martedì 11 marzo 2014

Tagliatelle nere alle trombette dei morti con burro salato e noci

Nei Corsi di Cucina che tengo a Ferrara mi confronto spesso con cuoche appassionate, che lamentano però una scarsa fantasia e una pigrizia ormai patologica.
La pigrizia in cucina è una forte ammaliatrice e sa propagandare alla perfezione l’arte della rinuncia preventiva.
Per vincerla è importante procedere a piccoli passi. Come spesso ripeto in questo blog, rielaborare i piatti della tradizione può essere un buon inizio per ritrovare la passione ai fornelli. A seconda delle materie prime disponibili nelle diverse stagioni, possiamo divertirci a reinterpretare con creatività le ricette a cui siamo più legati.
Per il mio primo Design Menù mi sono ispirato proprio ai piatti delle zone in cui ho vissuto, e soprattutto a quelli che cucinava mia madre quando ero bambino.
Molte tradizioni culinarie si stanno perdendo, così ho deciso di riproporle attraverso accostamenti inediti.
RicetteVintage – La cucina creativa nei piatti della tradizione contiene 5 ricette rivisitate ad hoc (l’insalata di pollo, gli gnocchi fatti in casa, il salmone in crosta, la mousse di cioccolato e il leggendario cocktail Manhattan) ed è disponibile online per il brand PopDesign al prezzo di 5,00 Euro. 
Per saperne di più clicca qui.

Dopo i miei recenti show cooking “vintage”, in molti mi hanno chiesto di rielaborare altri classici della cucina italiana, così ho deciso di proporvi oggi una versione creative delle tagliatelle, piatto tipico emiliano.
Lo scorso autunno una passeggiata nei boschi dell’Appennino Bolognese mi ha fatto riscoprire le trombette dei morti. Questi funghi crescono principalmente sotto i faggi o i castagni e hanno l’aspetto di bassi cespi di insalata dal colore funereo. La loro carne presenta un odore particolarmente intenso, sia prima sia dopo la cottura, e un sapore aromatico molto caratteristico. Non è un caso che siano stati ribattezzati il “tartufo dei poveri”: una volta essiccati e ridotti in polvere costituiscono un eccellente condimento per primi piatti e risotti.
Queste tagliatelle nere nascono nella cucina di mia madre e, una volta congelate, possono essere consumate durante tutto l’anno.
Il loro sapore vale certamente un paio d’ore in cucina. E i vostri ospiti potranno gustarsi un piatto mai provato prima.

PRIMI > TAGLIATELLE NERE ALLE TROMBETTE DEI MORTI CON BURRO SALATO E NOCI

Farina > 300 g
Uova > 2
Trombette dei morti > 100 g
Parmigiano Reggiano > 40 g
Noci > 12
Burro salato > 80 g
Olio extravergine d’oliva > 1 cucchiaino
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Pulite e lavate i funghi in acqua corrente e abbondante.
Fateli sgocciolare bene e cuoceteli in una pentola bassa e scoperta.
Tenete la fiamma alta fino a quando non avranno rilasciato tutta l'acqua di vegetazione, quindi abbassatela leggermente.
Una volta evaporata tutta la loro acqua spegnete e fateli raffreddare.
Passate i funghi al mixer.
Setacciate la farina sulla spianatoia, disponetela a fontana e fate al centro un incavo col pugno.
Rompete le uova e versarle nell'incavo della farina.
Unite i funghi passati al mixer, un pizzico di sale e iniziate a impastare con un movimento rotatorio.
Una volta che l’impasto sarà amalgamato bene, cominciate a lavorarlo energicamente per almeno 10 minuti, fino a quando non sarà liscio e sodo.
Per rendere la pasta più elastica, sbattetela ogni tanto sulla spianatoia.
Fate riposare il panetto per 60 minuti in un luogo fresco e asciutto, avendo cura di avvolgerlo nella pellicola trasparente o in un panno umido.
Stendete poco impasto per volta col matterello, infarinando la spianatoia perché la pasta non si attacchi.
Arrotolate ogni sfoglia su se stessa (una alla volta) e tagliala con un coltello affilato in strisce larghe ½ centimetro.
Allargate le tagliatelle su un piano asciutto e fatele asciugare per qualche ora.
Cuocete le tagliatelle in abbondante acqua salata, scolatele al dente e fatele saltare nel burro salato.
Prima di servire cospargete con un pizzico di pepe macinato fresco, una grattugiata di Parmigiano Reggiano grattugiato e una generosa manciata di noci tritate al coltello, leggermente tostate in padella.

sabato 22 febbraio 2014

Insalata di pollo in chutney di melanzane

In molti mi conoscono come chef a domicilio, ma il mio principale impegno professionale è legato all’editoria e al fumetto. Tra i miei meriti (o demeriti), anche l’aver aperto le porte del nostro paese ai manga, gli ormai popolarissimi fumetti giapponesi.
Di recente ho avuto la fortuna di coniugare la mia passione per la cucina a quella per il fumetto grazie a un originalissimo ricettario giapponese pubblicato da Kappalab, di cui ho curato l’edizione italiana.
L’ho sempre pensato, leggere manga stuzzica l’appetito. I fumetti giapponesi sono infatti ricchi di riferimenti al cibo… Serviva solamente un libro che ci insegnasse come preparare i manicaretti che i nostri eroi si gustano in tante serie di successo!

Lacucina giapponese coi manga (ISBN 978-88-98002-46-7) è un libro di cucina che usa i fumetti per insegnare a realizzare le pietanze del Sol Levante in modo pratico e divertente. Una guida illustrata al mondo del sushi e del sashimi, ma anche di molti altri piatti meno noti (ma non meno buoni), che arriva direttamente dal Giappone e unisce le ricette di Yoko Ishihara ai disegni di Chihiro Hattori.
L'originalità di questo volume sta nel coniugare la precisione tecnica di un libro di cucina con il gusto e il divertimento dei manga, rivolgendosi sia agli appassionati di fumetti sia agli amanti di cucina orientale.
Imparerete a riconoscere e a preparare le stesse pietanze che vedete nei vostri manga preferiti: onigiri (polpette di riso), yakitori (spiedini di pollo), oshinko (verdure in salamoia), udon (spaghetti giapponesi) e tante altre ancora…
Tutte le ricette sono inoltre accompagnate da preziose informazioni e curiosità sul mondo culinario giapponese.
Fate un salto in libreria, così potrete stupire i vostri ospiti con un vero e proprio pranzo manga!
Per la prossima ricetta, invece, preparatevi a un viaggio verso l’India, per un nuovo e inaspettato melting pot culinario…

ANTIPASTI > INSALATA DI POLLO IN CHUTNEY DI MELANZANE

Petto di pollo > 500 g
Melanzane > 500 g
Zucchero > 100 g
Zucchero di canna > 200 g
Radice di zenzero > 2 cm
Limone > 2 (non trattati)
Arancio > 1 (non trattato)
Peperoncino > 1 pizzico
Semi di sesamo > 4 cucchiaini rasi
Olio extravergine d’oliva > 4 cucchiai
Pepe > 1 pizzico
Sale > 1 pizzico

Lavate le melanzane, sbucciatele e tagliatele a dadini piccoli.
Versatele in una padella antiaderente, aggiungete lo zucchero, il sale, lo zenzero grattugiato, il peperoncino e le zeste dei limoni e dell’arancio.
Irrorate con il succo di un limone e fate cuocere coperto a fuoco lento per un’ora e mezza, mescolando di tanto in tanto.
Quando il liquido di cottura sarà completamente assorbito e le melanzane saranno tenere e traslucide, spegnete il fuoco e fate intiepidire.
Tagliate intanto il petto di pollo a bocconcini di 2 cm circa, eliminando ossicini e cartilagini.
Aggiustate di sale e di pepe nero macinato fresco, e fatelo rosolare nell’olio extravergine d’oliva.
Unire il pollo alla chutney di melanzane.
Servite tiepido, guarnendo a piacere con i sesi di sesamo (meglio se al wasabi).

mercoledì 29 gennaio 2014

Spezzatino di maiale in crema di latte alle castagne

Un abbraccio è in grado di collegarti al resto del mondo in un attimo. È il luogo dove scoprirsi senza timore, il vuoto che si riempie del tutto, la terapia contro lo spleen generazionale.
Può durare qualche secondo oppure fermare il tempo, se nasce da un bisogno di conforto.
L’abbraccio, molto più di un bacio, ci consente di liberare ed esprimere emozioni nascoste. Comunica il desiderio di lasciar cadere ogni barriera. Così mi lascio andare in un abbraccio tenero, come quello dipinto da Klimt per L’albero della vita, che racchiude l’impronta essenziale della riconciliazione. Una stretta complice e consolatoria, quasi sussurrata, che allontana lo stress e tranquillizza.
Le cose importanti non hanno bisogno di tante parole per essere dette. Più parole usi e più ti allontani dalla verità.
E se la comunicazione nasce attraverso l’abbraccio, anche i baci saranno migliori.

SECONDI > SPEZZATINO DI MAIALE IN CREMA DI LATTE ALLE CASTAGNE

Spezzatino di maiale > 700 g
Latte intero > 1 l
Marmellata di castagne > 3 cucchiai
Pancetta affumicata > 100 g
Salvia > 3 foglie
Vino bianco > 1/2 bicchiere
Cipolla > ½
Farina > 1 tazza
Burro > 60 g
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Affettate una cipolla e fatela soffriggere nel burro, unendo poi la salvia e la pancetta affumicata a cubetti.
Salate e pepate lo spezzatino, passatelo nella farina e fatelo rosolare nel soffritto.
Sfumate col vino bianco.
Sciogliete la crema di castagne nel latte e versatelo tiepido sulla carne.
Cuocete a fuoco lento per circa 80 minuti (il tempo varia a seconda della dimensione dei pezzi di carne), aggiungendo altro latte tiepido (o brodo vegetale) se dovesse asciugarsi troppo in fretta.
Quando la salsa si sarà rappresa lo spezzatino sarà pronto per essere impattato.
Guarnire a piacere con un trito di pistacchio.

martedì 14 gennaio 2014

Bocconcini di pollo allo zafferano con ceci e albicocche secche

«Cucinare è come amare» scriveva la giornalista americana Harriet Van Horne. «O ci si abbandona completamente o si rinuncia». E amare, in cucina, significa anche dedicarsi una cena domestica, coccolati come se si fosse al ristorante.
In molti mi hanno chiesto una ricetta per un romantico San Valentino. D’altronde, si sa, l’appetito sessuale nasce a tavola… E non sono solo ostriche & champagne a risvegliare i sensi. Molti dei prodotti che troviamo nei nostri mercati possono infatti aiutarci a conquistare e sedurre l’oggetto dei nostri desideri.
L’amore richiede quel pizzico di follia che non si nutre di domande, ma solo di emozioni (e di sensazioni organolettiche, aggiungo io). Quelli che comunemente definiamo “cibi afrodisiaci” sono in realtà alimenti che fanno bene al cuore e dintorni. Le spezie, per esempio, amplificano il desiderio in modo naturale aumentando il battito cardiaco e favorendo una maggiore e più rapida distribuzione di sangue tutto il corpo. Lo zafferano risveglia i sensi (Zeus lo assumeva per aumentare la potenza sessuale e la libido); il peperoncino agisce come vasodilatatore, innalza la temperatura corporea e tonifica le pareti delle arterie; lo zenzero stimola la circolazione.
Anche gli alimenti ricchi di beta carotene, come le albicocche e tutti i frutti di colore scuro, aumentano il tono dei capillari venosi… Non per niente, in Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, la regina delle fate Titania ordinava ai suoi elfi «Siate gentili e cortesi con questo cavaliere... D’albicocche nutritelo», dopo che un dispettoso sortilegio l’aveva fatta invaghire del recalcitrante tessitore Nick Bottom.
Senza tralasciare il petto di pollo, ricco di vitamina B3 e quindi importante non solo per incrementare i livelli energetici, ma anche per favorire l’elasticità dei vasi sanguigni.
E persino i ceci, ai quali si attribuivano anticamente virtù afrodisiache: il termine “cicer” deriva dal greco “kikus”, che significa proprio “forza”, “potenza”.
Il piatto che vi propongo segna l’incontro di gusto di tutti questi alimenti. Una scelta forse non convenzionale per “il giorno degli innamorati”, ma che saprà deliziarvi il palato.
A voi non resta che buttarvi il passato alle spalle: l’amore può ferire e farci ammalare, ma allo stesso modo è capace di rimarginare le ferite e farci guarire. Basta lasciarsi andare.

SECONDI > BOCCONCINI DI POLLO ALLO ZAFFERANO CON CECI E ALBICOCCHE SECCHE

Pollo > 600 g
Ceci > 200 g
Cipolla bianca > 1
Albicocche secche > 120 g
Alloro > 2 foglie
Timo > 1 rametto
Menta > 1 mazzetto
Peperoncino > 1 pizzico
Zafferano > 1 bustina
Zenzero > 1 cm
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Lavate e lasciate i ceci in ammollo in acqua per una notte.
Scolateli, metteteli in una pentola e ricopriteli d’acqua.
Unite le foglie di alloro e portate a ebollizione, continuando la cottura fino a quando i ceci non saranno teneri.
Scolateli tenendo da parte due bicchieri circa di acqua di cottura ed eliminate l’alloro.
Scaldate quattro cucchiai d’olio in una padella antiaderente e fate soffriggere una cipolla affettata finemente per qualche minuto, insaporendo con un pizzico di peperoncino, una grattugiata di zenzero e un trito di menta e timo.
Tagliate il petto di pollo a bocconcini di 2 cm circa, eliminando ossicini e cartilagini.
Aggiustate di sale e di pepe nero macinato fresco, e passate i bocconcini nella farina.
Versate il pollo nel soffritto e fatelo rosolare.
Aggiungete le albicocche secche tagliate in quattro.
Unite i ceci, un bicchiere d’acqua di cottura dei ceci, e continuate la cottura per 30 minuti.
Versate quindi lo zafferano sciolto in un mestolo d’acqua di cottura dei ceci e proseguite a fiamma alta per qualche minuto ancora, fino a quando il liquido non sarà ristretto al punto giusto.

venerdì 3 gennaio 2014

Involtini di trota salmonata e peperoni arrostiti con pesto di pistacchi di Bronte

Un tempo festeggiavo sempre il “controcapodanno”. Un po’ come farebbe Alice nel paese delle meraviglie, la sera del primo gennaio mi ritrovavo con gli amici più intimi per una cena da gran gourmet. Lo Champagne lo bevevamo pasteggiando, per apprezzarlo meglio, e ci regalavamo il miglior salmone affumicato, il burro salato della Normandia, i formaggi francesi a pasta morbida e crosta fiorita. È in quei momenti che ripetevamo il rituale delle mete da raggiungere nei successivi dodici mesi. Alcuni obiettivi li realizzavamo, altri restavano incompiuti e li inserivamo nell’agenda del successivo gennaio.
Tenevo molto alla sera del primo gennaio, più ancora che a quella di San Silvestro. A volte le buone intenzioni non sono sufficienti, se ci si mettono di mezzo gli eventi e non si hanno le capacità di affrontarli con l’adeguata forza. Alcuni di quegli amici li vorrei ancora con me, ma so che non torneranno più, se non a volte nei miei sogni.
Quest’anno ho festeggiato il “controcapodanno” solo con il mio compagno. Sentivo il bisogno di dar vita a una lista di buoni propositi per questo 2014, ma ho lasciato che fosse Giorgio a stabilire le mie mete e io ho proposto le sue.
Il 2013 è stato un anno difficile, di cui non rimpiango nulla. Voglio allora che quest’anno sia un nuovo punto di partenza, un viaggio di ricerca, di riscatto, di presa di coscienza, di consapevolezza che possa dare un senso a tanti anni bui e lontani.
In sottofondo e talvolta in primo piano terrò i ricordi, i rimpianti, i rimorsi e la malinconia, ma solo perché mi stimolino a guardare ciò che mi circonda con occhi nuovi. Per meglio nutrirmi degli incontri e delle occasioni.

SECONDI > INVOLTINI DI TROTA SALMONATA E PEPERONI ARROSTITI CON PESTO DI PISTACCHI DI BRONTE

Trota salmonata > 4 filetti
Peperoni rossi > 3
Granella di pistacchi > 4 cucchiai
Lime > 1
Pistacchi di Bronte > 100 g
Parmigiano Reggiano > 30 g
Olio extravergine d’oliva > 4 cucchiai
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Eliminate la pelle e spinate il filetto di trota salmonata aiutandovi con una pinzetta, quindi lavatelo e asciugatelo.
Lavate e asciugate i peperoni, punzecchiateli con i rebbi di una forchetta e cuoceteli in forno a 200° per circa un’ora, rigirandoli di tanto in tanto per farli abbrustolire bene su ogni lato.
Dopo averli spellati, apriteli a metà ed eliminate i semi e i filamenti bianchi.
Stendete sul tagliere un foglio di carta forno e posizionatevi sopra il filetto di trota salmonata.
Coprite con uno strato di pellicola trasparente da cucina e battete delicatamente il pesce con l’aiuto di un batticarne, per rendere i filetti più sottili.
Eliminate la pellicola e stendete su ogni filetto di trota salmonata un filetto di peperone.
Regolate di sale e pepe, unite un cucchiaio di granella di pistacchi e completate con una leggera grattugiata di scorza di lime.
Arrotolate i filetti di trota salmonata, e avvolgete gli involtini così ottenuti nella carta forno, accertandovi che le estremità siano ben chiuse.
Cuocete in forno ventilato per 20 minuti a 180°.
Immergete intanto i pistacchi in acqua bollente per qualche minuto, così da privarli della sottile buccia che li ricopre.
Passate i pistacchi al mixer con l’olio extravergine d’oliva, il sale, il pepe e il Parmigiano Reggiano.
Per raggiungere la giusta consistenza, aggiungete all’occorrenza un cucchiaio d’acqua o altro olio extravergine d’oliva.
Sfornate gli involtini, fateli intiepidire e liberateli della carta forno.
Tagliateli a rondelle e impiattateli accompagnandoli con un cucchiaio di pesto di pistacchi.

lunedì 16 dicembre 2013

Polpettine di fiocchi di riso e alga Nori con semi di sesamo al wasabi e maionese al tè verde Matcha

Ieri sera a cena ho salutato un amico in partenza per un lungo viaggio. Non ha ancora deciso se tornerà. In Italia sente di girare a vuoto. Un vuoto di ideali riempito da vecchie voci conservatrici, ma anche un vuoto di persone.
Partire? Restare? Il bisogno di andare e l’istinto di fermarsi. Nei suoi occhi ho letto la stessa paura di non andare da nessuna parte e ho ripensato a quando, tanti anni fa, annunciavo di partire e invece rimanevo a casa, in assoluta tranquillità, a leggere.
La scrittura è una forma di libertà personale. La letteratura non fornisce risposte, ma ci ricorda, in maniera onesta ed efficace, che siamo tutti lì a farci le stesse domande. Così il romanzo diventa il mezzo espressivo più forte e più duttile per trasmettere emozioni e pensieri da un essere umano all’altro. Perché la nostra ricerca non parta da zero. 
La prima lezione che imparato dalla lettura è come stare da solo. Per qualche ora o per intere giornate. I momenti di solitudine sono fondamentali per imparare a conoscersi e ascoltarsi un po’, per sperimentare le proprie emozioni e capire quali sono i nostri reali e più profondi desideri.
La capacità di stare soli è la capacità di amare, rappresenta il termometro della nostra maturità affettiva. Quando siamo felici di essere in due o quando non abbiamo ancora trovato il nostro posto nel mondo.

ANTIPASTI > POLPETTINE DI FIOCCHI DI RISO E ALGA NORI CON SEMI DI SESAMO AL WASABI E MAIONESE AL TÈ VERDE MATCHA

Fiocchi di riso > 150 g
Uovo > 1
Porri > 2
Zenzero > 1 cm
Brodo di pesce > 1 bicchiere
Alga Nori > 2 fogli
Limone > 1
Semi di sesamo al wasabi > 3 cucchiai
Pangrattato > 60 g
Olio extravergine d’oliva > 4 cucchiai
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Per la maionese al tè verde Matcha

Uova > 2
Olio d’oliva > 200 ml
Aceto di mele > 2 cucchiai
Tè verde Matcha > 1 cucchiaino
Sale > 1 pizzico

Mondate e lavate i porri, tagliateli a rondelle sottili e fateli appassire a fiamma dolce nell’olio extravergine d’oliva, aggiungendo un pizzico di zenzero grattugiato.
Bagnate i fiocchi di riso con un bicchiere di brodo di pesce tiepido, coprite con un tovagliolo e lasciate riposare per 20 minuti, fino a quando i fiocchi non saranno gonfi e morbidi.
Scottate i fogli di alga nori alla fiamma e tagliateli a quadretti.
Unite ai fiocchi di riso il porro appassito, i quadretti di alga nori, due cucchiai di semi di sesamo al wasabi e un pizzico di sale.
Aggiungete il tuorlo di un uovo e impastate per amalgamare bene tutti gli ingredienti.
Formate delle polpettine e passatele in un mix di pangrattato, semi di sesamo al wasabi, scorza di limone grattugiata, sale e pepe.
Disponete le polpettine in una teglia oliata e cuocetele in forno ventilato a 180 gradi per 30 minuti, avendo cura di rigirarle spesso.
Preparate la maionese versando nel bicchiere del mixer a immersione l’olio di oliva (giovane), un tuorlo e un uovo intero (a temperatura ambiente), il sale e l’aceto di mele.
Montate la salsa fino a quando non avrà raggiunto una consistenza compatta. Incorporate quindi il tè verde Matcha.
Servite le polpettine tiepide (sono buonissime anche fredde) nappandole con la maionese al tè verde Matcha.

lunedì 2 dicembre 2013

Arrosto di pollo con farcia di lardo d'Arnad, Parmigiano Reggiano e limone su salsa di San Marzano, zenzero e peperoni

«Ogni uomo per bene deve stare sotto il tacco di una donna» ha detto a cena A., citando una frase da I fratelli Karamazov.
Non sono intervenuto. A volte riesco ancora a tacere, nonostante il leggero imbarazzo. Averle sentito pronunciare quelle parole con tanta naturalezza, mentre si faceva passare dal compagno il vassoio per un bis di arrosto, mi ha fatto riflettere su certe dinamiche eterosessuali.
Di coppie così ne vedo tante in giro. Troppe. Conosco molte persone, faccio un lavoro che mi porta a stare in mezzo alla gente e sempre più spesso mi imbatto in uomini schiacciati, calpestati, privati di ogni tipo di dignità personale.
Il rispetto reciproco sembra un’utopia. Il tacco di una donna è altrettanto duro da tollerare che i muscoli di un uomo. Si tratta sempre di violenza: quando non è fisica è psicologica. Non mostra i lividi, ma agisce sull’autostima accentuando insicurezze caratteriali e annullando ogni personalità.
Questi uomini sottomessi e sempre disponibili ai comandi delle proprie compagne/fidanzate/mogli li chiamo “zerbini” o anche “yes man”, perché non dicono mai di no: non contraddicono la loro donna, vivono nel costante terrore di sbagliare, non si oppongono a nessuna decisione, non si ribellano, non esternano le proprie emozioni, i propri pensieri, le proprie vere opinioni. E sono prontissimi a correggersi qualora, avventatamente, esprimessero idee diverse da quelle delle loro amate carnefici.
Non sopporto gli uomini zerbino come non ho mai tollerato le donne geisha. E non sono più accomodante nei loro confronti.
Quando l’autostima di uno dei due partner è basata sull’essere l’unico in grado di fare qualcosa, non può esserci spazio per l’altro.
È il persistere delle asimmetrie di genere nell’ambito della vita privata a determinare l’interazione in una coppia: la figura dominante e prevaricante si serve di strategie differenti, in pubblico o in privato, infierendo direttamente o indirettamente sull’altro. E la vittima finisce sempre col giustificare l’aggressione.
Non si potrebbero eliminare semplicemente i diktat e le regole (anche quelle scritte da Dostoewskij) rinunciando a comandanti e sottoposti?
Forse è questo a spaventare delle famiglie omosessuali, il fatto che non esistano ruoli prestabiliti: responsabilità e compiti sono condivisi, e il punto di vista dell’altro è più facile da discutere, cosa che limita i conflitti.
Perché chi ama veramente non mette i piedi in testa, né si fa calpestare. Il resto sono solo ipocrite scuse.

SECONDI > ARROSTO DI POLLO CON FARCIA DI LARDO D'ARNAD, PARMIGIANO REGGIANO E LIMONE SU SALSA DI SAN MARZANO, ZENZERO E PEPERONI

Petto di pollo > 1
Lardo d'Arnad > 80 g
Parmigiano Reggiano > 40 g
Limone > 1 (non trattato)
Pomodori San Marzano > 6
Peperone rosso > 1
Zenzero fresco > 3 cm di radice
Cipolla bianca > ½
Aglio > 2 spicchi
Olio extravergine d’oliva > 8 cucchiai
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico
Peperoncino > 1 pizzico

Sgrassate e disossate il petto di pollo. Apritelo a portafoglio e battetelo delicatamente tra due fogli di carta forno per assottigliarne leggermente lo spessore.
Conditelo con sale e pepe, e farcitelo con le fette di lardo, le scaglie di Parmigiano Reggiano e la scorza del limone grattugiata.
Arrotolate il petto di pollo ripieno su se stesso, avvolgetelo con il restante lardo e legatelo stretto con lo spago da cucina.
Rivestite una teglia con la carta forno, ungetela con quattro cucchiai di olio extravergine d’oliva e disponetevi la carne e un paio di spicchi d’aglio.
Sigillate la teglia con un foglio di alluminio e cuocete per 20 minuti in forno caldo a 210°.
Togliete l’alluminio e fate grigliare l’arrosto girandolo spesso, così da far prendere al pollo una bella doratura uniforme.
Spellate intanto lo zenzero e grattugiatelo.
Spellate i pomodori, eliminate i semi e tagliate la polpa a dadini.
Tagliate il peperone a falde, eliminando i semi e i filamenti bianchi.
Fate soffriggere la cipolla tritata finemente in quattro cucchiai di olio extravergine d’oliva.
Unite lo zenzero grattugiato, la dadolata di pomodori e i peperoni, aggiustate di sale e pepe, e fate cuocere per circa 30 minuti.
Lasciate raffreddare e frullate il tutto con un mixer a immersione fino a ottenere la giusta consistenza (aggiungete all’occorrenza un po’ di brodo vegetale).
Sfornate l’arrosto e fatelo intiepidire.
Eliminate lo spago, tagliate la carne a fette alte circa un centimetro e disponetele su un vassoio di alluminio, da passare qualche minuto in forno.
Impiattate le fettine di arrosto sulla salsa di pomodoro, zenzero e peperoni precedentemente riscaldata a bagnomaria.
Completate a piacere con un pizzico di peperoncino in polvere e una grattugiata di scorza di limone.