sabato 19 ottobre 2013

Roselline del deserto

I capi e gli accessori moda del secolo scorso hanno segnato un’epoca e sono rimasti nella memoria collettiva per i materiali pregiati con cui sono stati prodotti. Il vintage è così entrato a far parte dell’estetica postmoderna, attraversando trasversalmente le attuali tendenze ed esercitando un fascino indiscusso sulle nuove generazioni.
Per celebrare il vintage è nato il Festival OFFICINA DEL VINTAGE, che si terrà il 22, 23 e 24 novembre 2013 presso gli Imbarcaderi del Castello Estense di Ferrara, nel cuore pulsante della città.
Ideata e promossa dall'associazione culturale Officina Dinamica, la manifestazione vuole essere il nuovo punto di riferimento in Italia per gli appassionati del genere, suggerendo un percorso di sostenibilità legato al riutilizzo di capi e accessori moda e favorendo un approccio non convenzionale al vintage e al remake.
I visitatori potranno elaborare uno stile personale grazie alla presenza di oltre venti selezionati espositori, provenienti da tutta Italia, in grado di indicare, consigliare e moltiplicare la curiosità e le passioni. Ci saranno capi e oggetti d’antan, ma anche nuove creazioni artigianali che rivisitano il costume del passato attraverso il presente: abiti, cappelli, occhiali, borse, scarpe, gioielli, oggetti di design, libri, manifesti pubblicitari e tanto altro.
Ferrara sarà crocevia di mode e tendenze ricercate e originali, ma anche location di set fotografici a tema e sedute di hair styling.
Attorno alla mostra mercato ruoteranno incontri, presentazioni, spettacoli e concerti: un vero e proprio festival “diffuso” che racconterà il vintage attraverso le sue molte sfaccettature… anche culinarie!
Per l’occasione uscirà infatti un mio Menù Vintage, che presenterò negli Imbarcaderi del Castello Estense di Ferrara attraverso due show cooking sabato 23 e domenica 24 novembre alle ore 11.00.

Per rimanere in tema di piatti vintage, oggi vi propongo dei dolcetti croccanti che potrebbero concludere in bellezza una cenetta tra amici. O darvi il giusto sprint per una colazione energetica. A farmeli ricordare è stata mia madre lo scorso fine settimana.
C’è una differenza sostanziale tra la memoria volontaria e quella involontaria. La prima richiede un ragionamento, uno sforzo voluto, mentre la seconda ti aggredisce all’improvviso, evocata da suoni, odori, sapori che, senza volerlo, ti riportano alla mente cose che pensavi (o t’illudevi) di aver perduto. Come quando venne offerta a Proust una madeleine inzuppata in una tazza di tè, io sono trasalito nell’assaggiare una rosellina del deserto.
Ogni volta mi meraviglio di come come gusti e sapori possano vivere così a lungo, anche quando noi stessi non ne abbiamo più memoria e di come possono riaffiorare quando meno ce lo aspettiamo. Così per un attimo sono tornato bambino, quando guardavo quei biscotti appena sfornati e li trovavo talmente belli da sembrarmi una ricetta da grande chef…

DOLCI > ROSELLINE DEL DESERTO

Zucchero > 100 g
Burro > 100 g
Uova > 2
Farina > 200 g
Fecola > 50 g
Lievito > 1 bustina
Uvetta > 100 g
Pinoli > 50 g
Mandorle pelate > 50 g
Ricotta vaccina > 70 g
Sambuca > 3 cucchiai
Sale > 1 pizzico
Corn Flakes > 300 g

Montate il burro ammorbidito con lo zucchero, poi aggiungete le uova, un pizzico di sale, la farina e la fecola setacciate con il lievito, mescolando energicamente perché non si formino grumi.
Continuando a mescolare unite la ricotta vaccina, la Sambuca, l’uvetta, i pinoli e le mandorle tritate.
Prelevate una cucchiaiata del composto e passatelo nei corn flakes formando una piccola “rosa del deserto”.
Adagiatela su una teglia rivestita con la carta forno, e proseguite fino a che il composto non sarà finito.
Cuocete i biscotti nel forno ventilato a 180° per circa 15 minuti.
Serviteli spolverandoli a piacere con zucchero vanigliato.

sabato 21 settembre 2013

Spaghetti al limone con sarde fresche e trito di pistacchi di Bronte

Una vacanza tra Palermo, Alcamo e Favignana è stata l’occasione per conoscere nuovi amici, scoprire inediti ingredienti da testare nei miei piatti e farmi innamorare definitivamente della Sicilia. Ho già voglia di ritornare, così come ho voglia di condividere con voi i miei prossimi esperimenti culinari...
Tutto, però, è rinviato di almeno un paio di settimane, perché mi sto concentrando sulla prima edizione di TAG – FESTIVAL DI CULTURALGBT, che debutterà dal 4 al 6 ottobre tra gli eventi collaterali della manifestazione INTERNAZIONALE A FERRARA.
Saranno molti gli ospiti a cui farò da anfitrione a Palazzo della Racchetta (Via Vaspergolo 6/a, Ferrara), ma uno in particolare avrà tutte le mie attenzioni culinarie.
Gli omosessuali cucinano e mangiano diversamente dagli eterosessuali?
Venerdì 4 ottobre 2013 alle ore 20.30 cercherò di rispondere a questa domanda con AlessandroFullin, brillante attore teatrale e acclamato comico televisivo noto per le sue partecipazioni a Zelig e a G day.
Ricordate la popolarissima “professoressa di tuscolano”? Be’, Alessandro Fullin sarà l’ospite d’onore di una divertentissima cena che mi vedrà alle prese con i miei piatti di cucina creativa: un’occasione speciale per conoscersi a tavola, con persone di ogni razza e sesso, gay, etero e metrosexual… Che sia questo il prossimo traguardo della cucina “fusion”?
Il menù comprende quattro miei cavalli di battaglia:
Antipasto > STRACCETTI DI POLLO CON TAPENADE DI OLIVE NERE, POMODORI, PRUGNE E FICHI SECCHI 
Primo > LASAGNETTE INVERNALI CON LARDO DI COLONNATA 
Secondo > BOCCONCINI DI COPPA DI MAIALE AL TÈ NERO VANIGLIA 
Dolce > PANNA COTTA ALLO ZAFFERANO CON SALSA AL VINO ROSSO 
Durante la cena Alessandro Fullin presenterà Pomodori sull'orlo di una crisi di nervi. La vera cucina gay italiana (Cairo), un manuale self help del convivio, che suggerisce ricette, spunti di conversazione e rispetta l’etichetta, mettendo a tavola la comunità gay insieme ai propri compagni, amici e famiglie.
Realizzato con la complicità di Stefano Chiara per le ricette e Adua Villa per gli abbinamenti dei vini, il libro suggerisce tutti i piatti per le occasioni importanti, quelli della mamma, ricette regionali con abbinate le caratteristiche della persona gay locale (gli emiliano romagnoli, per esempio, sono simpatici, fantasiosi e socievoli, ma ruvidi come una tagliatella che trattiene il sugo), ricette per gli amici eterosessuali, i piatti per sedurre, i cocktail e infine il biscotto per l’adorato chihuahua.
Attenzione, però: la cena è su prenotazione e i posti limitati.
Per informazioni: info@circomassimo.org
Per il programma di TAG – FESTIVAL DI CULTURALGBT clicca qui.

PRIMI > SPAGHETTI AL LIMONE CON SARDE FRESCHE E TRITO DI PISTACCHI DI BRONTE
Spaghetti > 400 g
Sarde fresche > 400 g
Uva sultanina > 30 g
Pinoli > 40 g
Pangrattato > 50 g
Pistacchio tritato > 4 cucchiai
Limone > 1
Scalogno > 2
Prezzemolo > 1 mazzetto
Acciughe sott’olio > 6
Olio extravergine d'oliva > 4 cucchiai
Zucchero > 1 cucchiaio
Sale > 1 pizzico
Peperoncino > 1 pizzico 

Pulite le sarde fresche, eliminando le teste, le code, le interiora e le lische centrali.
Lavatele delicatamente sotto l’acqua corrente, evitando un getto troppo forte e diretto.
Affettate finemente gli scalogni e fateli rosolare in una padella antiaderente con l’olio extravergine d'oliva. 
Tritate i filetti di acciuga con il prezzemolo e aggiungeteli al soffritto. 
Unite l’uva sultanina (precedentemente ammollata e ben strizzata), i pinoli, la scorza grattugiata di un limone e i filetti di sarde. Lasciate cuocere il condimento a fuoco medio per qualche minuto, girando i filetti una sola volta. 
In un pentolino a parte, fate tostare il pangrattato con lo zucchero e un pizzico di peperoncino. 
Cuocete gli spaghetti in acqua bollente salata, scolateli al dente e versateli nel condimento.
Mescolate distribuendo il pangrattato e lasciate riposare lontano dal fuoco per due minuti. 
Servite completando ogni piatto con un cucchiaio di pistacchio tritato.
 

venerdì 30 agosto 2013

Pollo ai tre frutti rossi


L’omofobia è la paura e l’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità e di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT). Trova terreno fertile nel pregiudizio, ed è per questo assimilabile al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo. La discriminazione investe trasversalmente la nostra società, colpendo la scuola, il mondo dello sport e del lavoro.
La quotidianità delle persone omosessuali e transessuali continua a subire, fin dall’infanzia, rifiuto, scherno e vessazioni. Essere bersaglio di un odio ingiustificato produce malessere, esclusione, disagio, perché l’omofobia può manifestarsi in modi molto diversificati, dalle offese verbali alle minacce, fino alle aggressioni fisiche.
Il mio impegno in Arcigay Ferrara si esprime da molti anni attraverso un’ampia e consolidata azione di prevenzione alle discriminazioni, perché sono convinto che l’omofobia e la transfobia si combattano con l’educazione.
Per rendere ancora più incisivi i nostri sforzi è nato così TAG –FESTIVAL DI CULTURA LGBT: un’occasione privilegiata per infondere l’importanza del confronto e aprire un dialogo con chi non ha ancora gli strumenti per conoscere e capire la realtà del mondo omosessuale e transessuale.
Ideato e promosso da Arcigay Ferrara ed Enrico Ravegnani di Palazzo della Racchetta, TAG – FESTIVAL DI CULTURA LGBT gode del Patrocinio del Comune di Ferrara.
La manifestazione si svolgerà dal 4 al 6 ottobre 2013 all’interno del consolidato festival INTERNAZIONALE A FERRARA, e promuoverà incontri con volti noti della stampa e della televisione per educare tutti alla diversità.
L’obiettivo di TAG – FESTIVAL DI CULTURALGBT è infatti quello di lavorare affinché la società conosca maggiormente la realtà delle persone omosessuali e transessuali. Perché solo la conoscenza può contribuire a sradicare i comportamenti intolleranti.
Ferrara è da sempre attenta a condividere e promuovere il principio dell’uguaglianza. Il Protocollo d’intesa in materia di discriminazioni basate sull’orientamento sessuale siglato tra Circomassimo – Arcigay e Arcilesbica Ferrara, Provincia di Ferrara, Agedo Ferrara, CGIL – Area nuovi diritti Ferrara, UIL Ferrara, Famiglie Arcobaleno Ferrara, Comune di Ferrara, Università degli Studi di Ferrara, Uisp – Comitato Provinciale di Ferrara, Centro Donna Giustizia e Centro d’Ascolto Uomini Maltrattanti è promotore di un processo di cambiamento capace di confrontarsi e di fare rete per migliorare la società e renderla più accogliente.
Il dibattito sui diritti civili per lesbiche, gay, bisessuali e transessuali, oggi più che mai, investe tanto le forze politiche di sinistra quanto quelle di destra, e necessita di essere fruibile anche ai cittadini. Perché i diritti sono di tutti, ed è fondamentale investire nella cultura delle differenze.
Nei suoi tre giorni ricchi di eventi, TAG– FESTIVAL DI CULTURA LGBT vi invita a dibattiti, presentazioni librarie, performance, mostre di pittura, proiezioni, aperitivi musicali, rappresentazioni teatrali e una divertente cena spettacolo che mi vedrà cucinare accanto a un noto comico di Zelig Off.
A breve si apriranno le iscrizioni. Vi terrò aggiornati.

SECONDI > POLLO AI TRE FRUTTI ROSSI

Pollo > 4 cosce disossate
Scalogno > 2
Pomodori pelati > 1 barattolo
Mix frutti rossi essiccati > 100 g
Pinoli > 50 g
Vino bianco > ½ bicchiere
Brodo vegetale > 500 ml
Olio extravergine d’oliva > 4 cucchiai
Cannella > 1 pizzico
5 spezie > 1 pizzico
Sale > 1 pizzico

Ammollare il mix di frutti rossi essiccati (mirtilli, fragole e amarene) in acqua tiepida per circa venti minuti.
Eliminate la pelle dalle cosce di pollo disossate, lavatele sotto l’acqua corrente e asciugatele con carta da cucina, poi strofinatele con il sale e le 5 spezie.
Fate rosolare il pollo in un’ampia padella antiaderente con l’olio extravergine d’oliva, sfumate col vino bianco e lasciatelo dorare perfettamente su ogni lato.
Togliete il pollo dalla padella, e nel fondo di cottura fate appassire lo scalogno tritato con la cannella in polvere.
Aggiungete i frutti rossi ben strizzati, i pinoli, i pomodori pelati e proseguire la cottura per qualche minuto.
Unite infine il pollo, il brodo vegetale e proseguite la cottura a fuoco basso finché il sugo non si sarà rappreso, mescolando di tanto in tanto.
Servite caldo.

lunedì 12 agosto 2013

Gazpacho piccante di anguria

Salgo sui bastioni per passeggiare sulle mura alberate della città, riparato dai tigli che diffondono un profumo inebriante, come quello del caprifoglio lungo le siepi, o come il bucato steso al sole in un giorno di cielo azzurro. Un aroma freschissimo, leggero e persistente al tempo stesso.
Ferrara è la patria delle atmosfere rarefatte e surreali di De Chirico. È una città che sa di mare anche se il mare non ce l’ha. È il vento a portare con sé l’odore della salsedine, arriva all’improvviso e abbraccia tutto.
Fa sentire a casa. Soprattutto in questo rovente agosto.

ANTIPASTI > GAZPACHO PICCANTE DI ANGURIA
 
Anguria > 1 kg
Pomodorini di Pachino > 300 g
Porri > 300 g
Aceto balsamico > 3 cucchiai
Coriandolo > 1 mazzetto
Erba cipollina > 1 mazzetto
Peperoncino > 1 pizzico
Sale > 1 pizzico

Scottate i pomodorini di Pachino, pelateli e apriteli per eliminare il liquido e i semi.
Sbucciate l'anguria, eliminate i semi e tagliatela a pezzi.
Pulite il porro privandolo delle radici e della parte verde. Tagliatelo in verticale e lavatelo sotto l'acqua corrente, poi affettatelo a rondelle.
Passate tutto al frullatore unendo qualche cubetto di ghiaccio, un mazzetto di coriandolo, l'aceto balsamico, il sale e un pizzico di peperoncino.
Filtrate il succo ottenuto con un chinois (o un colino a maglie strette) e servite ghiacciato in tumbler alto, con un trito di erba cipollina e una fettina di cocomero per guarnizione.

domenica 4 agosto 2013

Spezzatino di lonza alle rose su culis di barbabietola rossa

Dare vita a un’associazione culturale per occuparmi di percorsi di sostenibilità è stata una bellissima scommessa. Sin dalla sua nascita, Officina Dinamica ha un preciso obiettivo: stimolare i cittadini responsabili per una nuova società più aperta e più predisposta alla conoscenza.
Oltre ai miei corsi di Scrittura Creativa e di Cucina Creativa – che riprenderanno in autunno sempre presso la libreria Ibs – Officina Dinamica si sta preparando al suo primo straordinario evento di sensibilizzazione in occasione del Festival “Internazionale a Ferrara”.
Abbiamo adottato il progetto ASBESTOS REPORTAGE AMIANTO degli amici friulani di Metarte, perché crediamo che l’amianto rappresenti ancora oggi un’autentica emergenza.
La Corte d’Appello di Torino ha da poco condannato il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, ex manager dell’Eternit, a diciotto anni di carcere per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistica in relazione alle 2.889 morti per amianto dello stabilimento di Casale Monferrato. La fabbrica della morte è stata chiusa, ma tante aree cittadine e agricole devono ancora essere bonificate, e la cittadina conta ancora cinquanta nuove vittime ogni anno. Così come crescono i decessi per amianto (già 115) tra i dipendenti della siciliana SACELIT, società che per trentotto anni ha prodotto materiali per edilizia nella provincia di Messina, a San Filippo del Mela, una striscia di terra che divide Milazzo da Barcellona Pozzo di Gotto.
Per impedire alle fibre killer di fare altre vittime è importante conoscerne i pericoli. Dal 4 al 12 ottobre 2013 Officina Dinamica vi aspetta al Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara con un evento patrocinato dal Comune di Ferrara e da CNA Ferrara: istallazioni, video e alcuni incontri divulgativi che vedranno la partecipazione di Stefano Cazzotti (Direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara), Rossella Zadro (Assessore Comune di Ferrara all’Ambiente e Relazioni Internazionali), Roberta Lazzarini (Presidente dell’Associazione culturale Officina Dinamica di Ferrara), Chiara Aglialoro (Presidente della Associazione culturale Metarte), Elisa e Giancarlo Mucchi (Polis_Artika Ferrara), Giuseppe Cruciani (Professore al Dipartimento Scienze della Terra dell’Università di Ferrara), Claudio Natali (ricercatore CNR) e Alessandro Bratti (Responsabile per le Politiche di Gestione dei Rifiuti del PD e capogruppo nella Commissione Ecomafie nella XVI legislatura).
L’evento prevederà scambi di esperienze e spunti di riflessione anche con il fotografo Roberto Del Grande, con la giornalista Antonella Beccaria e con gli scrittori Girolamo De Michele, Enrico Bullian, Wu MING1 e Alberto Prunetti.
Per maggiori informazioni vi rimando al sito di Officina Dinamica.

SECONDI > SPEZZATINO DI LONZA ALLE ROSE SU COULIS DI BARBABIETOLA ROSSA

Spezzatino di lonza > 800 g 
Acqua di rose > 6 cucchiai
Petali di rosa eduli > 30
Barbabietola rossa > 300 g
Alloro > 3 foglie
Brodo vegetale > ½ litro
Olio extravergine di oliva > 4 cucchiai
Sale > 1 pizzico 
5 spezie > 1 pizzico

Strofinate lo spezzatino con il sale e le 5 spezie, e lasciatelo rosolare nell’olio extravergine d’oliva.
Unite l’acqua di rose e l’alloro, e dopo qualche minuto versate il brodo vegetale fino a coprire a filo la carne.
Lasciate cuocere coperto per un’ora a fuoco lento.
Aggiungete i petali di rosa eduli ben lavati e asciugati, e proseguite la cottura (senza coperchio) per altri trenta minuti, sempre a fuoco lento, mescolando di tanto in tanto.
Lavate e pelate intanto la barbabietola rossa, tagliatela a pezzetti e cuocetela a vapore.
Togliete la carne dal fuoco e versate la barbabietola rossa nel fondo di cottura.
Lasciatela insaporire e trasferitela nel bicchiere del mixer a immersione. Riducete la barbabietola rossa in crema, unendo del brodo vegetale per raggiungere la giusta consistenza.
Adagiate lo spezzatino di lonza sulla coulis e servitelo aggiungendo un filo di olio extravergine d’oliva a crudo.

venerdì 28 giugno 2013

Involtini di sfoglia di Parmigiano Reggiano e mentuccia con melanzane grigliate, pesto di pistacchi e Philadelphia

A cena con un amico innamorato si finisce spesso col parlare d’amore. E delle difficoltà di lasciarsi andare.
A volte capita di iniziare a frequentare una persona apparentemente perfetta, per poi scoprire inevitabilmente che ha appena chiuso una storia di diversi anni a cui non riesce a non pensare.
Che abbia rotto lui la relazione o meno, non sembra mai fare molta differenza. L’altro rimane un ricordo importante, un legame ancora vivo.
D’altronde è prevedibile: i quarantenni interessanti, se non sono felicemente impegnati sono nel vivo di una separazione che ancora brucia.
Il tempismo in amore è essenziale. Non si deve arrivare troppo presto, né troppo tardi. L’uomo dei sogni non deve pensare al suo ex, ma neppure essere già coinvolto in una nuova relazione.
I nuovi single sono i più pericolosi. Si guardano sempre in giro alla ricerca di qualcuno, perché niente come una persona che ci ascolta, ci comprende e ci dà affetto aiuta a superare una perdita. Attraversano un momento di particolare fragilità, ma l’affetto di cui hanno bisogno non riescono a trovarlo negli amici, e neppure in un nuovo rapporto stabile.
Perché ci buttiamo allora sempre a capofitto in queste situazioni a rischio? Perché non cerchiamo di mantenere prudentemente le distanze? Probabilmente per non avere mai rimpianti, e magari un giorno poter dire che ne è valsa la pena.
«Chiodo scaccia chiodo, ma quattro chiodi fanno una croce». Non ho potuto fare a meno di citare un aforisma di Cesare Pavese. Quando, per distrarsi da una situazione, se ne cerca un’altra su cui focalizzare l’attenzione non è detto che le cose vadano come sperato. Ma bisogna ugualmente crederci.
Alla fine non ci si libera mai di una cosa evitandola, ma solo attraversandola.

ANTIPASTI > INVOLTINI DI SFOGLIA DI PARMIGIANO REGGIANO E MENTUCCIA CON MELANZANE GRIGLIATE, PESTO DI PISTACCHI E PHILADELPHIA

Parmigiano Reggiano > 100 g
Melanzana > 1
Philadelphia > 200 g
Pistacchi di Bronte > 50 g
Mentuccia > 1 mazzetto
Olio extravergine d’oliva > 5 cucchiai
Granella di pistacchi > 1 cucchiaino
Pepe > 1 pizzico

Lavate le melanzane, eliminate le estremità e tagliatele a fette spesse circa mezzo centimetro.
Scaldate una piastra antiaderente sul fornello e grigliate tutte le melanzane su ogni lato a fuoco medio, facendo attenzione a non bruciarle troppo.
Fatele raffreddare a temperatura ambiente.
Sbucciate i pistacchi ed eliminate la pellicola viola, metteteli in un mixer e tritateli aggiungendo l’olio a filo.
Incorporate il pesto di pistacchi al Philadelphia e mescolate fino ad ottenere un impasto cremoso.
Grattugiate il Parmigiano Reggiano e unitevi la mentuccia tritata.
Ritagliate un quadrato di carta da forno e adagiatelo su una padella antiaderente.
Cospargete la carta forno con il Parmigiano Reggiano alla mentuccia facendo attenzione che lo strato sia sottile, ma compatto e senza buchi.
Fate sciogliere il formaggio a fiamma dolce, quindi togliete dal fuoco e lasciate raffreddare per qualche secondo su un tagliere, giusto il tempo che la sfoglia di Parmigiano Reggiano si stacchi dalla carta forno.
Farcite con qualche fettina di melanzana grigliata e un cucchiaio di farcia di Philadelphia alla crema di pistacchi.
Aggiustate di pepe e arrotolate la sfoglia di Parmigiano Reggiano in un involtino.
Servite tiepido, tagliato a rondelle e spolverato da una manciata di granella di pistacchi.

lunedì 17 giugno 2013

Tabulé di quinoa, asparagi alla vaniglia e dadolata di verdesca con quenelle di ricotta aromatica

Per la ricetta numero 100 sarebbe stato d’obbligo un dessert. Una bella torta rivisitata secondo l’impronta creativa di questo blog. Oppure il mio piatto preferito, quello a cui sono più legato, quello che ho cucinato per sedurre Giorgio o per presentarlo ai miei genitori, o ancora il primo che abbiamo impiattato per le nostre nipotine, di cui siamo ogni giorno più innamorati. Ma non sono bravo con i numeri, tendo a dimenticare le ricorrenze e l’improvvisazione non va mai d’accordo con la pianificazione.
Quello che vi propongo oggi non è quindi un piatto da grandi festeggiamenti, anche se rimane comunque un gran piatto, ancora (per poco) di stagione.
Ho iniziato a condividere le mie ricette quasi per gioco, spinto dall’amica Laura. Non avevo mai tenuto un diario prima e non avevo idea di come proporre i miei strani piatti, così ricchi di aromi e profumi. Ho cercato una chiave di lettura che fosse nuova e che fosse mia. Ne ho cercata più d’una, per la verità, disegnando prima e fotografando poi, costruendo i post come capitoli di un romanzo e infine aprendo semplicemente ai curiosi la mia sala da pranzo, condividendo l’intimità di tante conversazioni a cena.
Nel costruire questo blog, il mio obiettivo è sempre stato quello di avvicinare i buongustai alla cucina creativa, non smettendo però mai di essere uno di loro. E così è nato Neparliamoacena, che è via via cresciuto, senza nessun tipo di pubblicità che non fosse il passaparola. Di mio, ci ho messo la fedeltà e la costanza, oltre che la faccia.
28.573 visitatori in 100 ricette: una media ragguardevole di quasi 300 ospiti per ogni cena.
Grazie a tutti, davvero, per la simpatia e la qualità dei vostri commenti: anche il viaggio più impervio diventa possibile se hai buoni amici a tavola.

PRIMI > TABULÉ DI QUINOA, ASPARAGI ALLA VANIGLIA E DADOLATA DI VERDESCA CON QUENELLE DI RICOTTA AROMATICA

Quinoa > 100 g
Asparagi verdi > 400 g
Verdesca > 300 g
Ricotta di pecora > 300 g
Limone > 1
Menta > 1 mazzetto
Latte > 1 tazzina
Burro > 30 g
Peperoncino > ½
Vaniglia > 1 baccello
Scalogno > 1
Zucchero > 1 cucchiaio
Olio extravergine d’oliva > 4 cucchiai
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Sciacquate la quinoa sotto l’acqua corrente servendovi di un colino a maglie strette, per eliminare la saponina (sostanza amara che riveste i semi e li protegge dalle aggressioni degli uccelli e degli insetti).
Versate la quinoa in un pentolino, aggiungendo acqua pari al doppio del suo volume. Salate e portate a ebollizione.
Coprite e fate cuocere per 5 minuti, quindi togliete il pentolino dal fuoco e lasciate che la quinoa continui ad assorbire l’acqua di cottura per altri 10 minuti.
Scolate bene.
Pulite gli asparagi, eliminate la parte legnosa finale e tagliateli a pezzetti.
Fateli cuocere per 10 minuti in acqua bollente con il sale, lo zucchero e il succo di limone.
Scaldate il burro in una padella, incidete per il lungo un baccello di vaniglia, raschiate i semi e scioglieteli nel burro.
Unite gli asparagi ben scolati e fateli saltare per 5 minuti.
Tagliate la verdesca a cubetti e fatela marinare per due ore in olio extravergine d’oliva e due cucchiai di succo di limone, profumando l’emulsione con 15 foglie di menta tritata e una generosa macinata di pepe.
Affettate lo scalogno e rosolatelo in due cucchiai di olio extravergine d’oliva.
Aggiungete la verdesca e saltatela per qualche minuto a fuoco vivo, quindi sfumatela col vino bianco.
Terminate la cottura aggiustando di sale.
Unite alla quinoa gli asparagi alla vaniglia e la dadolata di verdesca.
Lasciate riposare in frigo per un paio di ore.
Versate la ricotta in una ciotola capiente, unite il latte, le foglie di menta tritate, la scorza grattugiata di mezzo limone e un pizzico di peperoncino. Aggiustate di sale e frullate il tutto fino a ottenere un composto dalla consistenza spumosa.
Impiattate il tabulé di quinoa servendovi di un coppapasta e adagiateci sopra una quenelle di ricotta aromatica lavorata con due cucchiai.

venerdì 31 maggio 2013

Bocconcini di coppa di maiale e prugne secche al latte di cocco con zafferano, zenzero e cannella

Mi piace cucinare in spazi apparentemente non convenzionali. In questi giorni mi sto occupando di alcune cene in una prestigiosa galleria d’arte di Ferrara. Un luogo ideale per i miei “incontri di gusto” perché la cucina, come l’arte, è visione e intuizione.
Come scrisse Benedetto Croce: «L’arte è sempre intuizione lirica perché prodotto sintetico a priori di sentimento e immagine. Senza immagine il sentimento è cieco, senza sentimento l’immagine è vuota”. Secondo lo stesso principio, la cucina non accoglie gli alimenti così come sono, ma li trasfigura in piatti che rappresentano, come direbbe lo stesso Croce, “la liberazione dall’immediatezza e la catarsi della passionalità”.
Dell’arte la cucina ha in comune la creatività e l’arduo percorso intellettuale. Si alimenta d’idee da altre idee, da scelte con altre scelte, da trovate con altre trovate.
In un percorso gastronomico dedicato alle spezie, per la seconda cena alla MLBHome Gallery mi sono lasciato tentare dal ricordo di un ristorante malese scoperto qualche anno fa a New York.
La cucina malese è una delle più creative del mondo. La popolazione, infatti, è formata principalmente da malesi di fede musulmana, da cinesi buddisti o taoisti e da indiani di religione indu, a cui si aggiungono le tante comunità di sikh, eurasiatici, peranakan e gruppi indigeni. Questo melting pot ha generato una tradizione culinaria ricca e variegata, legata alle antiche tradizioni culturali e religiose, ma rimodellata nel tempo dalle numerose influenze reciproche.
Mangiare malese significa vivere un’autentica esperienza gastronomica. Una cucina in cui tionfano il peperoncino, lo zenzero, lo zafferano delle Indie, il cumino, la citronella, il pepe e il curry, smorzati però dal latte di cocco.
Così, come un designer, partendo da ingredienti semplicissimi ho creato una ricetta perfettamente ripetibile, perché voi possiate replicarla nel vostro quotidiano.

SECONDI > BOCCONCINI DI COPPA DI MAIALE E PRUGNE SECCHE AL LATTE DI COCCO CON ZAFFERANO, ZENZERO E CANNELLA

Spezzatino di coppa di maiale > 800 g
Prugne secche > 12
Latte di cocco > 400 ml
Zafferano > 1 bustina
Zenzero fresco > 1 radice
Cannella > 1 cucchiaino
Curcuma > 1 cucchiaino
Brodo vegetale > ½ litro
Olio extravergine d’oliva > 4 cucchiai
Cipolla > 1
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico

Affettate una cipolla e fatela soffriggere nell’olio extravergine d’oliva, aggiungendo lo zenzero grattugiato, la curcuma e la cannella.
Salate e pepate lo spezzatino, e fatelo rosolare nel soffritto.
Sciogliete lo zafferano nel brodo vegetale e versatelo sulla carne.
Coprite il tegame e cuocete lo spezzatino a fuoco lento per circa un’ora.
Unite quindi il latte di cocco e le prugne secche, e proseguite la cottura per altri 40 minuti, sempre a fuoco lento, mescolando di tanto in tanto.
Quando la salsa si sarà rappresa lo spezzatino sarà pronto per essere impiattato.