Mi
piace cucinare in spazi apparentemente non convenzionali. In questi giorni mi
sto occupando di alcune cene in una prestigiosa galleria d’arte di Ferrara. Un
luogo ideale per i miei “incontri di gusto” perché la cucina, come l’arte, è
visione e intuizione.
Come
scrisse Benedetto Croce: «L’arte è sempre intuizione lirica perché prodotto
sintetico a priori di sentimento e immagine. Senza immagine il sentimento è
cieco, senza sentimento l’immagine è vuota”. Secondo lo stesso principio, la
cucina non accoglie gli alimenti così come sono, ma li trasfigura in piatti che
rappresentano, come direbbe lo stesso Croce, “la liberazione dall’immediatezza
e la catarsi della passionalità”.
Dell’arte
la cucina ha in comune la creatività e l’arduo percorso intellettuale. Si alimenta d’idee da
altre idee, da scelte con altre scelte, da trovate con altre trovate.
In
un percorso gastronomico dedicato alle spezie, per la seconda cena alla MLBHome Gallery mi sono lasciato tentare dal ricordo di un ristorante malese
scoperto qualche anno fa a New York.
La
cucina malese è una delle più creative del mondo. La popolazione, infatti, è
formata principalmente da malesi di fede musulmana, da cinesi buddisti o
taoisti e da indiani di religione indu, a cui si aggiungono le tante comunità
di sikh, eurasiatici, peranakan e gruppi indigeni. Questo melting pot ha
generato una tradizione culinaria ricca e variegata, legata alle antiche
tradizioni culturali e religiose, ma rimodellata nel tempo dalle numerose
influenze reciproche.
Mangiare
malese significa vivere un’autentica esperienza gastronomica. Una cucina in cui
tionfano il peperoncino, lo zenzero, lo zafferano delle Indie, il cumino, la
citronella, il pepe e il curry, smorzati però dal latte di
cocco.
Così,
come un designer, partendo da ingredienti semplicissimi ho creato una ricetta
perfettamente ripetibile, perché voi possiate replicarla nel vostro quotidiano.
SECONDI
> BOCCONCINI DI COPPA DI MAIALE E PRUGNE SECCHE AL LATTE DI COCCO CON ZAFFERANO, ZENZERO E CANNELLA
Spezzatino
di coppa di maiale > 800 g
Prugne
secche > 12
Latte
di cocco > 400 ml
Zafferano
> 1 bustina
Zenzero
fresco > 1 radice
Cannella
> 1 cucchiaino
Curcuma
> 1 cucchiaino
Brodo
vegetale > ½ litro
Olio
extravergine d’oliva > 4 cucchiai
Cipolla
> 1
Sale
> 1 pizzico
Pepe
> 1 pizzico
Affettate
una cipolla e fatela soffriggere nell’olio extravergine d’oliva, aggiungendo lo
zenzero grattugiato, la curcuma e la cannella.
Salate
e pepate lo spezzatino, e fatelo rosolare nel soffritto.
Sciogliete
lo zafferano nel brodo vegetale e versatelo sulla carne.
Coprite
il tegame e cuocete lo spezzatino a fuoco lento per circa un’ora.
Unite
quindi il latte di cocco e le prugne secche, e proseguite la cottura per altri
40 minuti, sempre a fuoco lento, mescolando di tanto in tanto.
Quando
la salsa si sarà rappresa lo spezzatino sarà pronto per essere impiattato.
Che bello, già la cucina è arte in più se la fai in un posto come questa prestigiosa galleria a maggior ragione, bravo, e complimenti per questo favolos piatto!!
RispondiEliminaLa tendenza attuale è quella di portare la grande cucina dentro i musei: un esempio tra i più spettacolari è rappresentato dall’Open Colonna, ristorante-bar su due livelli all’interno del nuovo Palazzo delle Esposizioni a Roma.
EliminaÈ nata così l'idea per alcune mie cene alla Maria Livia Brunelli Home Gallery, prestigiosa galleria d'arte di Ferrara. Per l'occasione ho proposto alcuni percorsi culinari legati al vintage e alle spezie.