L’altra
sera, i miei ospiti mi hanno fatto una sorpresa. Al termine di ogni portata,
uno alla volta hanno letto una citazione letteraria sul cibo e la cucina in
genere. Antipasto, primo, secondo, contorno, frutta. Dopo il dolce sarebbe
toccato a me. Non ero preparato, ma si presuppone che un cuoco abbia sempre un
asso nella manica, e così è stato.
Mi
è tornata alla mente una frase di Ito Ogawa che avevo sottolineato nel suo Il
ristorante dell’amore ritrovato (Neri Pozza Editore). Così ho cercato il
romanzo nella grande libreria di casa e ho letto: «Cucinare quando si è
arrabbiati, tristi e di cattivo umore è molto rischioso, perché il nostro stato
d’animo infelice trasparirà di certo nel gusto e nella preparazione dei
piatti».
L’invito
è quello di riconsiderare il nostro rapporto con il cibo, sia come espressione
di se stessi e delle proprie emozioni, sia come rapporto con gli altri.
D’altronde, se il cibo è il fulcro di ogni esistenza, cos’altro può essere ciò
che cuciniamo se non una manifestazione d’amore profondo per la vita?
Con grande passione e arte, attraverso la ricerca di sapori semplici e
autentici, la protagonista del romanzo trasforma il
cibo in piatti talmente prelibati da toccare i sentimenti di chi li assaggia: coppie
scoprono l’amore, donne ritrovano passioni perdute, un anziano torna bambino e
persino un coniglio riacquista l’appetito. Insomma, grazie all’aiuto della sua
cucina, chiunque riesce a ritrovare amore e gioia di vivere. Perfino lei.
Aveva
proprio ragione Leon Krier quando disse: «Un tavolo è uno strumento che
unisce le famiglie e gli amici e tiene i nemici a distanza».
Ogni pietanza esplode di profumi di speranza e contiene
sapori di un dolce passato apparentemente dimenticato. Il vissuto di una vita
si concentra in un solo piatto, arricchito però di nuovi accostamenti e nuovi
sapori, spinta necessaria per suggerire nuovi progetti a chi lo assaggerà.
DOLCI
> TORTA DI AMARETTI E PANGRATTATO CON FONDENTE E GLASSA ALL’ARANCIA
Pangrattato
> 100 g
Amaretti
> 200 g
Uova
> 3
Cioccolato fondente > 100 g
Latte > 250 ml
Latte > 250 ml
Amaretto
di Saronno > 1 bicchierino
Lievito
> 1 bustina
Burro
> 1 noce
Sale
> 1 pizzico
Per
la glassa:
Arancia
> ½
Zucchero
> 4 cucchiai
Marmellata
di arance > 1 cucchiaio
Montate
le uova fino a che non saranno soffici e chiare.
Passate
gli amaretti al mixer per ridurli in polvere, quindi
incorporateli alle uova assieme al pangrattato e al lievito in polvere,
aggiungendo a poco a poco il latte e l’Amaretto di Saronno.
Mescolate bene perché non si formino grumi.
Spezzate grossolanamente il cioccolato fondente e incorporatelo
al composto.
Imburrate e spolverate con il pangrattato uno stampo per dolci a cerniera.
Versate il composto nello stampo e battetelo delicatamente su un piano per
eliminare le eventuali bolle d’aria.
Cuocete in forno caldo a 180° per 45 minuti.
Una volta cotta, sfornate la torta e fatela
raffreddare.
In un pentolino, fate intanto sciogliere a fiamma
dolce lo zucchero e la marmellata nel succo di mezza arancia. Quando lo
zucchero sarà completamente sciolto e avrà assunto la consistenza dello
sciroppo, toglietelo dal fuoco e fatelo intiepidire.
Spennellate la glassa di zucchero all’arancia sulla
torta e fatela asciugare prima di servire.
Che belle parole e che bella torta....
RispondiEliminaCiao Giulia, nel postare gli ingredienti della ricetta era sfuggito il cioccolato, ma ho già corretto: bastano 100 g.
RispondiEliminaPer le uova, aiutati con una frusta elettrica alla massima velocità, aggiungendo magari un pizzico di sale (che aiuta a sciogliere la massa dell'albume e quindi velocizza l'operazione).
Fa' solo attenzione che le uova siano fredde e le fruste siano asciutte e pulite... ;-)