«A proposito di politica, ci sarebbe qualche cosarellina da mangiare?».
Dopo settimane di ingerenze elettorali, questa sera
a cena mi è venuto spontaneo accogliere i miei ospiti con la celebre battuta di
Totò. D’altronde, di cosa avremmo potuto parlare se non di politica?
I
risultati di lunedì prossimo saranno particolarmente importanti per la comunità
LGBT (acronimo utilizzato come termine collettivo per riferirsi
a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender).
Ho
sempre atteso con una certa curiosità i risultati delle elezioni. Vedere
fotografato il paese in cui vivo rivela continue sorprese, non sempre positive.
Era
il 1994 quando il
parlamento europeo invitava a riconoscere la parità dei diritti alle cittadine e ai cittadini
omosessuali, intendendo, tra le altre cose, il matrimonio o un istituto
giuridico equivalente e il diritto degli omosessuali di essere genitori, ovvero
di adottare o avere in affidamento dei bambini. Mentre il resto dell’Unione ha
intrapreso la strada dei diritti, in Italia
la politica, i parlamenti e i governi che si sono succeduti sono rimasti
colpevolmente immobili, non riuscendo
neppure a varare una legge contro l’omofobia.
Fino
a ieri, i parlamentari favorevoli al matrimonio omosessuale si contavano sulla
punta delle dita di una mano, mentre oggi sono in molti a schierarsi
apertamente dalla parte dei diritti.
Il
progresso sta marciando a ritmi travolgenti. Non ci possono più essere scuse.
La direzione da prendere è quella della completa e piena uguaglianza, lo dicono
i giovani del Pd, lo dicono SEL e Rivoluzione Civile, e lo confermano
moltissimi candidati del Movimento 5 Stelle (nonostante il programma dei
grillini non dedichi una sola parola alla questione).
Il
centro-destra continua a respingere ogni richiesta di uguaglianza, è vero, ma
ci sono diverse forze politiche che intendono trovare finalmente soluzioni
laiche ed europee per colmare l’abisso che ci separa dal resto del mondo
occidentale.
Decidere,
insomma, se fare la storia o continuare a essere un freno ai diritti.
I
temi etici non riguardano solo gli omosessuali. I figli dei migranti potranno
godere automaticamente della cittadinanza italiana? Le donne conteranno
maggiormente? E ancora, il reddito di cittadinanza, il testamento biologico, il
reato di tortura, il femminicidio…
Oggi
più che mai non sottovalutiamo il nostro voto. Sosteniamo chi sostiene i
diritti civili.
SECONDI > ARROSTO DI VITELLO AL PASTIS IN SALSA DI ARANCIO E
CACAO
Fesa di vitello > 700 g
Burro > 20 g
Cacao > 2 cucchiaini
Pastis > ½ bicchiere
Arancia > 1
Anice stellato > 2
Olio extravergine d’oliva > 3 cucchiai
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico
Strofinate per qualche minuto la fesa di vitello con sale e pepe,
perché il condimento penetri più profondamente nelle fibre della carne.
Per ottenere un buon arrosto è fondamentale legare accuratamente
il pezzo di carne da cuocere.
Prendete quindi del filo da cucina e legate la fesa di vitello per
il lato corto, da un’estremità all’altra, con una serie di giri di spago
paralleli, distanti circa 2 cm l’uno dall’altro. Legate infine la carne per il
lato lungo con un ultimo giro di spago.
In alternativa, potete farvela legare direttamente dal vostro
macellaio di fiducia.
Rosolate l’arrosto a fuoco vivo in una padella antiaderente con
una noce di burro e tre cucchiai di olio extravergine d’oliva.
Quando l’arrosto è ben rosolato su tutti i lati, unite il Pastis,
il cacao e l’anice stellato.
Lasciate evaporare l’alcol del Pastis, poi unite il succo e le
zeste dell’arancia.
Coprite con un coperchio, abbassate la fiamma e continuate la
cottura per un’ora e mezza, girando spesso l’arrosto e aggiungendo un mestolo
di brodo vegetale nel caso si asciugasse.
Quando la carne sarà cotta al punto giusto, toglietela dal fuoco.
Una volta raffreddato (altrimenti si sfalderebbe), tagliate
l’arrosto a fettine sottili.
Filtrate il fondo di cottura, quindi fatelo restringere.
Prima di servire, riscaldate la carne e impiattate versando sulle
fettine un cucchiaio di fondo di cottura.
Il
Pastis è un aperitivo alcolico profumato all’anice tipico della Francia (nasce
nella città di Marsiglia). Se non lo trovate, potete
sostituirlo con Ricard e Pernod,
oppure con Anisetta, Ouzo o Sambuca.
Ottima premessa e ottimo questo arrosto di vitello.
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