per circa 5 minuti, poi scolateli.
Preparate la salsa sunomono mescolando l’aceto di riso, la soia e lo zucchero.
In una ciotola capiente unite le alghe wakame, i cetrioli e irrorate il tutto con la salsa sunomono.
In un pentolino fate cuocere a fuoco lento la salsa di soia, il mirin, il sake e lo zucchero finché il tutto non si sarà ristretto di circa un terzo del suo volume.
Cospargete i gamberi con la salsa ottenuta e cuoceteli in pentola o su una griglia, girandoli spesso e spennellandoli ogni volta con la salsa.
Servite i gamberi teriyaki con l’insalata di alghe e cetrioli e una spolverata di semi di sesamo.
domenica 13 novembre 2022
Okonomiyaki di Kiss me Licia
Una delle ricette più semplici ma appetitose del mio libro In cucina con gli anime giapponesi (pubblicato da Kappalab) è quella degli okonomiyaki.
Il nome di questo piatto non vi sarà forse familiare, ma se avete qualche anno sulle spalle potreste averlo visto preparare dal cuoco Marrabbio (in realtà Shigemaro) in un vecchio anime intitolato Kiss me Licia, che in Italia ebbe un successo inimmaginabile, toccando i quattro milioni di telespettatori a puntata. Certo, i traduttori italiani ne avevano di fantasia: una volta doppiata la serie, gli okonomiyaki sono diventati… polpette!
Semplici da preparare (proprio come una frittata o ancor più una “tortilla di verza”), nella regione del Kansai, in Giappone, sono noti anche come “pizza di Osaka”, perché si possono condire con tutto ciò che si vuole.
Ieri ho tenuto uno show cooking alla Biblioteca Crocetta di Modena, per 40 ragazzi dagli 8 ai 14 anni. Ho deciso di proporre anche la mia versione dell’okonomiyaki (nati in Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando il riso scarseggiava e la popolazione era costretta a inventarsi nuove pietanze a base di farina e verdure di facile reperibilità) perché sono un ottimo piatto completo: le uova hanno un alto potere saziante, sono una riserva bilanciata di aminoacidi essenziali e una fonte di proteine completa ed economica, inoltre contengono ferro, fosforo e calcio, la vitamina K2 (utile per rafforzare le ossa) e la vitamina B12 (importante nel metabolismo di carboidrati, grassi e proteine).
Naturalmente il mio giovane pubblico non conosceva Kiss me Licia e non avrebbe mai pensato di amare tanto il cavolo cappuccio, l’alga nori o il katsuobushi (il cui nome è bastato a farli ridere), ma tutti i partecipanti erano preparatissimi, sempre pronti con le mani alzate a rispondere alle mie domande.
Sono ragazzi fortunati. Dovete sapere che chi è coinvolto sin da giovane nella preparazione dei pasti ha maggiori probabilità di mangiare in maniera equilibrata e consumerà tendenzialmente più verdure. La cucina è un luogo in cui coltivare l'autostima, la fiducia e la sicurezza dei propri figli, ma soprattutto trascorrere con loro del tempo ai fornelli può essere l’occasione per parlare di tradizioni familiari o mettersi al passo con la vita quotidiana, costruendo relazioni più forti.
Sono felice che il mio libro di cucina stia già creando un ponte tra genitori e figli, e le email che sto ricevendo mi stanno riempiendo il cuore.
Non vedo l’ora di vedere i primi selfie “con gli anime giapponesi” dalle vostre cucine casalinghe di tutta Italia.
SECONDI > OKONOMIYAKI
Farina: 300 g
Acqua: 200 ml
Dado granulare di pesce: 1 cucchiaino
Zucchero: 1 cucchiaio
Lievito istantaneo per preparazioni salate: ½ cucchiaino
Uova: 4
Verza (o cavolo cappuccio): 600 g
Cipollotti: 2
Zenzero fresco: 2 cm
Maionese: qb
Salsa per okonomiyaki: qb
Katsuobushi: qb
Alga nori: qb
Olio EVO: 4 cucchiai
Sale: 1 pizzico
Pepe: 1 pizzico
Lavate e tagliate a listarelle la verza (o il cavolo cappuccio), eliminando le parti più coriacee, e i cipollotti, quindi lasciateli riposare in frigorifero.
Sciogliete il brodo granulare di pesce nell’acqua bollente. Mescolate la farina col brodo fino a ottenere un composto soffice e vellutato, aggiungendo il lievito e lo zucchero.
Sbattete le uova con una frusta e unitele al composto di farina (perché sia ancora più soffice, potete montare a neve gli albumi e unirli poi ai tuorli precedentemente sbattuti col composto di farina).
Amalgamate la verza e i cipollotti tagliati, lo zenzero grattugiato e la pastella d’uovo e farina, salando e pepando a vostro piacimento.
Su una piastra antiaderente da crêpe ben calda, unta con un filo d’olio, versate un po’ del composto formando un cerchio del diametro di circa 18 cm e alto 2 cm. Lasciate cuocere a fuoco medio per circa 3 minuti, quindi giratelo aiutandovi con una spatola. Trascorsi altri 3 minuti rigiratelo ancora e continuate un altro paio di volte, fino a che entrambe le superfici non saranno dorate.
Disponete gli okonomiyaki sui piatti da portata e guarniteli a piacere con maionese e salsa per okonomiyaki, quindi spolverateli con katsuobushi e alghe nori.
Per un okonomiyaki ancora più ricco potete guarnirlo con alcune fettine di pancetta dolce croccante alla griglia o con un uovo fritto (col tuorlo ancora morbido).
Se amate gli anime e la cucina giapponese, provate anche il Beef Stew di Kiriko, ispirato a Il ragazzo e l'airone di hayao Miyazaki.