lunedì 16 dicembre 2013

Polpettine di fiocchi di riso e alga Nori con semi di sesamo al wasabi e maionese al tè verde Matcha

Ieri sera a cena ho salutato un amico in partenza per un lungo viaggio. Non ha ancora deciso se tornerà. In Italia sente di girare a vuoto. Un vuoto di ideali riempito da vecchie voci conservatrici, ma anche un vuoto di persone.
Partire? Restare? Il bisogno di andare e l’istinto di fermarsi. Nei suoi occhi ho letto la stessa paura di non andare da nessuna parte e ho ripensato a quando, tanti anni fa, annunciavo di partire e invece rimanevo a casa, in assoluta tranquillità, a leggere.
La scrittura è una forma di libertà personale. La letteratura non fornisce risposte, ma ci ricorda, in maniera onesta ed efficace, che siamo tutti lì a farci le stesse domande. Così il romanzo diventa il mezzo espressivo più forte e più duttile per trasmettere emozioni e pensieri da un essere umano all’altro. Perché la nostra ricerca non parta da zero. 
La prima lezione che imparato dalla lettura è come stare da solo. Per qualche ora o per intere giornate. I momenti di solitudine sono fondamentali per imparare a conoscersi e ascoltarsi un po’, per sperimentare le proprie emozioni e capire quali sono i nostri reali e più profondi desideri.
La capacità di stare soli è la capacità di amare, rappresenta il termometro della nostra maturità affettiva. Quando siamo felici di essere in due o quando non abbiamo ancora trovato il nostro posto nel mondo.

ANTIPASTI > POLPETTINE DI FIOCCHI DI RISO E ALGA NORI CON SEMI DI SESAMO AL WASABI E MAIONESE AL TÈ VERDE MATCHA

Fiocchi di riso > 150 g
Uovo > 1
Porri > 2
Zenzero > 1 cm
Brodo di pesce > 1 bicchiere
Alga Nori > 2 fogli
Limone > 1
Semi di sesamo al wasabi > 3 cucchiai
Pangrattato > 60 g
Olio extravergine d’oliva > 4 cucchiai
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Per la maionese al tè verde Matcha

Uova > 2
Olio d’oliva > 200 ml
Aceto di mele > 2 cucchiai
Tè verde Matcha > 1 cucchiaino
Sale > 1 pizzico

Mondate e lavate i porri, tagliateli a rondelle sottili e fateli appassire a fiamma dolce nell’olio extravergine d’oliva, aggiungendo un pizzico di zenzero grattugiato.
Bagnate i fiocchi di riso con un bicchiere di brodo di pesce tiepido, coprite con un tovagliolo e lasciate riposare per 20 minuti, fino a quando i fiocchi non saranno gonfi e morbidi.
Scottate i fogli di alga nori alla fiamma e tagliateli a quadretti.
Unite ai fiocchi di riso il porro appassito, i quadretti di alga nori, due cucchiai di semi di sesamo al wasabi e un pizzico di sale.
Aggiungete il tuorlo di un uovo e impastate per amalgamare bene tutti gli ingredienti.
Formate delle polpettine e passatele in un mix di pangrattato, semi di sesamo al wasabi, scorza di limone grattugiata, sale e pepe.
Disponete le polpettine in una teglia oliata e cuocetele in forno ventilato a 180 gradi per 30 minuti, avendo cura di rigirarle spesso.
Preparate la maionese versando nel bicchiere del mixer a immersione l’olio di oliva (giovane), un tuorlo e un uovo intero (a temperatura ambiente), il sale e l’aceto di mele.
Montate la salsa fino a quando non avrà raggiunto una consistenza compatta. Incorporate quindi il tè verde Matcha.
Servite le polpettine tiepide (sono buonissime anche fredde) nappandole con la maionese al tè verde Matcha.

lunedì 2 dicembre 2013

Arrosto di pollo con farcia di lardo d'Arnad, Parmigiano Reggiano e limone su salsa di San Marzano, zenzero e peperoni

«Ogni uomo per bene deve stare sotto il tacco di una donna» ha detto a cena A., citando una frase da I fratelli Karamazov.
Non sono intervenuto. A volte riesco ancora a tacere, nonostante il leggero imbarazzo. Averle sentito pronunciare quelle parole con tanta naturalezza, mentre si faceva passare dal compagno il vassoio per un bis di arrosto, mi ha fatto riflettere su certe dinamiche eterosessuali.
Di coppie così ne vedo tante in giro. Troppe. Conosco molte persone, faccio un lavoro che mi porta a stare in mezzo alla gente e sempre più spesso mi imbatto in uomini schiacciati, calpestati, privati di ogni tipo di dignità personale.
Il rispetto reciproco sembra un’utopia. Il tacco di una donna è altrettanto duro da tollerare che i muscoli di un uomo. Si tratta sempre di violenza: quando non è fisica è psicologica. Non mostra i lividi, ma agisce sull’autostima accentuando insicurezze caratteriali e annullando ogni personalità.
Questi uomini sottomessi e sempre disponibili ai comandi delle proprie compagne/fidanzate/mogli li chiamo “zerbini” o anche “yes man”, perché non dicono mai di no: non contraddicono la loro donna, vivono nel costante terrore di sbagliare, non si oppongono a nessuna decisione, non si ribellano, non esternano le proprie emozioni, i propri pensieri, le proprie vere opinioni. E sono prontissimi a correggersi qualora, avventatamente, esprimessero idee diverse da quelle delle loro amate carnefici.
Non sopporto gli uomini zerbino come non ho mai tollerato le donne geisha. E non sono più accomodante nei loro confronti.
Quando l’autostima di uno dei due partner è basata sull’essere l’unico in grado di fare qualcosa, non può esserci spazio per l’altro.
È il persistere delle asimmetrie di genere nell’ambito della vita privata a determinare l’interazione in una coppia: la figura dominante e prevaricante si serve di strategie differenti, in pubblico o in privato, infierendo direttamente o indirettamente sull’altro. E la vittima finisce sempre col giustificare l’aggressione.
Non si potrebbero eliminare semplicemente i diktat e le regole (anche quelle scritte da Dostoewskij) rinunciando a comandanti e sottoposti?
Forse è questo a spaventare delle famiglie omosessuali, il fatto che non esistano ruoli prestabiliti: responsabilità e compiti sono condivisi, e il punto di vista dell’altro è più facile da discutere, cosa che limita i conflitti.
Perché chi ama veramente non mette i piedi in testa, né si fa calpestare. Il resto sono solo ipocrite scuse.

SECONDI > ARROSTO DI POLLO CON FARCIA DI LARDO D'ARNAD, PARMIGIANO REGGIANO E LIMONE SU SALSA DI SAN MARZANO, ZENZERO E PEPERONI

Petto di pollo > 1
Lardo d'Arnad > 80 g
Parmigiano Reggiano > 40 g
Limone > 1 (non trattato)
Pomodori San Marzano > 6
Peperone rosso > 1
Zenzero fresco > 3 cm di radice
Cipolla bianca > ½
Aglio > 2 spicchi
Olio extravergine d’oliva > 8 cucchiai
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico
Peperoncino > 1 pizzico

Sgrassate e disossate il petto di pollo. Apritelo a portafoglio e battetelo delicatamente tra due fogli di carta forno per assottigliarne leggermente lo spessore.
Conditelo con sale e pepe, e farcitelo con le fette di lardo, le scaglie di Parmigiano Reggiano e la scorza del limone grattugiata.
Arrotolate il petto di pollo ripieno su se stesso, avvolgetelo con il restante lardo e legatelo stretto con lo spago da cucina.
Rivestite una teglia con la carta forno, ungetela con quattro cucchiai di olio extravergine d’oliva e disponetevi la carne e un paio di spicchi d’aglio.
Sigillate la teglia con un foglio di alluminio e cuocete per 20 minuti in forno caldo a 210°.
Togliete l’alluminio e fate grigliare l’arrosto girandolo spesso, così da far prendere al pollo una bella doratura uniforme.
Spellate intanto lo zenzero e grattugiatelo.
Spellate i pomodori, eliminate i semi e tagliate la polpa a dadini.
Tagliate il peperone a falde, eliminando i semi e i filamenti bianchi.
Fate soffriggere la cipolla tritata finemente in quattro cucchiai di olio extravergine d’oliva.
Unite lo zenzero grattugiato, la dadolata di pomodori e i peperoni, aggiustate di sale e pepe, e fate cuocere per circa 30 minuti.
Lasciate raffreddare e frullate il tutto con un mixer a immersione fino a ottenere la giusta consistenza (aggiungete all’occorrenza un po’ di brodo vegetale).
Sfornate l’arrosto e fatelo intiepidire.
Eliminate lo spago, tagliate la carne a fette alte circa un centimetro e disponetele su un vassoio di alluminio, da passare qualche minuto in forno.
Impiattate le fettine di arrosto sulla salsa di pomodoro, zenzero e peperoni precedentemente riscaldata a bagnomaria.
Completate a piacere con un pizzico di peperoncino in polvere e una grattugiata di scorza di limone.

martedì 26 novembre 2013

Involtini di ricciola e gamberoni rossi al profumo di lime e zenzero con salsa di yogurt e cipolla rossa

Si è conclusa da un paio di giorni a Ferrara la prima edizione del Festival Officina del Vintage, che ha registrato una straordinaria partecipazione di pubblico. Sono davvero orgoglioso di aver contribuito al successo di questo evento: nonostante il mese di novembre sembri essere poco incline al turismo, quasi 4.000 persone hanno scelto di partecipare alla manifestazione con una curiosità e una voglia di conoscere che da tempo non vedevo.
Perché se è vero che nasciamo tutti curiosi per natura, in molti perdono questa virtù arrendendosi al lavoro e alla routine quotidiana. La curiosità (anche in cucina) dovrebbe essere il mezzo per raggiungere le nostre destinazioni, ma alcuni lo ignorano… Benvenga allora un festival per rimettere in gioco l’interesse di un’intera città!
Officina del Vintage ha puntato i riflettori non solo sui capi d’antan, ma anche su tanti giovani designer, e ha saputo al contempo intrattenere i visitatori con show cooking di cucina creativa, set fotografici, sedute di hair styling e trucco.
Il tutto nei suggestivi Imbarcaderi del Castello Estense, nel cuore pulsante della città.
Per me l’emozione è stata doppia. Oltre a registrare un sold out di presenze alle mie dimostrazioni culinarie, il festival è stata l’occasione per presentare un progetto a cui tengo molto.
Insieme al graphic designer Giorgio Paparo ho infatti dato vita a un Design Menù a tema, intitolato Ricette Vintage – La cucina creativa nei piatti della tradizione e pubblicato dall’etichetta PopDesign.

Nella forma ricorda un vero e proprio menù, ma al suo interno presenta cinque ricette (aperitivo, antipasto, primo, secondo e dolce) per un pranzo completo e… creativo, naturalmente!
A breve sarà acquistabile direttamente dal sito PopDesign, oppure potrete trovarlo il 15 dicembre alle ore 11.00 presso il mercato coperto di Ferrara, in occasione di Makersexposed, rassegna dedicata al mondo della moda, del design e delle alte tecnologie. Giovani talenti, creativi, designer e progettisti si riuniranno sotto grandi riflettori accesi per esporre i loro migliori prodotti alla vista della gente e delle imprese.
E io farò in modo di deliziare a tutti gli occhi e il palato con un nuovo show cooking di cucina creativa, in cui presenterò alcune variazioni di questo piatto, che ho creato lo scorso mese per il gastosocial network Magnabook.
 
SECONDI > INVOLTINI DI RICCIOLA E GAMBERONI ROSSI AL PROFUMO DI LIME E ZENZERO CON SALSA DI YOGURT E CIPOLLA ROSSA

Ricciola > 4 filetti
Gamberoni rossi > 4
Zenzero fresco > 2 cm
Lime > 4
Yogurt greco > 250 g
Cipolla rossa > 2
Olio extravergine d’oliva > 4 cucchiai
Pepe > 1 pizzico
Sale > 1 pizzico

Sgusciate i gamberoni rossi eliminando il filetto nero.
Ponete su ogni filetto di ricciola un gamberone rosso sgusciato, aggiungete un pizzico di sale, pepe, una leggera grattugiata di zenzero fresco e alcune zeste di lime tritate.
Arrotolate e avvolgete gli involtini nella pellicola trasparente da cucina, accertandovi che le estremità siano ben chiuse.
Immergeteli in acqua bollente per dieci minuti, quindi scolateli e lasciateli raffreddare.
Preparate un fumetto, facendo bollire in acqua i carapaci e le teste dei gamberoni rossi e regolando di sale.
Tritate la cipolla rossa finemente e doratela nell’olio extravergine d’oliva.
Bagnatela col fumetto di crostacei e lasciatela cuocere a fuoco dolce.
Togliete la cipolla dal fuoco, unite una manciata di zeste di lime, un pizzico di sale e di pepe, e frullate il tutto con l’aiuto di un mixer a immersione, fino a ottenere una crema vellutata, aggiungendo all’occorrenza un goccio di fumetto di crostacei.
Incorporate la crema di cipolla allo yogurt greco, mescolando delicatamente.
Tagliate gli involtini a rondelle e serviteli su fettine di lime, accompagnandoli con la salsa di yogurt e cipolla rossa.
Completate con un filo di olio extravergine d’oliva a crudo e qualche zesta di lime per decorazione.

martedì 22 ottobre 2013

Orata ai fiori di gelsomino con fiocchi di riso saltati e uva passa

Ho la testa pesante di chi annega tra mille cose di cui non gli importa nulla. Non ho voglia di leggere, né di pensare. Di notte le cose si dilatano e si deformano, annebbiate dalla stanchezza e dalla rabbia di chi non riesce a dormire. Così mi sono alzato senza fare rumore e ho raggiunto il balcone, inseguendo la luce che filtrava dalle persiane. Ho iniziato a pulire i gerani dai fiori secchi e dalle foglie ingiallite, innaffiato le dalie, le surfinie, le verbene e le erbe aromatiche, che di notte profumano ancora di più, poi ho tagliato un mazzetto di gelsomini e l’ho messo in un bicchiere d’acqua.
Sono rimasto in cucina a fissarlo.
I gelsomini sono come tutte le cose a cui tieni profondamente, ne senti la presenza quando non li puoi vedere, durano una stagione con la promessa che presto torneranno, e la loro fragranza è inebriante e struggente come un amore malinconico e lontano.
Ho chiuso gli occhi, inspirando profondamente, e ho immaginato di catturare quel profumo in un piatto. Le cose speciali nascono sempre da ingredienti semplici.
«Cucinare è come amare» scriveva Harriet Van Horne. «O ci si abbandona completamente o si rinuncia».

SECONDI > ORATA AI FIORI DI GELSOMINO CON FIOCCHI DI RISO SALTATI E UVA PASSA

Orata > 4 piccole
Fiori di gelsomino > 10 g
Fiocchi di riso > 100 g
Uva passa > 40 g
Olio extravergine d’oliva > ½ bicchiere
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Sfilettate l’orata, eliminando la pelle e le eventuali spine rimaste.
Lasciate riposare i filetti per 6 ore in frigorifero in una marinata di olio extravergine d’oliva, sale, pepe e fiori di gelsomino.
Sgocciolate i filetti e poneteli nel cestello per la cottura a vapore, aromatizzando l’acqua della pentola con una manciata di fiori di gelsomino.
Fate cuocere per 15 minuti, fino a quando i filetti non saranno teneri.
Fate intanto saltare i fiocchi di riso in un goccio d’olio extravergine d’oliva finché non saranno gonfi e croccanti, aggiungendo l’uva passa precedentemente ammollata e ben strizzata.
Disponete due filetti per piatto, facendo attenzione a non romperli.
Irrorate con un filo di olio extravergine d’oliva e corpargete con una generosa manciata di fiocchi di riso croccanti e uva passa.

I fiocchi di riso sono ottenuti dalla cottura a vapore del riso biologico e successiva pressione sotto rulli di acciaio. Da un punto di vista nutrizionale sono particolarmente digeribili e poveri di grassi. Li trovate in erboristeria o nei supermercati orientali tra i prodotti di cucina thailandese.

sabato 19 ottobre 2013

Roselline del deserto

I capi e gli accessori moda del secolo scorso hanno segnato un’epoca e sono rimasti nella memoria collettiva per i materiali pregiati con cui sono stati prodotti. Il vintage è così entrato a far parte dell’estetica postmoderna, attraversando trasversalmente le attuali tendenze ed esercitando un fascino indiscusso sulle nuove generazioni.
Per celebrare il vintage è nato il Festival OFFICINA DEL VINTAGE, che si terrà il 22, 23 e 24 novembre 2013 presso gli Imbarcaderi del Castello Estense di Ferrara, nel cuore pulsante della città.
Ideata e promossa dall'associazione culturale Officina Dinamica, la manifestazione vuole essere il nuovo punto di riferimento in Italia per gli appassionati del genere, suggerendo un percorso di sostenibilità legato al riutilizzo di capi e accessori moda e favorendo un approccio non convenzionale al vintage e al remake.
I visitatori potranno elaborare uno stile personale grazie alla presenza di oltre venti selezionati espositori, provenienti da tutta Italia, in grado di indicare, consigliare e moltiplicare la curiosità e le passioni. Ci saranno capi e oggetti d’antan, ma anche nuove creazioni artigianali che rivisitano il costume del passato attraverso il presente: abiti, cappelli, occhiali, borse, scarpe, gioielli, oggetti di design, libri, manifesti pubblicitari e tanto altro.
Ferrara sarà crocevia di mode e tendenze ricercate e originali, ma anche location di set fotografici a tema e sedute di hair styling.
Attorno alla mostra mercato ruoteranno incontri, presentazioni, spettacoli e concerti: un vero e proprio festival “diffuso” che racconterà il vintage attraverso le sue molte sfaccettature… anche culinarie!
Per l’occasione uscirà infatti un mio Menù Vintage, che presenterò negli Imbarcaderi del Castello Estense di Ferrara attraverso due show cooking sabato 23 e domenica 24 novembre alle ore 11.00.

Per rimanere in tema di piatti vintage, oggi vi propongo dei dolcetti croccanti che potrebbero concludere in bellezza una cenetta tra amici. O darvi il giusto sprint per una colazione energetica. A farmeli ricordare è stata mia madre lo scorso fine settimana.
C’è una differenza sostanziale tra la memoria volontaria e quella involontaria. La prima richiede un ragionamento, uno sforzo voluto, mentre la seconda ti aggredisce all’improvviso, evocata da suoni, odori, sapori che, senza volerlo, ti riportano alla mente cose che pensavi (o t’illudevi) di aver perduto. Come quando venne offerta a Proust una madeleine inzuppata in una tazza di tè, io sono trasalito nell’assaggiare una rosellina del deserto.
Ogni volta mi meraviglio di come come gusti e sapori possano vivere così a lungo, anche quando noi stessi non ne abbiamo più memoria e di come possono riaffiorare quando meno ce lo aspettiamo. Così per un attimo sono tornato bambino, quando guardavo quei biscotti appena sfornati e li trovavo talmente belli da sembrarmi una ricetta da grande chef…

DOLCI > ROSELLINE DEL DESERTO

Zucchero > 100 g
Burro > 100 g
Uova > 2
Farina > 200 g
Fecola > 50 g
Lievito > 1 bustina
Uvetta > 100 g
Pinoli > 50 g
Mandorle pelate > 50 g
Ricotta vaccina > 70 g
Sambuca > 3 cucchiai
Sale > 1 pizzico
Corn Flakes > 300 g

Montate il burro ammorbidito con lo zucchero, poi aggiungete le uova, un pizzico di sale, la farina e la fecola setacciate con il lievito, mescolando energicamente perché non si formino grumi.
Continuando a mescolare unite la ricotta vaccina, la Sambuca, l’uvetta, i pinoli e le mandorle tritate.
Prelevate una cucchiaiata del composto e passatelo nei corn flakes formando una piccola “rosa del deserto”.
Adagiatela su una teglia rivestita con la carta forno, e proseguite fino a che il composto non sarà finito.
Cuocete i biscotti nel forno ventilato a 180° per circa 15 minuti.
Serviteli spolverandoli a piacere con zucchero vanigliato.

sabato 21 settembre 2013

Spaghetti al limone con sarde fresche e trito di pistacchi di Bronte

Una vacanza tra Palermo, Alcamo e Favignana è stata l’occasione per conoscere nuovi amici, scoprire inediti ingredienti da testare nei miei piatti e farmi innamorare definitivamente della Sicilia. Ho già voglia di ritornare, così come ho voglia di condividere con voi i miei prossimi esperimenti culinari...
Tutto, però, è rinviato di almeno un paio di settimane, perché mi sto concentrando sulla prima edizione di TAG – FESTIVAL DI CULTURALGBT, che debutterà dal 4 al 6 ottobre tra gli eventi collaterali della manifestazione INTERNAZIONALE A FERRARA.
Saranno molti gli ospiti a cui farò da anfitrione a Palazzo della Racchetta (Via Vaspergolo 6/a, Ferrara), ma uno in particolare avrà tutte le mie attenzioni culinarie.
Gli omosessuali cucinano e mangiano diversamente dagli eterosessuali?
Venerdì 4 ottobre 2013 alle ore 20.30 cercherò di rispondere a questa domanda con AlessandroFullin, brillante attore teatrale e acclamato comico televisivo noto per le sue partecipazioni a Zelig e a G day.
Ricordate la popolarissima “professoressa di tuscolano”? Be’, Alessandro Fullin sarà l’ospite d’onore di una divertentissima cena che mi vedrà alle prese con i miei piatti di cucina creativa: un’occasione speciale per conoscersi a tavola, con persone di ogni razza e sesso, gay, etero e metrosexual… Che sia questo il prossimo traguardo della cucina “fusion”?
Il menù comprende quattro miei cavalli di battaglia:
Antipasto > STRACCETTI DI POLLO CON TAPENADE DI OLIVE NERE, POMODORI, PRUGNE E FICHI SECCHI 
Primo > LASAGNETTE INVERNALI CON LARDO DI COLONNATA 
Secondo > BOCCONCINI DI COPPA DI MAIALE AL TÈ NERO VANIGLIA 
Dolce > PANNA COTTA ALLO ZAFFERANO CON SALSA AL VINO ROSSO 
Durante la cena Alessandro Fullin presenterà Pomodori sull'orlo di una crisi di nervi. La vera cucina gay italiana (Cairo), un manuale self help del convivio, che suggerisce ricette, spunti di conversazione e rispetta l’etichetta, mettendo a tavola la comunità gay insieme ai propri compagni, amici e famiglie.
Realizzato con la complicità di Stefano Chiara per le ricette e Adua Villa per gli abbinamenti dei vini, il libro suggerisce tutti i piatti per le occasioni importanti, quelli della mamma, ricette regionali con abbinate le caratteristiche della persona gay locale (gli emiliano romagnoli, per esempio, sono simpatici, fantasiosi e socievoli, ma ruvidi come una tagliatella che trattiene il sugo), ricette per gli amici eterosessuali, i piatti per sedurre, i cocktail e infine il biscotto per l’adorato chihuahua.
Attenzione, però: la cena è su prenotazione e i posti limitati.
Per informazioni: info@circomassimo.org
Per il programma di TAG – FESTIVAL DI CULTURALGBT clicca qui.

PRIMI > SPAGHETTI AL LIMONE CON SARDE FRESCHE E TRITO DI PISTACCHI DI BRONTE
Spaghetti > 400 g
Sarde fresche > 400 g
Uva sultanina > 30 g
Pinoli > 40 g
Pangrattato > 50 g
Pistacchio tritato > 4 cucchiai
Limone > 1
Scalogno > 2
Prezzemolo > 1 mazzetto
Acciughe sott’olio > 6
Olio extravergine d'oliva > 4 cucchiai
Zucchero > 1 cucchiaio
Sale > 1 pizzico
Peperoncino > 1 pizzico 

Pulite le sarde fresche, eliminando le teste, le code, le interiora e le lische centrali.
Lavatele delicatamente sotto l’acqua corrente, evitando un getto troppo forte e diretto.
Affettate finemente gli scalogni e fateli rosolare in una padella antiaderente con l’olio extravergine d'oliva. 
Tritate i filetti di acciuga con il prezzemolo e aggiungeteli al soffritto. 
Unite l’uva sultanina (precedentemente ammollata e ben strizzata), i pinoli, la scorza grattugiata di un limone e i filetti di sarde. Lasciate cuocere il condimento a fuoco medio per qualche minuto, girando i filetti una sola volta. 
In un pentolino a parte, fate tostare il pangrattato con lo zucchero e un pizzico di peperoncino. 
Cuocete gli spaghetti in acqua bollente salata, scolateli al dente e versateli nel condimento.
Mescolate distribuendo il pangrattato e lasciate riposare lontano dal fuoco per due minuti. 
Servite completando ogni piatto con un cucchiaio di pistacchio tritato.
 

venerdì 30 agosto 2013

Pollo ai tre frutti rossi


L’omofobia è la paura e l’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità e di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT). Trova terreno fertile nel pregiudizio, ed è per questo assimilabile al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo. La discriminazione investe trasversalmente la nostra società, colpendo la scuola, il mondo dello sport e del lavoro.
La quotidianità delle persone omosessuali e transessuali continua a subire, fin dall’infanzia, rifiuto, scherno e vessazioni. Essere bersaglio di un odio ingiustificato produce malessere, esclusione, disagio, perché l’omofobia può manifestarsi in modi molto diversificati, dalle offese verbali alle minacce, fino alle aggressioni fisiche.
Il mio impegno in Arcigay Ferrara si esprime da molti anni attraverso un’ampia e consolidata azione di prevenzione alle discriminazioni, perché sono convinto che l’omofobia e la transfobia si combattano con l’educazione.
Per rendere ancora più incisivi i nostri sforzi è nato così TAG –FESTIVAL DI CULTURA LGBT: un’occasione privilegiata per infondere l’importanza del confronto e aprire un dialogo con chi non ha ancora gli strumenti per conoscere e capire la realtà del mondo omosessuale e transessuale.
Ideato e promosso da Arcigay Ferrara ed Enrico Ravegnani di Palazzo della Racchetta, TAG – FESTIVAL DI CULTURA LGBT gode del Patrocinio del Comune di Ferrara.
La manifestazione si svolgerà dal 4 al 6 ottobre 2013 all’interno del consolidato festival INTERNAZIONALE A FERRARA, e promuoverà incontri con volti noti della stampa e della televisione per educare tutti alla diversità.
L’obiettivo di TAG – FESTIVAL DI CULTURALGBT è infatti quello di lavorare affinché la società conosca maggiormente la realtà delle persone omosessuali e transessuali. Perché solo la conoscenza può contribuire a sradicare i comportamenti intolleranti.
Ferrara è da sempre attenta a condividere e promuovere il principio dell’uguaglianza. Il Protocollo d’intesa in materia di discriminazioni basate sull’orientamento sessuale siglato tra Circomassimo – Arcigay e Arcilesbica Ferrara, Provincia di Ferrara, Agedo Ferrara, CGIL – Area nuovi diritti Ferrara, UIL Ferrara, Famiglie Arcobaleno Ferrara, Comune di Ferrara, Università degli Studi di Ferrara, Uisp – Comitato Provinciale di Ferrara, Centro Donna Giustizia e Centro d’Ascolto Uomini Maltrattanti è promotore di un processo di cambiamento capace di confrontarsi e di fare rete per migliorare la società e renderla più accogliente.
Il dibattito sui diritti civili per lesbiche, gay, bisessuali e transessuali, oggi più che mai, investe tanto le forze politiche di sinistra quanto quelle di destra, e necessita di essere fruibile anche ai cittadini. Perché i diritti sono di tutti, ed è fondamentale investire nella cultura delle differenze.
Nei suoi tre giorni ricchi di eventi, TAG– FESTIVAL DI CULTURA LGBT vi invita a dibattiti, presentazioni librarie, performance, mostre di pittura, proiezioni, aperitivi musicali, rappresentazioni teatrali e una divertente cena spettacolo che mi vedrà cucinare accanto a un noto comico di Zelig Off.
A breve si apriranno le iscrizioni. Vi terrò aggiornati.

SECONDI > POLLO AI TRE FRUTTI ROSSI

Pollo > 4 cosce disossate
Scalogno > 2
Pomodori pelati > 1 barattolo
Mix frutti rossi essiccati > 100 g
Pinoli > 50 g
Vino bianco > ½ bicchiere
Brodo vegetale > 500 ml
Olio extravergine d’oliva > 4 cucchiai
Cannella > 1 pizzico
5 spezie > 1 pizzico
Sale > 1 pizzico

Ammollare il mix di frutti rossi essiccati (mirtilli, fragole e amarene) in acqua tiepida per circa venti minuti.
Eliminate la pelle dalle cosce di pollo disossate, lavatele sotto l’acqua corrente e asciugatele con carta da cucina, poi strofinatele con il sale e le 5 spezie.
Fate rosolare il pollo in un’ampia padella antiaderente con l’olio extravergine d’oliva, sfumate col vino bianco e lasciatelo dorare perfettamente su ogni lato.
Togliete il pollo dalla padella, e nel fondo di cottura fate appassire lo scalogno tritato con la cannella in polvere.
Aggiungete i frutti rossi ben strizzati, i pinoli, i pomodori pelati e proseguire la cottura per qualche minuto.
Unite infine il pollo, il brodo vegetale e proseguite la cottura a fuoco basso finché il sugo non si sarà rappreso, mescolando di tanto in tanto.
Servite caldo.