martedì 6 luglio 2021
Crama di finocchi e pere con totani
lunedì 21 giugno 2021
Polpo e pere su crema tiepida di sedano e zenzero
Per me il cibo ha da sempre un effetto terapeutico, ancor più il cucinare. Impastare, marinare, sfilettare, ogni azione in cucina presuppone un’abilità, ma è anche un modo per esprimere sé stessi, alleviare lo stress, consolidare legami. Cucinare non significa limitarsi ad assemblare alimenti. Per me all’inizio è stato un modo per mettermi alla prova, per imparare a cavarmela da solo, dandomi degli obiettivi, pianificando modi e tempi, gestendo gli imprevisti. Erano gli anni della carriera, delle prime riviste, dei contratti internazionali. Poi ho continuato a cucinare per gratificarmi e concedermi attenzioni, coinvolgendo maggiormente i sensi, scegliendo gli alimenti in base al loro profumo, imparando ad assaggiare, ad ascoltare le cotture, a distinguere le consistenze, a colorare i miei piatti. E ad avere pazienza. Erano gli anni in cui cercavo di capire chi ero al di là della professione. Poi mi sono aperto agli altri, ho imparato a comunicare attraverso le mie ricette, a condividere, a sedurre, a fare pace. Erano gli anni in cui ho scoperto l’amore e la vita di coppia.
Oggi mi trovo spesso a cucinare per ritrovare il mio equilibrio e il giusto stato d’animo. Realizzare nuovi piatti è il mezzo che preferisco – l’unico a mia disposizione, per la verità – per non farmi inghiottire dall’ansia, per continuare ad avere fiducia in me e in chi mi sta intorno. E mentre cucino ho tutto il tempo per immaginare nuove storie, provare dialoghi, fantasticare sui personaggi.
Perché un piatto è come un libro, necessita sempre di qualcuno con cui condividerlo.
ANTIPASTI > POLPO E PERE SU CREMA DI SEDANO E ZENZERO
Polpo > 1
Sedano > ½ cespo (circa 400 g) + 1 gambo
Patate > 2
Cipolla > 1 e ½
Carota > 1
Alloro > 3 foglie
Bacche di ginepro > 10
Zenzero fresco > 3 cm di radice
Vino bianco > ½ bicchiere
Burro > 30 g
Olio EVO > 3 cucchiai
Brodo vegetale > ½ l
Pepe in grani > 10
Sale > qb
Pepe rosa > qb
Riempite d’acqua una pentola molto capiente, aggiungete il sale, la carota, il gambo di sedano, 1 cipolla, le foglie di alloro, il pepe in grani, le bacche di ginepro e il vino bianco.
Portate a ebollizione, quindi immergete il polpo nell’acqua per tre volte tenendolo dalla testa, finché i suoi tentacoli non si saranno arricciati.
Lasciate il polpo nell’acqua bollente, abbassate la fiamma, e fatelo cuocere coperto per un’ora e mezza (se volete una carne tenerissima). Spegnete quindi il fuoco, e fatelo raffreddare nell’acqua di cottura.
Nel frattempo lavate bene ½ cespo di sedano, eliminate i filamenti fibrosi e tagliatelo a pezzi, foglie comprese.
Sbucciate le patate e tagliatele a pezzetti.
Fate sciogliere il burro in una pentola e fate soffriggere ½ cipolla e lo zenzero grattugiato, quindi unite il sedano e le patate e fate insaporire per qualche minuto.
Versate il brodo caldo fino a coprire le verdure, aggiustate di sale e cuocete a fiamma bassa per 30 minuti, o finché le patate e il sedano non saranno morbidi.
Con l’aiuto di un mixer a immersione, riducete in crema unendo altro brodo vegetale per raggiungere la consistenza preferita.
Scolate il polpo e passatelo sotto l’acqua corrente, strofinando delicatamente i tentacoli per eliminare la pelle e le ventose, e poi tagliatelo a pezzetti.
Sbucciate la pera e tagliatela a pezzetti.
Versate un mestolo di crema tiepida di sedano nel piatto, avendo cura di stenderla uniformemente.
Adagiatevi sopra il polpo e le pere e condite con l’olio EVO e il pepe rosa pestato.
venerdì 18 giugno 2021
Vellutata di zucca allo zafferano con polvere di bresaola della Valtellina e burrata di Andria
Le case in cui sono vissuto finora le sentivo come incomplete, precarie. Sapevo che presto o tardi me ne sarei andato, perché non erano mie, perché sarei cresciuto e avrei voluto vivere nuove esperienze, perché avrei avuto una famiglia tutta mia da inventare.
Nell’attesa, forse per sentirmi meno solo, ho sempre scelto di abitare in appartamenti con un passato e una storia da raccontare. Certi mobili abbandonati non hanno quell’acume cosciente che li rende recettori responsabili: apri ante rimaste chiuse per troppo tempo e l’odore dei ricordi ti trascina in una sorta d’intimità estranea, ma che ti fa sentire comunque a casa.
Ora, finalmente, ho smesso di cercare. Da qualche settimana viviamo nella nostra nuova casa, che è una casa di famiglia, un meraviglioso appartamento che ruota intorno a un grande terrazzo privato (che diventerà l’orto urbano per le mie nuove ricette), con soffitti alti, ampi spazi e numerose finestre che riempiono le tante stanze di luce, a cominciare dall’immenso salotto con camino. Una casa a cui altri hanno legato ricordi e che da ora registrerà e custodirà i nostri.
La vita è fatta di nuovi inizi, anche quando meno te l’aspetti, anche quando i nuovi inizi non presuppongono tagli col passato, ma un premio per la serenità finalmente raggiunta.
PRIMI > VELLUTATA DI ZUCCA ALLO ZAFFERANO CON POLVERE DI BRESAOLA DELLA VALTELLINA E BURRATA DI ANDRIA
Patate medie > 4
Zucca > 400 g
Zafferano > 1 bustina
Bresaola > 50 g
Cipolla > ½
Farina bianca > 1 cucchiaio
Brodo vegetale > ½ litro
Olio extravergine d’oliva > 4 cucchiai
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico
Per il brodo vegetale:
Porro > 1
Zucchina > 1
Sedano > 1
Carote > 2
Pomodoro > 1
Preparate un brodo vegetale con la zucchina, il sedano, le carote, il porro e i pomodori. Filtratelo e tenetelo da parte.
Sbucciate le patate e tagliatele a pezzetti.
Sbucciate la zucca, privatela dei semi interni e tagliatela a pezzetti.
Tritate la cipolla e fatela soffriggere in una pentola con 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva.
Aggiungete le patate e la zucca e rosolatele per qualche minuto a fuoco vivace.
Versate il brodo caldo fino a coprire completamente le verdure, aggiungete lo zafferano e proseguite la cottura per 30 minuti.
Sistemate intanto le fettine di bresaola su un foglio di carta da forno e infornatele per 8 minuti a 160°.
Una volta pronte, lasciatele raffreddare e polverizzatele.
Terminata la cottura delle verdure, unite la farina, il sale e il pepe, e frullate con l’aiuto di un mixer a immersione, fino a ottenere una crema vellutata. Nel caso il composto non sia abbastanza morbido, aggiungete un altro po’ di brodo vegetale.
Servite la vellutata aggiungendo una quenelle di burrata (vi basterà lavorare con due cucchiai la parte interna più cremosa e filamentosa) e guarnendo con la polvere di bresaola.
mercoledì 16 giugno 2021
Budino di yogurt ai frutti rossi
Quanto tempo è passato dalla mia ultima ricetta? Tanto, troppo. Negli ultimi anni mi sono allontanato dai fornelli per dedicarmi a tempo pieno alla scrittura. Sono nati così un graphic novel (o “romanzo a fumetti”), un racconto lungo e un romanzo di narrativa. Tre progetti molto diversi tra loro, ma legati da un sottile filo rosso: la lotta alle discriminazioni.
Il graphic novel s’intitola Le semplici cose, è disegnato da Andrea Accardi ed è uscito per Feltrinelli alla vigilia del lockdown pandemico, cosa non facile per una storia che affronta il delicato tema della maternità surrogata, un cammino complesso che costringe tante famiglie omogenitoriali a scontrarsi col pregiudizio di chi li circonda, di chi li ama ma non va comunque oltre il rifiuto e di chi accetta l’omosessualità ma non tutto ciò che questa comporta.
Il racconto s’intitola I sogni non si decidono e fa parte dell’antologia Queerfobia, uscita questo mese per D Editore. Un libro corale, pensato per fornire un sostegno all’iter legislativo del ddl Zan, poiché manca ancora in Italia una legge che stigmatizzi la violenza esercitata nei confronti delle persone per motivi di sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. Oltre ad affrontare il bullismo sotto vari punti di vista (quello tra adolescenti a scuola, ma anche quello di un preside nei confronti di un professore), il mio racconto tocca anche il tema dell'omofobia interiorizzata, ovvero l'accettazione passiva di una cultura omofoba da parte di quei gay e quelle lesbiche che fanno propri il pregiudizio, le etichette negative e gli atteggiamenti discriminatori verso la sfera omoerotica. Una storia che vuole stimolare il confronto, perché il suicidio è la seconda causa di morte tra gli adolescenti, a livello mondiale. E gli adolescenti omosessuali, bisessuali e transessuali hanno un tasso di rischio di suicidio tre volte e mezzo superiore rispetto ai loro coetanei eterosessuali.
Il romanzo s’intitola Torneranno gli sguardi e uscirà a settembre per l’editrice Kappalab. È una commedia quotidiana che parla di fuga, accettazione, orientamento sessuale e identità di genere, ma anche e soprattutto di cucina, e che avrà un’appendice di ricette. Così sono tornato in cucina e mi sono dato da fare. E non intendo più smettere.
DOLCI > BUDINO DI YOGURT AI FRUTTI ROSSI
Yogurt magro > 300 g
Miele > 1 cucchiaio
Limone > ½ (non trattato)
Colla di pesce > 2 fogli
Gin > 2 cucchiai
Lamponi > 200 g
Mirtilli > 150 g
Fragole > 150 g
Peperoncino > 1 pizzico
Zucchero > 1 cucchiaio
Frullate lo yogurt magro con un cucchiaio di miele e la scorza grattugiata di ½ limone.
Fate sciogliere in un pentolino a fuoco lento 2 fogli di colla di pesce precedentemente ammollati e strizzati con 2 cucchiai di gin e 1 cucchiaio d’acqua.
Unite la gelatina ottenuta allo yogurt, mescolando molto bene per evitare la formazione di grumi.
Versate il tutto negli stampini monoporzione precedentemente bagnati, aggiungendo i lamponi e i mirtilli interi.
Lasciate raffreddare a temperatura ambiente per un’ora, poi trasferite il budino in frigo per sei ore.
Al momento del dessert, sformate i budini di yogurt guarnendoli con fragole e un cucchiaino di composta di fragole al peperoncino. Per farla basta mondare 100 g di fragole, lavarle, asciugarle, tagliarle a pezzetti e farle cuocere in un pentolino con 1 cucchiaio di zucchero e 1 pizzico di peperoncino.
domenica 20 luglio 2014
Insalata di pasta al mango curry con feta, mela verde, pachino e menta
giovedì 19 giugno 2014
Torta allo zafferano con confettura di liquirizia
lunedì 2 giugno 2014
Millefoglie di melanzane con salsiccia al pistacchio
venerdì 25 aprile 2014
Polpette alle prugne con fave al profumo di menta e nocciola
Si può fare politica in molti modi, con strumenti e modalità diverse. Finora ho preferito la politica dal basso, quella diffusa, praticata da chi come me è impegnato nelle associazioni, nei comitati, nelle campagne di mobilitazione, nei movimenti che chiedono il rispetto e la promozione dei diritti fondamentali, la difesa del territorio, la cura dei beni comuni.
Se oggi mi candido come indipendente a Ferrara, a capo della lista di Sinistra Ecologia Libertà, è perché a volte i cambiamenti devono avvenire all’interno del sistema.
Sono da sempre un elettore di sinistra, ho idee, passioni e professionalità da condividere, e col vostro voto potrei portare una variabile nuova al Consiglio Comunale di Ferrara.
Sono convinto che una candidatura non si nutra di sole promesse, ma che si debba alimentare soprattutto di principi. E naturalmente di concretezze.
Mi candido a sostegno di Tiziano Tagliani Sindaco perché non amo lamentarmi rimanendo in disparte: preferisco essere un motore del cambiamento, un garante della trasparenza, una cerniera di collegamento tra i cittadini e l’amministrazione, una spinta coraggiosa verso sinistra a beneficio di tutta la coalizione.
È la prima volta che Sinistra Ecologia Libertà si presenta alle amministrative a Ferrara, e questa è una grande occasione per l’elettorato di sinistra che chiede da anni una città fresca e innovativa, più verde e ordinata, più democratica ed equa, più partecipe e vivibile.
Ciò che voglio è semplice: una città governata con onestà e trasparenza, respirabile, pulita, più facile e attenta ai nostri bisogni quotidiani, in cui dignità e diritti siano sempre in primo piano.
– Una FERRARA ATTENTA AL SOCIALE, che istituisca sportelli comunali destinati alla difesa dei diritti e allo loro tutela contro ogni discriminazione di sesso e di orientamento sessuale, di razza e cittadinanza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, come ci insegna l’articolo 2 della Costituzione italiana. Una città che proponga agli insegnanti delle scuole primarie e secondarie percorsi di prevenzione e contrasto al bullismo omofobico e incontri di educazione sentimentale, che trascriva i matrimoni tra omosessuali celebrati all’estero nei registri di stato civile, che riempia di contenuti il registro delle coppie di fatto permettendo ai suoi iscritti l’accesso alle graduatorie, che attui politiche per l’integrazione degli stranieri e a sostegno di tutte le minoranze.
– Una FERRARA A VOLUMI ZERO, che arresti il consumo di suolo, che concentri l’attività edilizia nelle aree dismesse e già urbanizzate, che riqualifichi gli immobili abbandonati e in disuso, le aree verdi cittadine e le zone più degradate, dall’acquedotto fino a via Oroboni, passando naturalmente per la stazione e il grattacielo. Una città che incentivi inoltre la raccolta differenziata e liberi l’aria dai fumi degli inceneritori.
– Una FERRARA CULTURALMENTE VIVA, capace di parlare più linguaggi, quello della cultura, dell’arte, della musica e del turismo. Una città in cui ragazzi con idee creative e voglia di sperimentare possano trovare spazi e occasioni per mettersi in gioco, ma anche una città che torni a puntare sulle sue tante eccellenze, che incentivi un turismo trasversale, che tuteli gli esercenti (non solo del centro storico) attraverso eventi diffusi, che sia sempre più collettore tra pubblico e privato.
Da sette anni ho scelto Ferrara come città in cui vivere e progettare il mio futuro, qui ho portato la mia azienda e qui continuo a dar vita a iniziative culturali e festival per sostenerla sia in termini economici che turistici.
Se condividi i miei ideali e i miei valori, il 25 maggio barra il simbolo di Sinistra Ecologia Libertà e scrivi DE GIOVANNI al Consiglio Comunale di Ferrara.